Quando uno muore, merita rispetto. Ma noi che siamo cinici, dietrologi, cattivi e di sinistra, vorremmo poter dire che, grazie al cielo, non siamo tutti uguali.
E la morte di Pinochet è l'eccezione alla regola per cui la morte di qualcuno dispiace sempre.
E il caso a deciso che il generale dei “desaparecidos”, degli intrallazzi, dei conti all'estero, siamo morto lo stesso giorno del cardinale Pappalardo che non aveva paura di urlare alla mafia ma anche contro uno stato spesso assente.
“Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata”, tuonava, nel giorno dei funerali di un altro militare, di tutt'altra razza. Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
E io non posso non immaginarmi questa scena: entrami, freschi cadaveri, uno di fronte all'altro. Destinazioni opposte.
E Pappalardo che gli dice “pensavi che non sarebbe mai arrivato il momento di fare i conti con la propria coscienza?”.
Technorati: Augusto Pinochet, Salvatore Pappalardo
1 commento:
era ora.
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