Per fortuna che siamo in estate: ringrazio la Rai perché, in un periodo di magra, abbia trasmesso il servizio giornalistico di Riccardo Iacona, sullo stato di salute della ricerca italiana.
Abbiamo dovuto aspettare l'estate che costringe i principi dei palinsesti a riportare in prima serata vecchi telefilm, film già visti, per coprire i buchi. E qualche volta viene mandato in onda qualcosa di intelligente.
Chi ha visto la trasmissione (martedì 21/06 sera su Raitre) non può non aver provato un senso di rabbia per quanto mostrato: "chi parla viene bloccato, gli vengono tolti i fondi, si viene eliminati dal sistema, i concorsi sono pilotati, chi vince si sa già..".
Ma non si stava parlando della mafia, ma del sistema accademico italiano, che non premia i cervelli migliori, non li mette in condizioni di poter fare ricerca fornendo fondi adeguati e attrezzature avanzate.
Desolante il paragone fra i nostri centri di ricerca, considerati anche all'avanguardia per le ricerche che portano avanti e quelli all'estero. Iacona si chiedeva come mai ogni volta dovesse scendere in scomodi scantinati, oppure in stretti box dove gli studenti devono stringersi in sei in uno spazio di 5 metri per 2. Mentre all'estero ogni ricercatore ha la sua aula, il suo terminale con la connessione in rete e i centri di ricerca sono in laboratori ampi e luminosi. E non stiamo parlando di università del meridione (o del terzo mondo): ma del Politecnico di Torino.
Nell'inchiesta sono stati mostrati molti casi di "cervelli" in fuga: come Dario Farina, 31 anni, brillante ricercatore, che è stato bocciato al concorso di ricercatore a Torino. Dopo la bocciatura si è trasferito in Danimarca, è diventato professore associato (cosa che in Italia si ottiene a 50 anni). Sta portando avanti degli studi avanzati sul meccanismo di trasmissione degli stimoli dal cervello al sistema muscolare. Sarà una ricerca importante: come mai l'Italia (e il sistema accademico) si è privata di una persona così brillante?
Perché chi ha vinto il concorso, aveva pubblicato due articoli (contro i 31 di Farina) con uno dei membri della giuria che lo ha giudicato. La cosa è scandalosa: eppure nell'università di Torino non se ne è discusso, il sopruso, il clientelismo, la raccomandazione sono concetti comunemente accettati. Anche nel mondo delle università: i nostri giovani stanno crescendo con l'idea che, senza conoscenze, solo con i propri meriti, non si va da nessuna parte.
La Danimarca investe il doppio dell'Italia in ricerca. Otterrà da questa, probabilmente, dei risultati importanti: nuovi brevetti, che significa nuovi prodotti per la cura di malattie (come la semi-mobilità muscolare), anche grazie al contributo dei cervelli italiani in fuga.
Un altro caso è quello della dottoressa Alessandra Lanzana, professoressa all'università di Berkeley, cui è stato affidato un budget di 4 milioni di dollari per le sue ricerche nel campo dei superconduttori. In Italia avrebbe lavorato (con contratti annuali) in uno scantinato.
O come il professore Luzzato, trombato (la notizia su repubblica, molecularlab, pianestascuola) da direttore scientifico dell'Istituto Tumori di Genova: la scusa? Passava troppo tempo a New York, dove lavorava prima di tornare in Italia, creando "una situazione di conflitto di interessi".
Dovrebbe essere un lustro la collaborazione con un ente, primo al mondo nella ricerca dei tumori, invece.
Luzzato è stato licenziato dal commissario straordinario dell'Ist, Maurizio Mauri (nominato dall'ex ministro della Sanità Umberto Veronesi). Come mai? Al suo posto è stato nominato un dottore, probabilmente, più manovrabile. D'altronde la ricerca sul cancro non è diventata un grande business?
Parliamo di mettere dazi sulle importazioni dalla Cina: pensiamo veramente di batterla così? La realtà abbandonando la ricerca diventeremo sempre più un paese da terzo mondo, diviso in caste. Dove chi nasce figlio di un dottore, di un professionista, ha la corsia preferenziale nel mondo del lavoro. Chi nasce figlio di operai, ha sempre meno possibilità di migliorare la propria posizione.
Io sono riuscito a laurearmi grazie alle borse di studio dell'ISU (Istituto per il diritto allo studio): passi gli esami con una buona media? Bene, noi ti diamo assegno con cui pagare la retta (e i libri ..). Chissà oggi, con i tagli alla ricerca, ai fondi delle università ..
1 commento:
Cercando le puntate di W l'Italia mi sono imbattuta nel tuo Blogghino, questa puntata sulla ricerca mi interessa molto, tu per caso sapresti dove è possibile trovarla?
Adesso mi spulcio un po' i tuoi scritti =P
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