Uno
La sicurezza al Barnabas era ridicola, lo dicevano tutti. Rincantucciato con grazia in un’area irregolare alle spalle della High, il Barnabas Hall è uno dei college più deliziosi di Oxford. Possiede molte caratteristiche di grande fascino: gli edifici del XVI secolo nella Old Court, per esempio, con i loro tetti in ardesia che il tempo ha gonfiato in onde delicate e le facciate in mattoni in tonalità ruggine...
Segnatevi questo nome, Simon Mason, di professione scrittore: ho iniziato a leggere questo romanzo spinto dalla curiosità di ritrovarmi dentro la Oxford del (giovane) ispettore Morse e una volta iniziato, non ho più smesso, fino alla fine dove un inaspettato colpo di scena chiude il racconto, prima di una serie che vede come protagonisti una coppia di ispettori, che più diversi non potrebbero essere, che spero ritrovare presto in libreria.
Bella l'ambientazione, questa Oxford dove nei college si forma la classe dirigente (e anche leggermente spocchiosa) del paese:
Come tutti i college di Oxford, il Barnabas è un business di valore inestimabile che ha legami con società e governi di tutto il mondo, uno snodo in una rete globale di informazione superveloce, con i suoi professori e studiosi che vendono conoscenze specialistiche a centinaia di aziende.
Il racconto, l’indagine su un omicidio avvenuto dentro un college ad Oxford, non cala mai di tensione, non fatevi spaventare dalle 472 dentro cui vi immergerete senza volervene staccare: c’è il giallo, l’indagine, ma c’è anche spazio per l’indagine dentro questi due personaggi, i protagonisti del racconto, due persone che non si dimenticheranno facilmente.
Sono un bianco e un nero, tutti e due si chiamano Wilkins di cognome, ma non c'è nessuna parentela. Perché il primo, Ryan, è cresciuto in un campo caravan fuori città, con un padre violento e alcolizzato e una madre sottomessa alla sua violenza. Tutta quella violenza gli ha lasciato dentro una rabbia verso quelle autorità che non lo hanno protetto da piccolo, e una sorta di insofferenza verso le classi più abbienti a cui tutto sembra concesso.
.. sembrava più un criminale che un poliziotto, il prototipo del sottoproletariato bianco, smilzo e rozzo, con la sua tuta, il giaccone largo e un cappellino da baseball portato con la tesa all’indietro
L'altro ispettore si chiama Ray ed è invece un nero che proviene proprio da tutt'altra classe sociale: studi ad Oxford, una bella moglie, bei vestiti e una certa ambizione di far carriera nella Thames Valley Police.
Raymond Wilkins era una delle promesse dell’arma, rappresentante della nuova generazione di giovani investigatori neri in carriera che si stavano imponendo. Trent’anni, laurea a Oxford, serio, con buone capacità espressive, grazie al programma di avanzamento rapido per laureati aveva ottenuto in fretta la promozione..
Per un caso fortuito, Ray e Ryan si troveranno ad indagare assieme per questo “omicidio a novembre”, avvenuto nel cuore del potere della città e alla fine di una cena organizzata dal rettore, sir James, in onore di un Emiro dagli Emirati, ospite e anche finanziatore del college.
Il suo piano era di fare colpo sul benefattore con il genere di evento rilassato, intimo, di altissimo livello intellettuale per il quale Oxford andava famosa
L’atmosfera in questa cena è però particolarmente tesa, sia per l’atteggiamento dell’emiro, sospettoso che qualcuno voglia attentare alla sua incolumità, sia per quello degli altri docenti invitati a dar supporto al rettore.
Ma a rovinare del tutto la festa, la scoperta del cadavere:
Sulla moquette grigio pallido giaceva una giovane donna in maglietta e blue-jeans. La T-shirt le era risalita sul ventre, scoprendolo.
Chi è questa donna, “legata ed arrotata” dentro la stanza del rettore? Come ha fatto ad entrare senza che nessuno se ne sia accorto? Sono le prime domande nella testa dell’ispettore Wilkins, chiamato a seguire l’indagine, peccato che sia il Wilkins “sbagliato” che, nei primi approcci con i docenti e soprattutto col rettore, mostra tutto la sua ruvidezza per non dire la sua insolenza.
Perché Ryan è un investigatore capace di scorgere le incongruenze, nella scena del crimine e nelle persone che si trova davanti e, in effetti, sia il rettore che le altre presenti alla Barnabas Hall quella sera sembra che abbiamo qualcosa da nascondere.
Ma Ryan è un poliziotto con un problema nel controllare la sua rabbia, tanto da rovinare sul nascere l’indagine e il rapporto col partner, il molto più diplomatico, Ray Wilkins.
Nemmeno l’indagine disciplinare, l’ennesima punizione, come ai tempi della scuola, o quando si trovava nello stanzino dell’assistente sociale, fermano però la determinazione di Ryan nel trovare questo assassino.
Il volto di quella donna, a cui Ray e Ryan fanno fatica a dare un nome, come se gridasse tutta la sua rabbia per quella fine, è uno sprone ad andare avanti.
Fino alla scoperta del (o della) colpevole dove l’autore dimostra tutta la sua bravura, avendoci portato a spasso per tutto il libro, mentre avevamo la soluzione sotto gli occhi.
Parafrasando la massima, in un college chiuso, l’assassino è il maggiordomo...
A dare spessore al libro sono anche gli altri temi toccati nel racconto, come l’immigrazione dai paesi devastati dalla guerra: ragazzi e ragazze costrette ad attraversare confini e a mettere la loro vita in gioco per poi approdare in un paese dove gli immigrati sono visti con ostilità
Alla fine erano arrivati in Gran Bretagna, dove Ameena era stata informata dell’ammontare del suo debito con gli uomini che l’avevano portata lì ed era stata messa a lavorare in vari locali di Londra
Uomini e donne costrette ad accettare lavori umili pur avendo studiato in patria, consapevoli di aver su di loro gli occhi ostili della brava gente e spesso anche delle autorità
«A casa vostra o in galera», e le era stato detto di non provare neppure per sogno a rivolgersi alle autorità.
Altro tema quello degli emarginati e delle periferie, come quelle da cui arriva lo stesso Ryan: luoghi dove la polizia non è ben vista e dove i giovani sono messi fin da subito davanti al bivio tra il crimine e una vita piena di difficoltà, pur di rimanere a galla.
Luoghi dove un lavoro, un qualunque lavoro, è una zattera di salvataggio per un riscatto dalla miseria.
Le tante differenze tra i due investigatori si rileveranno una leva in più per dare una svolta alle indagini: infatti, superate le iniziali diffidenze, Ryan e Ray impareranno ad apprezzare nell’altro quegli aspetti così peculiari, come le intuizioni di Ryan, capace di “vedere” le cose anche fuori dagli schemi, anche in modo sfacciato. E l’approccio metodologico di Ray, rispettoso delle regole e delle gerarchie.
Anche perché c’è una cosa che li unisce, nel profondo: si tratta della paternità, quella desiderata da parte di Ray e della moglie, per quel figlio tanto atteso. E quella sofferta di Ryan, ragazzo padre di Ray junior, a cui dedica tutto il suo amore
«Papà?». «Cosa c’è?». «È difficile fare il papà?». Fu come se nel petto gli si fosse gonfiato un palloncino, si chinò verso suo figlio e sorrise.
«Essere il tuo papà? No-oo, per niente. È facilissimo».
Omicidio a novembre è un romanzo, dunque, molto attuale, dove si mescola azione, l’indagine e un pizzico di humor: l’autore ha già pubblicato tre romanzi di questa serie, l’anno prossimo è attesa un nuovo capitolo, il quarto della serie con gli ispettori Wilkins
La scheda del libro sul sito di Sellerio
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