Oggi sembrano tutti delusi, i nostri editorialisti con l'elmetto, del fatto che l'attacco coi droni dall'Iran non abbia portato alla guerra.
La guerra contro l'Iran, che oggi è sotto monitoraggio dei nostri ministri, come Crosetto, l'ex lobbista dell'industria delle armi e Urso, ministro delle imprese che fino al 2021 con le sue imprese era in affari proprio con l'Iran.
Da l'Espresso:
Pezzi di ricambio di elicotteri. Giubbotti antiproiettile. Aerei adattabili all’uso militare. Incontri con alti funzionari della guida suprema della Repubblica Islamica dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei. E un contratto di collaborazione con una società coinvolta in un’inchiesta per traffico di materiale «dual use», dal doppio uso civile e militare, esportabile solo con specifiche autorizzazioni ministeriali. Sono i contenuti, che L’Espresso pubblica in esclusiva, di alcune lettere commerciali e contratti riconducibili alla Italy world services, società di cui è stato legale rappresentante fino al giugno del 2018 il senatore di Fratelli d’Italia Adolfo Urso, presidente del Copasir, il comitato parlamentare che controlla i servizi segreti.
Oppure la guerra contro la Russia, dove il presidente Macron voleva mandare i soldati al fronte.
Lo stesso Macron che, leggendo sul Fatto Quotidiano, è il maggior acquirente europeo del gas liquido russo. Vedi il caso:
Parigi è il primo importatore di gas liquefatto russo in Europa. Nei primi tre mesi del 2024, la Francia ha aumentato silenziosamente e come nessun altro in Europa le importazioni da Mosca arrivando a 1,5 milioni di tonnellate di gnl, pari a più di 600 milioni di euro, più di qualsiasi altro Paese dell’Ue. È quanto emerge da un report del think tank Centre for Research on Energy and Clean Air (Crea). Un dato che appare paradossale proprio mentre Emmanuel Macron ribadisce di non voler escludere l’invio di truppe Nato in Ucraina e si è ritagliato il ruolo di primo alleato di Kiev perché la Russia “non può e non deve vincere” questa guerra.
Certo, per leggere queste notizie diciamo scomode, che raccontano l'ipocrisia occidentale, servono giornalisti liberi, non sottoposti al controllo della politica, che sanno che devono rispondere delle notizie pubblicate, ma liberi da ricatti e censure.
Giornalisti che magari non intrattengono rapporti poco puliti coi servizi segreti, come successo anni fa con un ex giornalista di Repubblica oggi a Il Giornale che nei giorni scorsi si è messo a scrivere proprio dei colleghi di Report e del segreto di stato posto sull'incontro di Renzi con l'ex dirigente del DIS Mancini.
Nessun commento:
Posta un commento