10 agosto 2022

Senza dirsi addio di Giampaolo Simi

 


Prima di avere quarant’anni non si è abbastanza maturi per saper davvero narrare. A sostenerlo era uno dei miei scrittori preferiti, e per quanto mi riguarda ho pensato che superare anche i cinquanta male non avrebbe fatto. Tanto più che la mia unica ambizione è sempre rimasta la solita: raccontare i fatti. Anche quando, come in questo caso, si tratta di fatti che nel volgere di poco tempo hanno stravolto la mia vita. E non solo la mia.

Al crepuscolo dell’estate del 2018 ne erano già accaduti diversi. Avevo divorziato, ero tornato in Versilia, avevo incontrato Nora Beckford. Mio figlio Luca era finito in una storia terribile.

Vent’anni di cronaca nera hanno lasciato il segno su Dario Corbo. Ex giornalista lasciato a spasso dopo la chiusura del suo giornale, poi ex marito, dopo la separazione con la moglie Giulia, nata dal suo attaccamento al lavoro.
Da giornalista a portavoce della fondazione Beckford, in Versilia, alle dipendenze di Nora Beckford, figlia dell’eclettico artista inglese che qui aveva stabilito la sua dimora. Dario Corbo l’aveva incontrata per la prima volta una vita fa, da giovane cronista, quando era esploso il caso Calamai. Un delitto in provincia che aveva attirato come mosche tanti giornalisti, per tutte le dicerie attorno ai comportamenti disinvolti di questa ragazza straniera, colpevole ideale agli occhi dei benpensanti. Ma lei era “La ragazza sbagliata”, come nel primo romanzo della serie di Corbo.
Il figlio Luca, giovane promessa calcistica del Valdarno, si era improvvisamente ritrovato, nei giorni in cui aspettava un contratto da professionista, dentro una brutta storia di violenza sessuale. Era stato l’ostinato lavoro del padre a ricostruire il clima di ipocrisie e menzogne dietro quella squadra, il mondo degli agenti: tutt’altro che “Come una famiglia”, semmai un covo di vipere.
Sono questi i fatti diversi a cui Dario Corbo stesso, anni dopo, fa riferimento nell’incipit. Fatti che hanno accompagnato l’autore e voce narrante sulla soglia dei cinquant’anni, alle prese coi problemi di salute (al cuore, fatto che avrà un ruolo importante nel finale di questa storia), con problemi familiari per il clima poco sereno in casa. Col figlio Luca alle prese col processo e la moglie Giulia che si è trasferita in Versilia per star vicino a lui, accettando il lavoro presso una galleria d’arte.

- Purtroppo dobbiamo comunicarle che la signora Giulia Maiorino è rimasta coinvolta in un incidente stradale. Dodici chiamate non risposte.
- Coinvolta come? - ho biascicato. Come se non avessi fatto vent’anni di nera.
I carabinieri non si scomodano per venirti a comunicare un tamponamento.
- Coinvolta… come vittima.

Un altro fatto arriva addosso alla famiglia Corbo, destinando a cambiare le loro vite (e non solo): la moglie Giulia è stata investita in una strada a metà tra Firenze e Prato, il pirata della strada non si è nemmeno fermato, il suo corpo è stato sbalzato dal luogo dell’impatto e scagliato lontano per metri.
Giulia aveva un nuovo lavoro, un nuovo fidanzato (che era poi l’ex procuratore del figlio, uno dei tanti traditori), aveva rinfacciato a Dario l’avergli messo contro il figlio. E quella sera l’aveva chiamato dodici volte senza avere risposta. Cosa ci faceva in quel posto (equivoco, secondo le malelingue, un posto dove fare strani incontri)? Cosa aveva da dirgli al telefono di così importante?
Dario vorrebbe chiederlo a quel corpo che si trova davanti

Ma con quale Giulia sto parlando non lo so. Di sicuro non la Giulia stravolta nel tentativo di stare vicino sia a Luca sia al nuovo compagno. Preferisco parlare alla Giulia che Luca l’ha avuto dopo due aborti spontanei.
La morte di Giulia fa esplodere tutte le tensioni covate per troppo tempo: nelle memorie di Dario Corbo – con estrema onestà nei confronti del lettore – si parla dello scontro tra lui, l’ex marito, il figlio, il nuovo compagno di Giulia, “come cani randagi che si contendono un osso avvelenato”, dove l’osso è il dolore per la morte di questa donna. Luca si ritrova a dormire nella Smart della madre, trovata chiusa poco distante dal luogo dell’incidente, con l’illusione di svegliarsi con l’odore della madre, come se fosse ancora viva. Dario reagisce a questo nell’unico modo in cui è capace per gestire il trauma e il dolore della morte, con una sua indagine personale per capire chi ha ucciso Giulia. Vent’anni di nera hanno lasciato il segno.

Sono un presbite affettivo. Ho sprecato gran parte della mia vita a cercare di raccontare le pulsioni più inconfessabili di decine di estranei e sono diventato bravo a capire solo coloro che mi stanno ad una certa distanza. A leggere dentro chi mi sta vicino, invece, faccio davvero schifo.

L’unico modo per tenere a bada la rabbia del figlio e per dare un senso al suo dolore, deve trovare lui l’assassino della moglie, i carabinieri non hanno molta intenzione di approfondire il caso. Ci sono tanti piccoli indizi da mettere assieme: un pezzo di carta con un numero di cellulare trovato nella smart della moglie. I rapporti tra Giulia e i suoi datori di lavoro, la rampante Maddalena Cuprè (che Nora chiama Maddajena) e il marito, un misterioso broker di borsa.
Attraverso la voce narrante del protagonista ci viene presentato il mondo dell’arte moderna, dove tutto si gioca sul packaging degli artisti, il gusto della provocazione. Un mondo dove coi soldi si riescono a comprare recensioni positive, vip chiamati a fare da testimonial di eventi. Un mondo dove il vuoto culturale viene colmato dalle tante parole in inglese. Un mondo dove girano tanti soldi, per cui si è anche disposti a passare sopra a tanti principi.

C’è un’altra scoperta, che porta Corbo nella giusta direzione nella sua inchiesta (che tra le altre cose, lo mette in contrasto col figlio e con Nora la sua principale): il luogo dove Giulia è stata investita è vicino a dove, dieci anni prima era avvenuta una strage, una famiglia uccisa da un balordo, un ragazzo senza arte né parte che campava facendo lavoretti.
Una coincidenza? Forse, ma vent’anni di cronaca nera hanno portato Corbo a diffidare dalle coincidenze.

Senza dirsi addio è un romanzo molto articolato, ricco di descrizioni dei vari personaggi che si incontrano nel corso della storia: c’è un’indagine che attraversa il racconto, ma si parla anche del dolore della perdita di una persona cara, di quanto ci si aggrappi alla ricerca del colpevole per dare uno scopo a questo dolore. Trovare il mistero finale di questo omicidio prima che Caino se lo porti nella tomba. Dare una consolazione al rammarico che rimane per tutti i momenti felici del passato, quello di Dario con Giulia, che non ritorneranno, rimarranno solo ricordi destinati a sbiadire un poco alla volta.

Noi Giulia non l’abbiamo salutata. Neanche un addio. Con nessuno dei due. Questo è, non abbiamo la forza di dircelo, ma questo è.

La scheda del libro sul sito di Sellerio

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