11 maggio 2018

Ama il nemico tuo, di Daniele Autieri



"Vi mando come agnelli in mezzo a lupi"
Vangelo di Matteo 10,16-23

Incipit
Mark stringe le ginocchia al petto e ci infila la testa dentro. All’età di sei anni sa cos’è la paura. E la porta della stanza, chiusa a chiave, è lì per ricordarglielo. Fuori, gli strepiti rompono il silenzio della notte.Sono iniziati con un rumore secco, come lo schianto di un vetro in frantumi. Mark è saltato sul letto e si è messo in ascolto, evitando che il ritmo del respiro gli impedisse di sentire …

Un brillante broker della City, la città dove si muovono i soldi senza far troppo rumore e senza farsi troppe domande. Con un figlio che non vuole assomigliare a lui: è lui il bambino di cui leggiamo nell'incipit, che cerca di trovare un rifugio nel buio della notte.
Per la rabbia del padre, che esplode la sera, per lasciar poi il posto di giorno alla belva capace di fiutare l'odore dei soldi e che solo la droga tiene in piedi
Pochi secondi e la dexedrina fa effetto. La stanchezza passa in un attimo, e anche la depressione. D’un tratto si sente eccitato, scattante, in palla. «Che diavolo ti guardi, amico?» sfida se stesso nello specchio

Una donna magistrato in carriera, una di quei pm che finiscono sui giornali un giorno su due per le brillanti operazioni che portano a segno: bella, elegante, con una bella famiglia ma con qualche segreto nascosto.

Il primo bottone cede con facilità. Poi il secondo e infine il terzo. L’uomo insinua le mani nella camicetta di seta, sposta la lingerie, e comincia a sfiorarle il seno, piccolo e rotondo.

E poi un medico francese andato a lavorare in Siria con la Croce rossa internazionale, per salvare vite umane nell'inferno e che all'inferno ha venduto la sua anima per un pugno di soldi.
Suruç, Turchia, a due passi dal confine con la Siria. Una spianata di campi profughi che accolgono gli sfollati di Kobanê e delle altre città finite in mano a Daesh.

Polvere, sudore e sangue ovunque, che ti rimane addosso:
Ce l’ha ovunque: sulle mani, sui vestiti, in faccia, tra i capelli. All’improvviso crolla sulle ginocchia e inizia a singhiozzare.

I protagonisti del romanzo di Daniele Autieri sono tre persone che più distanti tra loro non potrebbero essere: Priscilla Silli la donna magistrato a Roma, un marito e due belle bambine. Ma con un amante all'interno di un reparto speciale della polizia, che potrebbe costarle caro: per esempio dover subire un ricatto, ed essere costretta fare un favore a delle persone che non si conoscono.

Alex Power, il broker londinese, con una ex moglie e un figlio cui è ancora legato, nonostante tutto. Il suo mestiere è far girare soldi: ma questa volta la montagna di soldi da spostare, per conto dello “sceicco”, è veramente tanta, col rischio di far insospettire qualcuno.
Ma è anche uno di quegli incarichi che non si possono rifiutare, perché dietro ci sono tanti soldi, e perché sono soldi che potrebbero far comodo per dare un futuro al figlio Mark.

Infine Erik Josten, con le mani sporche del sangue dei feriti che deve salvare, nella sua tenda nell'inferno siriano. E non è solo il sangue che lo sporca. Anche la coscienza, per quei lavori che deve fare per conto dei signori dell'Isis, pur di trovare quei soldi necessari a saldare un debito.
Debito che potrebbe costare la vita a lui e alla moglie Cécile.

Il broker, la magistrata, il medico umanitario e infine anche lo 'ndranghetista, l'Americano, o anche Mac o il Mohicano, come si fa chiamare.
Un uomo a servizio del Crimine per gestire un grosso giro di droga, dai cartelli messicani a Panama, fino alle coste della Guinea Bissau, per passare attraverso la Highway 10, l'autostrada della droga e dei trafficanti di esseri umani lungo il deserto africano.

Un deserto attraversato da morti che camminano e dai predoni.
Su, fino ai porti libici per far arrivare la “signora in bianco”, la cocaina, al porto di Gioia Tauro dove verrà presa in carico dalla ndrangheta. Il Crimine.

Sono loro i protagonisti di questo romanzo che attraversa tutto il mondo e che racconta una verità pericolosa, amara: il mondo è piccolo e anche molto cattivo (una citazione presa da Sergio Leone e il suo “Per qualche dollaro in più”).
Un mondo cattivo perché nessuno è innocente, perché in questo mondo si deve uccidere per non essere ucciso, perché si deve colpire per primo per non essere colpito alle spalle.
Dove il tuo fratello è forse il primo che ti può tradire.

Un mondo cattivo perché ciascuno dei personaggi della storia si porta dentro i propri demoni, figli di quel passato che pensavano di essersi lasciati alle spalle e che invece no, è sempre lì pronto a chiedere conto.
Scappare non serve, perché i peccati ti inseguono ovunque. E nessuno sfugge alla propria pena.

Ora tutti e quattro sono costretti a compiere un qualcosa contro la loro volontà, tante tessere di un puzzle cui si fa fatica ad intuire l'immagine che viene fuori alla fine.
Perché quello spostamento da 50 milioni di dollari da Panama a Londra e infine a Dubai?
Perché la ndrangheta sta fregando quel carico di droga ai cartelli messicani, per portarlo in Europa?
Chi è l'uomo che il magistrato Sinni deve fare entrare in Italia, passando per il CIE di Lampedusa, la più grande prigione a cielo aperto in Italia?
Ma, soprattutto, chi li sta manovrando alle loro spalle, chi li sta ricattando per costringerli a compiere certe mosse, per essere poi sacrificati come pedoni in una partita a scacchi?

Ci si muove in fretta in questo romanzo, in un susseguirsi di scene da un continente all'altro senza potersi prendere pause.
Un giro del mondo, lungo i gironi dell'inferno peggiori che si possono immaginare: l'inferno africano dove la corruzione governa la vita e la morte delle persone; il deserto del Sahel, coi suoi 40 gradi, coi suoi fantasmi, coi suoi morti ancora vivi, stipati in camion che attraversano le dune come merce da vendere al mercato ..
«È l’Africa, milioni di derelitti alla ricerca di un rifugio, che non esiste. La vergogna dell’uomo è tutta qui.»

Si viaggia da Londra a Parigi a Roma. Dai grattacieli di New York alla sabbia del deserto, dalle foreste pluviali dell'America centrale (forse l'unico posto dove si incontra l'innocenza del mondo) fino alle macerie di Kobane:
I cani sono quello che resta di oltre cinquantamila anime, sparite chissà dove. Forse è proprio questo il mistero della guerra: nascondere gli esseri umani, farli scomparire quasi non fossero mai esistiti.

L'Isis, i soldi degli sceicchi che possono comprare tutto e arrivare a tutto, la coca che arriva in Europa dai cartelli messicani smerciata dalla ndrangheta, la potente mafia che controlla pezzi importanti del nostro paese, dell'economia, dello Stato e che in questo traffico ha messo all'angolo la mafia siciliana.

Le tessere del puzzle troveranno una loro sistemazione al termine del viaggio, quando si iniziano ad intuire dei collegamenti, delle connessioni, che fanno intuire uno scenario da intrigo internazionale che fa venire i brividi.
«Nel deserto vive uno scorpione che ha un’abitudine insolita. Quando per errore raggiunge un’oasi o un centro abitato dove potrebbe trovare con più facilità cibo e acqua, allora inverte la rotta e riparte verso il nulla. Ecco noi siamo come lo scorpione. Restiamo vivi solo finché andiamo nella direzione opposta.»

Come lo scorpione dell'apologo (che viene raccontato da un guerrigliero del deserto del Sahel), anche i personaggi del libro per aver salva la vita, dovranno andare in direzione opposta a quella della coerenza, quella del buon senso, fare i conti una volta per sempre col loro passato in un finale in cui non incontreremo la vittoria del bene sul male.

La scheda del libro sul sito dell'editore Rizzoli e il link al pdf del primo capitolo
I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon

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