Incipit
Che la giornata non sarebbe stata assolutamente cosa il commissario Salvo Montalbano se ne fece subito persuaso non appena raprì le persiane della càmmara da letto. Faceva ancora notte, per l’alba mancava perlomeno un’ora, però lo scuro era già meno fitto, bastevole a lasciar vedere il cielo coperto da dense nuvole d’acqua e, oltre la striscia chiara della spiaggia, il mare che pareva un cane pechinese.
Dal giorno in cui un minuscolo cane di quella razza, tutto infiocchettato, dopo un furioso scaracchìo spacciato per abbaiare, gli aveva dolorosamente addentato un polpaccio, Montalbano chiamava così il mare quand’era agitato da folate brevi e fredde che provocavano miriadi di piccole onde sormontate da ridicoli pennacchi di schiuma. Il suo umore s’aggravò, visto e considerato che quello che doveva fare in matinata non era piacevole: partire per andare a un funerale.
Una storia di scangi, di scambi, quella
che ci racconta Andrea Camilleri in questo romanzo (uno dei primi con
protagonista Andrea Camilleri).
Un ragazzo con problemi scambiato per
un assassino, una scarpa per una bomba, un ragazzino, Francois, che
addirittura scambia famiglia.
E un violino di poco prezzo che viene
scambiato per un violino dal valore incommensurabile:
Tutto era stato,
fin dal principio, uno scangio dopo l'altro. Maurizio era stato
scangiato per un assassino, la scarpa scangiata per un'arma, un
violino scangiato con un altro e quest'altro scangiato per un terzo
..
Sarà proprio la
voce del violino, di quel violino che è lì dove dovrebbe stare ma
che è incongruo rispetto al contesto, che sarà di spunto per
Montalbano, per capire cosa non torna nella morte di Michela
Licalzi.
Una donna
bellissima che da Bologna si era innamorata della Sicilia e che qui
stava costruendo la sua villetta.
Un delitto scoperto
per caso, per un incidente in cui la macchina del commissario va a
scontrarsi proprio con la Twingo di Michela: come mai dopo una
giornata intera, nessuno è andato da loro a reclamare il danno?
E la curiosità, o
senso dello sbirro, fanno sì che una notte Montalbano scopra quel
corpo, strappato alla vita
.. al contrario di quello di sotto, qui regnava un notevole disordine. Un accappatoio di spugna, rosa, era stato gettato a terra, come se chi lo portava se lo fosse levato di prescia. La terza era la càmmara da letto padronale. E certamente della giovane e bionda padrona era il corpo nudo, quasi inginocchiato,, con la pancia appoggiata al bordo del letto, le braccia spalancate, il viso sepolto nel lenzuolo ridotto a brandelli dalle unghie della donna che l'aveva artigliato negli spasimi della morte per soffocamento.
Un delitto scoperto
per caso e che viene scippato al commissariato di Vigata per un
puntiglio di Montalbano, sbirro vecchio stile che non sopporta i modi
della scientifica e nemmeno l'astio del nuovo Questore Bonetti
Alderighi
Il commissario contemplò l'inquietante capigliatura del suo superiore, abbondantissima e con un grosso ciuffo in alto, ritorto come certi stronzi lasciati campagna campagna..
Scippato del caso e
scippato anche del piccolo Francois (il bambino protagonista del
precedente romanzo Il ladro di merendine), che ora non vuole più
abbandonare i nuovi fratellini, dopo il trauma subito:
«Ma che te ne fotte? L'indagine non ti appartiene più!»Spense la luce, si ricoricò.«Come Francois», aggiunse amaramente
In questo romanzo
troviamo Montalbano alle prese con le sue paure sulla sua paternità,
le difficoltà nel rapporto a distanza con Livia.
Un rapporto fatto
di “sciarriatine” al telefono e di riappacificazioni.
Ma a farla da
padrone è il Montalbano investigatore, vero deus ex machina di tutti
gli eventi che ruotano attorno all'omicidio della bella Michela,
bionda come bionda è il ricordo madre
«A mamà era biunna?» aveva domandato una volta il piccolo Salvo al padre.«Frumento sutta u suli» era stata la risposta
Non sarà la
scienza a risolvere il caso ma, come detto prima, la voce di quel
violino trovato dentro il villino della signora Licalzi.
La capacità di
seguire il filo del caso senza seguire la via dell'ovvio, della
soluzione più semplice.
La capacità di
leggere nell'animo umano.
Di sfuggire agli
agguati del caso e dei ricatti della mafia, osservatrice non
indifferente di investigatori superficiali e cinici.
Di sfuggire al
fascino di belle donne, come Anna, l'amica di Michela, insegnate di
fisica, che rischia di mettere in crisi il suo rapporto con Livia.
Passato il ponte fermò l'auto, ma non scese. C'era luce nella casa di Anna, sentiva che lei lo stava spettando. Si addrumò una sigaretta, ma arrivato a metà la gettò fora dal finestrino, rimise in moto, partì. Non era proprio il caso di aggiungere un altro scangio.
La scheda del libro
sul sito dell'editore
Sellerio
Il sito di
Vigata.org
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