Quest'anno passerò i giorni di vacanza
con due grandi della letteratura: Georges Simenon che mi racconterà
la storia di Emile e Marguerite che non si parlano più se non
attraverso bigliettini ("Il gatto" Adelphi ed).
E Leonardo Sciascia e i suoi scritti
lasciati "A futura memoria" Bompiani (se la memoria ha un futuro)”.
Una storia di crudeltà familiari che
Simonen ci fa vivere in prima persona.
E le battaglie di un intellettuale come
lo è stato Sciascia, contro la mafia negli anni in cui era difficile
schierarsi contro, essere anticonformisti.
Due storie per staccarsi dal presente
(le banche, l'Isis, le piccole beghe politiche, i rifiuti di Roma ..)
che forse permetteranno di vedere e giudicare il presente con la
giusta distanza.
Senza farsi prendere dalla frenesia dei
titoli dei giornali, col modello usa e getta delle notizie, che
spesso ci impediscono di avere un'opinione più completa.
La violenza sulle donne o anche
la guerra santa contro le donne, anche da parte di quei “estremisti
cattolici” di cui ha parlato papa Francesco la scorsa settimana.
Donne uccide o violentate da uomini
e che fanno notizia solo dopo, come un banale dato di cronaca, un
numero da aggiungere alla sommatoria del “femminicidio”.
Forse dovremmo cambiare lessico,
chiedeva ieri la filosofa Marzano.
E forse dovremmo stanziare più soldiper i centri antiviolenza che oggi, senza risorse sono costretti a
chiudere.
Il governo, o meglio Palazzo Chigi
quando ancora aveva la delega, aveva stanziato circa 16 ml per le
regioni. Soldi che poi, molte regione, non hanno nemmeno speso.
Regioni come la Lombardia (ma anche nel Lazio del centro sinistra),
che poi apre il call center anti gender o dove poi si scoprono casi
di violenza negli asili privati. Perché, grazie ad una legge
regionale si può aprire un asilo con una autocertificazione.
Servono fondi per tutelare
economicamente le donne e serve un'educazione sentimentale e sessuale
dei ragazzi. Non voglio più leggere tweet di cordoglio, ministro Boschi, ma un'azione politica concreta.
E non voglio sentire più nemmeno un
Salvini qualunque che insulta in quanto donna il presidente della
Camera Boldrini.
L'Italia in guerra: se non ci
fossero i servizi, puntuali, del Wall street journal sulle missioni
americane in Mediterraneo nemmeno sapremmo (e nemmeno lo direbbe il ministro competente) che già oggi le basi
italiane sono usate per missioni militari anti Isis (i famosi droni).
Il governo ha mandato militari lungo il
confine turco siriano, ha mandato militari in Iraq e ora la Libia.
Far partire una guerra è facile.
Portarla a termine più complicato. Esportare la democrazia con le
armi, tirando in piedi governi fantoccio impossibile.
Il rischio Isis. Una notizia che
ho sentito questa mattina nella rassegna stampa di Radio popolare:
buona parte dei foreign fighters andati in Siria sono partiti dal
Kosovo, un paese da nemmeno due milioni di abitanti dove è presente
un nostro contingente militare.
Il Kosovo è, come la Libia, qui vicino
e il radicalismo islamico si è rafforzato dopo la guerra civile in
Bosnia, guerra dove l'Europa è in parte rimasta a guardare.
Le nomine Rai: è così
spudorata la storia delle nomine dei direttori dei TG, in agosto, che ho poco da commentare.
Dico solo che cambiano i governi, ma la
Rai rimane sempre cosa dei partiti, non servizio pubblico. E il M5S
che ha accettato la vigilanza, è pure dentro il sistema.
Staccarsi dai titoli di prima pagina
(“pronto il piano del governo”, “ecco il piano contro ...”)
dal bombardamento di notizie, iniziare a filtrare cosa è notizia da
ciò che solo spot (pro o contro). Iniziare a pensare, riflettere, meditare, ragionare.
E anche a oziare, riposare .. anche
questo è importante, no?
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