12 luglio 2024

La notte non ha bisogno di Paola Ronco e Antonio Paolacci

 

Se avesse saputo di essere arrivato al suo ultimo pasto, Vittorio Oliveri avrebbe scelto di assaporarne ogni dettaglio, come prescrivevano i testi zen che gli capitava di leggere nei rari momenti di relax. Di certo non sarebbe sceso dal taxi in volata e con il cellulare all’orecchio, senza guardarsi intorno [..] aveva tanti impegni, ancora, ma si illudeva di avere anche tutto il tempo per portarli a termine.

Un altro romanzo della coppia di scrittori Ronco Paolacci, o Paolacci Ronco, con protagonista il vicequestore Paolo Nigra che qui troveremo alle prese con una brutta indagine di un importante finanziere genovese, della Genova bene, ucciso in un modo brutto, con tanto di rituali satanici, quel genere di particolari su cui un certo tipo di stampa, preoccupata di parlare alla pancia delle persone piuttosto che alla loro mente, si getta a capofitto.

Purtroppo questo delitto capita in un momento poco sereno per Nigra: il suo fidanzato, l'attore Rocco Antonelli, diventato famoso con la fiction del commissario Scogliamiglio sta per esordire con la sua prima pièce teatrale, proprio a Genova.

Ma Rocco, a differenza di Nigra, non ha avuto il coraggio di fare “coming out” per dire a tutti che la sua normalità è amare un uomo.

Non è facile – e questo è il primo problema per Nigra - voler bene ad una persona e doversi nascondere, non poter vivere alla luce del sole questa situazione: Nigra ha sperimentato sulla sua pelle quanto sia difficile poi continuare a fare il proprio lavoro dopo aver detto che si ama un uomo, c’è il rischio che la carriera di Rocco subisca un arresto, perché siamo in Italia e qui viviamo ancora nello stereotipo della famiglia tradizionale, un uomo una donna anzi, un papà che lavora e una mamma che sta a casa ad accudire i bambini.

Questo è, ad esempio, il modello di famiglia che ha in mente il leader del Partito degli Italiani, Lorenzo Modesti: Dio, patria e famiglia, questa la sua politica che, come potete immaginare, non vede di buon occhio gli omosessuali e i migranti, considerati le cause di tutti i mali del paese.

In una precedente indagine Nigra aveva scoperto come questa immagine di buon italiano, patriota e difensore dei cari e vecchi valori, che di giorno tuona contro chi delinque e chi non rispetta le leggi, è legato ad una potente ndrina di cui, di fatto, è solo un pupo. Il potere, quello vero, quello di questa Italia dove si criminalizza la povertà e si depenalizzano i reati dei colletti bianchi, deve necessariamente andare a braccetto con le mafie:

Devi capire che noi non lavoriamo per la criminalità organizzata: queste puttanate lasciale pensare al popolino. Noi facciamo parte della rete d’affari più importante d’Italia, quella dove girano i veri soldi e il vero potere. L'azienda italiana meglio organizzata e insieme l'istituzione più funzionante che ci sia. L'unica cosa diversa dal potere che una volta si chiamava legale, qui, è che ci sono altre regole da seguire, e altri avversari da cui nascondersi o fottere. Noi siamo nel fulcro del potere, lo capisci? Non c’è un’altra strada per arrivare a governare in Italia, non oggi. Quindi metti da parte i tuoi concetti del secolo scorso e dammi retta. Stiamo facendo un lavoro importante e abbiamo già avuto un intoppo, un danno di cui ci chiederanno quantomeno spiegazioni. Per cui invece di gongolare perché il carico non sarà sequestrato, dobbiamo concentrarci sulle priorità, ovvero il fatto che il container adesso è bloccato, invece deve arrivare qui comunque, e presto, nei prossimi giorni. E nessun piccolo funzionario che non conta nulla dovrebbe riuscire ad impedirlo. Riesci a seguirmi?

Da uomo politico potente in Liguria, ha protetto i traffici di droga della famiglia Mangano nella sua Genova, la città da cui dall'enorme porto passa circa il 40% della cocaina che poi transita verso il nord Italia (dati della relazione della Dia).

Quella contro Modesti è una partita da giocare con accortezza: perché tanto Nigra conosce il segreto di Modesti quanto il potente politico ligure, nella sua ambizione di potere, sa quanto quel poliziotto, quel cane sciolto della Questura, possa costituirgli un intoppo nel suo sogno che lo vorrebbe portare a Roma. Perché quel cane sciolto non può essere comprato, come altri uomini nelle forze dell’ordine.

Ma i problemi per il vicequestore sono destinare a peggiorare: la morte del finanziere costringe tutta la Mobile a seguire il caso per due motivi. Per l’estrema importanza della vittima - Oliveri Vittorio, anni cinquantaquattro, di professione consulente finanziario, non tutti i morti sono uguali, come sappiamo bene.
E poi per il come è stato trovato il morto: legato ad un letto, col corpo coperto da vernice rossa, tanto da far sembrare il corpo inondato di sangue in un primo momento. Ma non è stato ucciso dalle coltellate, quelle sono date post mortem, perché Oliveri è morto soffocato.
La cosa che salta all’occhio è un’altra, quel “disegno tracciato sul pavimento con una certa precisione circolare, un pentacolo che sembrava essersi formato spontaneamente con il liquido rosso”.

Un pentacolo, dunque magari un rito satanico, compiuto da qualche setta di matti, magari legati proprio a quel cantante famoso che da poco è venuto pure lui ad abitare a fianco dei potenti di Genova, in una villa poco lontana. Si tratta del cantante Fidel Dior, molto estroverso nei suoi concerti, abile nel provocare le gente perbene, politici come Modesti per esempio.

C’è, infine, un altro problema che, come un Tir a velocità sostenuta, sta piombando addosso a Nigra: in città è arrivato il professor Walter Sobrino, un importante criminologo in Italia, tanto da essere chiamato da diverse procure per le sue consulenze. Come avverrà anche per questo delitto, per mettere a tacere le voci fatte circolare dalla stampa di un delitto rituale.

Quando, come Nigra ha già capito, quel pentacolo è solo un depistaggio. Un caso di “staging”, di messa in scena di un delitto.

Purtroppo Walter Sobrino è anche la persona che meno avrebbe voglia di vedere in quel momento, essendo stato il suo ex, prima di Rocco.

«Lo so che tra voi c’è stato, come dire, un vissuto importante, ma qui parliamo di lavoro. Dobbiamo avvalerci della consulenza del professor Sobrino in questo caso...»

Tutto sembra andare per il verso sbagliato, la vita di Nigra sembra prendere una piega sbagliata: tutta colpa del non potere dichiarare la sua relazione per proteggere Rocco che in quei giorni è proprio a Genova per la sua prima. Nigra si ritrova sotto attacco da parte di Modesti, costretto ad abbandonare la sua indagine non autorizzata sui container dal porto di Gioia Tauro carico di cocaina. È costretto a mentire ai suoi colleghi, a cui non può raccontare né di Rocco né dell’indagine. È costretto anche a non essere sincero con Rocco, causando il risentimento di quest’ultimo.

E la presenza di questo Walter, un criminologo di quelli brillanti, da talk, capace con le sue punzecchiature sul loro comune passato, di scalfire l’atteggiamento da pokerista di Nigra, non aiuta di certo.

L’unico punto di forza che sentiva di avere era proprio la logica, e forse non era vero nemmeno quello; più che altro, in qualche modo riusciva a farla prevalere sull’emotività.

Una doppia indagine, molto pericolosa quella su Modesti, molto delicata quella sul delitto di Oliveri: quest’ultima si risolverà mettendo assieme, con tanta pazienza e con un lavoro certosino sui dettagli, tutti i pezzi che non tornano. Come mai il morto era stato trovato a stomaco vuoto e con residui di cocaina in circolo, ma assente nella sua villa? Come mai quel rituale falso, quel pentacolo messo lì dall’assassino per sviare le indagini (e creare quel clamore mediatico che avrebbe messo in difficoltà gli investigatori)? Tutto sembra ruotare attorno alla cocaina..
A dare un contributo arriverà la testimonianza di due strani ladri, i fratelli Malavac, due ladri che parlano tutte le lingue dell’Europa, una sorta di Gramelot moderno.

Tutto troverà una sua spiegazione che punterà dritto contro le ipocrisie di quella Genova bene, arricchita magari sulle spalle di speculazioni finanziarie o legami stretti con la politica, quella Genova che si spaventa per gli atteggiamenti di un cantante che sul palco bacia il chitarrista, che si atteggia da finto satanista. Ma che non si fa scrupoli nel portare avanti le proprie perversioni, l’importante è che siano nel privato della propria villa.

Ci sono tanti spunti, legati anche alla realtà che vediamo tutti i giorni, di cui leggiamo sui giornali: delitti che occupano le prime pagine per giorni per quei dettagli che colpiscono l’immaginazione dei lettori.

La politica che prende di mira i migranti ma che in realtà sui migranti basa la sua sopravvivenza: per la propaganda, per le leggi che costringono i migranti a vivere da clandestini, senza diritti, dunque più ricattabili dalla criminalità organizzata.

L’uomo politico cresceva nei sondaggi spingendo l’opinione pubblica e le istituzioni verso l’intolleranza nei confronti degli immigrati, così da ostacolare qualsiasi scelta politica che ne facilitasse la regolarizzazione.

[..] Era un sistema a ingranaggi, dove ogni rotella forniva forza motrice all’altra: gestione illegale dell’immigrazione, traffico di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, speculazione edilizia, manodopera a buon mercato e propaganda politica che macinava consensi.

C’è un finale, parzialmente risarcitorio alla fine di questa storia. Ma non è il finale della battaglia che Nigra dovrà portare avanti, per avere un’Italia migliore, per sconfiggere quel sistema di corruzione e ricatti, dove potere e criminalità organizzata sono legati, tanto da renderli indistinguibili l’uno dall’altro.

Soprattutto, questo è solo un romanzo. O forse no..

Le precedenti indagini del vicequestore Nigra

Oceano di Fabrizio De Andrè

Quanti cavalli hai tu seduto alla porta

Tu che sfiori il cielo col tuo dito più corto

La notte non ha bisogno

La notte fa benissimo a meno del tuo concerto

Ti offenderesti se qualcuno ti chiamasse un tentativo

Ed arrivò un bambino con le mani in tasca

Ed un oceano verde dietro le spalle

Disse, "Vorrei sapere, quanto è grande il verde

Come è bello il mare, quanto dura una stanza"

È troppo tempo che guardo il sole, mi ha fatto male

Prova a lasciare le campane al loro cerchio di rondini

E non ficcare il naso negli affari miei

E non venirmi a dire, "Preferisco un poeta

Preferisco un poeta ad un poeta sconfitto"

Ma se ci tieni tanto puoi baciarmi ogni volta che vuoi

La scheda del libro sul sito di Piemme editore, il blog degli autori.
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