24 maggio 2018

Senti chi parla

Tutto si può dire di questo governo che ancora non esiste ma ha già una specie di programma (e un presidente incaricato che si dovrà attenere al programma): basta presidenti del consiglio non eletti, mai accordi con altri partiti, governo del cambiamento, terza repubblica .. 
Ma quello che non si può sentire sono le critiche di quelli che, per il momento sono passati all'opposizione.
Come Renzi, per esempio, e anche per scelta personale: 

Il governo delle "larghe intese populiste". "La nuova casta", con i leader di Lega e M5S che adesso "devono smettere di strillare su Facebook e iniziare a governare l'Italia". Perché "gli alibi non ci sono più". L'ex segretario del Partito democratico Matteo Renzi commenta nella sua enews la probabile nascita del governo a trazione grillo-leghista. "Dopo 80 giorni, ci siamo. Nel tempo necessario a fare un celebre giro del mondo letterario, l'alleanza tra Lega e Beppe Grillo ha più modestamente scritto un contratto e partorito il governo delle larghe intese populiste. Noi dobbiamo pensare a costruire un'opposizione degna di questo nome e prepararci a costruire l'alternativa se loro falliranno, quando loro falliranno". E all'attacco anche il centrodestra. Con Berlusconi che annuncia il no al nuovo governo e attacca il programma: "Scelte preoccupanti per l'Italia".
Non è che appena vai al governo diventi Kasta o establishment.
E non è che Renzi abbia mai disdegnato i social.
Forse oltre all'opposizione, dovrebbe riflettere sull'operato del suo governo, su quello che ci ha lasciato (una riforma del lavoro a metà, una riforma delle intercettazioni pericolosa, una riforma della scuola che non ne ha risolto i problemi, una legge elettorale che non funziona..).
Perché fare opposizione è facile (e penso ai mesi in cui Renzi faceva opposizione a Letta): governare meno, anche se ti fai un partito tutto tuo come Macron.

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