Non siamo di sinistra: l'evoluzione del post comunismo e dirsi "diversamente di destra", o meglio "alternativi alla destra".
Questo è quello che racconta alla sua assemblea il segretario Bersani presentando la carta d'intenti del Partito Democratico, che però tranquilizza subito i futuri alleati: "non siamo alternativi a Monti".
Considerando che lo stesso Monti ha già detto che, in fondo la sua politica è una continuazione di quella del precedente governo di centrodestra, emerge tutta la contraddizione di questo centrosinistra.
In mezzo al guado.
Si alle coppie gay, ma anche un occhio al centro: «I democratici e i progressisti si impegnano altresì a promuovere un patto di legislatura con le forze di centro di ispirazione costituzionale ed europeista, sulla base di una comune consapevolezza e responsabilità di fronte alla straordinarietà del passaggio storico che l’Italia e l’Europa affronteranno nei prossimi anni»
I principi della carta d'intenti sono belli e condivisibili, peccato che la loro applicazioni sia incontrasto con le scelte che, sul campo, queste forze europeriste e costituzionali hanno fatto.
Prendiamo la norma sul conflitto di interessi: da quanti anni ne stiamo parlando? E siamo sicuri che l'UDC sia disponibile a spossare questa causa?
La protezione dei beni comuni: si fa presto a dire che bisogna proteggere sanità, scuola, ambiente.
Ma poi, quando si tratta di dare soldi alle scuole e università pubbliche, piuttosto che alle private, il discorso si fa duro.
Lo stesso per la difesa dell'acqua come bene pubblico: non mi ricordo battaglia in difesa da parte dell'UDC; lo stesso governo Monti è stato stoppato dalla corte costituzionale. E la battaglia per raccogliere le firme per il referendum del 2011, l'hanno fatta più i movimenti e la società civile che i partiti della strana maggioranza.
Io sono di sinistra perchè credo che tutti dobbiamo avere accesso a dei servizi pubblici, garantiti dallo stato: la cura, l'istruzione, la sicurezza, un minimo di welfare che tuteli le persone in difficoltà.
Sono di sinistra perchè non penso come Marchionne che siano i sindacati e l'articolo 18 il problema delle industrie che non riescono a lavorare in Italia.
Sono di sinistra perchè penso che tutti siano uguali di fronte alla legge, che ci ha un ruolo istituzionale deve avere una condotta trasparente, deve rispondere delle sue azioni. Non è solo un discorso di privilegi, ma di trasparenza.
C'era una volta il partito dalla parte degli operai, dei più deboli, che non giocava a carte col padrone che cacciava dalle imprese i sindacati che non firmavano gli accordi.
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