Prima di avere quarant’anni non si è abbastanza maturi per saper davvero narrare. A sostenerlo era uno dei miei scrittori preferiti, e per quanto mi riguarda ho pensato che superare anche i cinquanta male non avrebbe fatto. Tanto più che la mia unica ambizione è sempre rimasta la solita: raccontare i fatti. Anche quando, come in questo caso, si tratta di fatti che nel volgere di poco tempo hanno stravolto la mia vita. E non solo la mia.
Al crepuscolo dell’estate del 2018 ne erano già accaduti diversi. Avevo divorziato, ero tornato in Versilia, avevo incontrato Nora Beckford. Mio figlio Luca era finito in una storia terribile.
Vent’anni di
cronaca nera hanno lasciato il segno su Dario Corbo. Ex giornalista
lasciato a spasso dopo la chiusura del suo giornale, poi ex marito,
dopo la separazione con la moglie Giulia, nata dal suo attaccamento
al lavoro.
Da giornalista a portavoce della fondazione
Beckford, in Versilia, alle dipendenze di Nora Beckford, figlia
dell’eclettico artista inglese che qui aveva stabilito la sua
dimora. Dario Corbo l’aveva incontrata per la prima volta una vita
fa, da giovane cronista, quando era esploso il caso Calamai. Un
delitto in provincia che aveva attirato come mosche tanti
giornalisti, per tutte le dicerie attorno ai comportamenti disinvolti
di questa ragazza straniera, colpevole ideale agli occhi dei
benpensanti. Ma lei era “La
ragazza sbagliata”, come nel primo romanzo della serie di
Corbo.
Il figlio Luca, giovane promessa calcistica del Valdarno,
si era improvvisamente ritrovato, nei giorni in cui aspettava un
contratto da professionista, dentro una brutta storia di violenza
sessuale. Era stato l’ostinato lavoro del padre a ricostruire il
clima di ipocrisie e menzogne dietro quella squadra, il mondo degli
agenti: tutt’altro che “Come
una famiglia”, semmai un covo di vipere.
Sono questi i
fatti diversi a cui Dario Corbo stesso, anni dopo, fa riferimento
nell’incipit. Fatti che hanno accompagnato l’autore e voce
narrante sulla soglia dei cinquant’anni, alle prese coi problemi di
salute (al cuore, fatto che avrà un ruolo importante nel finale di
questa storia), con problemi familiari per il clima poco sereno in
casa. Col figlio Luca alle prese col processo e la moglie Giulia che
si è trasferita in Versilia per star vicino a lui, accettando il
lavoro presso una galleria d’arte.
- Purtroppo dobbiamo comunicarle che la signora Giulia Maiorino è rimasta coinvolta in un incidente stradale. Dodici chiamate non risposte.
- Coinvolta come? - ho biascicato. Come se non avessi fatto vent’anni di nera.
I carabinieri non si scomodano per venirti a comunicare un tamponamento.
- Coinvolta… come vittima.
Un altro fatto
arriva addosso alla famiglia Corbo, destinando a cambiare le loro
vite (e non solo): la moglie Giulia è stata investita in una strada
a metà tra Firenze e Prato, il pirata della strada non si è nemmeno
fermato, il suo corpo è stato sbalzato dal luogo dell’impatto e
scagliato lontano per metri.
Giulia aveva un nuovo lavoro, un
nuovo fidanzato (che era poi l’ex procuratore del figlio, uno dei
tanti traditori), aveva rinfacciato a Dario l’avergli messo contro
il figlio. E quella sera l’aveva chiamato dodici volte senza avere
risposta. Cosa ci faceva in quel posto (equivoco, secondo le
malelingue, un posto dove fare strani incontri)? Cosa aveva da dirgli
al telefono di così importante?
Dario vorrebbe chiederlo a quel
corpo che si trova davanti
Ma con quale Giulia sto parlando non lo so. Di sicuro non la Giulia stravolta nel tentativo di stare vicino sia a Luca sia al nuovo compagno. Preferisco parlare alla Giulia che Luca l’ha avuto dopo due aborti spontanei.La morte di Giulia fa esplodere tutte le tensioni covate per troppo tempo: nelle memorie di Dario Corbo – con estrema onestà nei confronti del lettore – si parla dello scontro tra lui, l’ex marito, il figlio, il nuovo compagno di Giulia, “come cani randagi che si contendono un osso avvelenato”, dove l’osso è il dolore per la morte di questa donna. Luca si ritrova a dormire nella Smart della madre, trovata chiusa poco distante dal luogo dell’incidente, con l’illusione di svegliarsi con l’odore della madre, come se fosse ancora viva. Dario reagisce a questo nell’unico modo in cui è capace per gestire il trauma e il dolore della morte, con una sua indagine personale per capire chi ha ucciso Giulia. Vent’anni di nera hanno lasciato il segno.
Sono un presbite affettivo. Ho sprecato gran parte della mia vita a cercare di raccontare le pulsioni più inconfessabili di decine di estranei e sono diventato bravo a capire solo coloro che mi stanno ad una certa distanza. A leggere dentro chi mi sta vicino, invece, faccio davvero schifo.
L’unico modo per
tenere a bada la rabbia del figlio e per dare un senso al suo dolore,
deve trovare lui l’assassino della moglie, i carabinieri non hanno
molta intenzione di approfondire il caso. Ci sono tanti piccoli
indizi da mettere assieme: un pezzo di carta con un numero di cellulare
trovato nella smart della moglie. I rapporti tra Giulia e i suoi
datori di lavoro, la rampante Maddalena Cuprè (che Nora chiama
Maddajena) e il marito, un misterioso broker di borsa.
Attraverso
la voce narrante del protagonista ci viene presentato il mondo
dell’arte moderna, dove tutto si gioca sul packaging degli artisti,
il gusto della provocazione. Un mondo dove coi soldi si riescono a
comprare recensioni positive, vip chiamati a fare da testimonial di
eventi. Un mondo dove il vuoto culturale viene colmato dalle tante
parole in inglese. Un mondo dove girano tanti soldi, per cui si è
anche disposti a passare sopra a tanti principi.
C’è
un’altra scoperta, che porta Corbo nella giusta direzione nella sua
inchiesta (che tra le altre cose, lo mette in contrasto col figlio e
con Nora la sua principale): il luogo dove Giulia è stata investita
è vicino a dove, dieci anni prima era avvenuta una strage, una
famiglia uccisa da un balordo, un ragazzo senza arte né parte che
campava facendo lavoretti.
Una coincidenza? Forse, ma vent’anni
di cronaca nera hanno portato Corbo a diffidare dalle
coincidenze.
Senza dirsi addio è un romanzo molto
articolato, ricco di descrizioni dei vari personaggi che si
incontrano nel corso della storia: c’è un’indagine che
attraversa il racconto, ma si parla anche del dolore della perdita di
una persona cara, di quanto ci si aggrappi alla ricerca del colpevole
per dare uno scopo a questo dolore. Trovare il mistero finale di
questo omicidio prima che Caino se lo porti nella tomba. Dare una
consolazione al rammarico che rimane per tutti i momenti felici del
passato, quello di Dario con Giulia, che non ritorneranno, rimarranno
solo ricordi destinati a sbiadire un poco alla volta.
Noi Giulia non l’abbiamo salutata. Neanche un addio. Con nessuno dei due. Questo è, non abbiamo la forza di dircelo, ma questo è.
La scheda del libro sul sito di Sellerio
I link per per ordinare il libro su Ibs e Amazon
Nessun commento:
Posta un commento