In Italia abbiamo più cani e gatti che esseri umani: cresce il desiderio di avere un animale in casa e qu come cresce anche l'economia attorno a loro. Come mai tutto questo bisogno di compagnia di un animale domestico?
Fa strano dover parlare di cani e gatti nelle ore in cui si teme un attacco da parte della Russia di Putin all'Ucraina, ora che il presidente russo ha riconosciuto le due repubbliche secessionistiche.
Ma ieri sera Presadiretta ha parlato dell'amore che noi umani riversiamo nei confronti dei nostri amici a quattro zampe: saune relax con oli essenziali per farli rilassare, spa per cani dove applicano al manto dei fanghi per pulirne il manto.
Spendiamo 35ml di euro l'anno per la toelettatura e i trattamenti di cani e gatti: non basta pulire il cane, oggi si fanno trattamenti su misura per il loro manto, per il loro pelo. Anche al latte e al miele.
E i vestitini per cani? Ci sono sartorie dove fanno camicine per cani, come nel laboratorio a Prato, dove una volta i capi pregiati erano confezionati per le persone mentre oggi lo sono per Fido che può orgogliosamente indossare gilet e capi in pelle firmati dal marchio Ross e Co, l'azienda che compra i capi prodotti a Prato, che ha quadruplicato il fatturato nel 2021 (lo stesso vale per altre aziende nel settore degli accessori per cani).
Perfino i grandi nomi della moda si sono lanciati in questo settore, da Gucci a Moschino, hanno la loro serie Pet. Anche i divani si producono pensando ai cani: la Dog’s Sofa in Veneto produce e vende divani in memory per cani in tutto il mondo.
Parliamo di un mercato che oggi vale 200miliardi, stimato in 300 miliardi tra pochi anni: la gente fa meno figli e dunque riversa il proprio amore su cani e gatti. Solo il cibo per cani muove 4 miliardi di euro: lo sanno alla Monge, dove anno dopo anno hanno avuto una crescita del 20% e la finanza internazionale (Allianz Global Investment) si sta interessando al settore Pet.
Presadiretta cercherà di capire le ragioni di questo amore con gli animali, quando abbiamo iniziato a trattarli come figli. E come li abbiamo trasformati nel corso degli anni.
Tanti italiani come la stessa
giornalista Lisa Iotti hanno perso la testa per il loro cane: cani
che entrano in casa, durante il lockdown per la Iotti, e occupano
tutti gli spazi in casa dove non siamo più noi umani i padroni.
Ci
siamo lasciati soggiogare da loro, vivono con noi e dormono con noi e
vanno anche a scuola, come noi: a Milano esiste una scuola per cani
(Harmonia), o meglio, un asilo come fossero dei bambini, con tanto di
un parchetto per scorrazzare felici.
C'è perfino uno scuolabus che li raccoglie a casa, per evitare che stiano tutto il giorno da soli.
Il costo è di 20, fino a 40 euro al giorno, proprio come avere un bambino al nido: cani che sono al centro della vita delle persone, racconta un signore milanese e che una volta che li guardi, capisci perché non ne puoi più fare a meno.
Presso la struttura di Harmonia c'è perfino una piscina, uno spazio per fare esercizi di logica, c'è lo spazio relax per un riposino.
Esistono anche ristoranti per cani, con menù dedicati per loro: Dog's Mistrò prepara pappe ad hoc per ogni cane, un'idea nata da un erede dei Mondadori che, una volta, si occupavano di editoria.
Quella che inizialmente era presa come un'idea per matti sta diventando un idea di successo: questa azienda calcola il valore proteico ideale per ogni cane, in base alla razza e al peso, con pappe che arrivano da una filiera locale, come quella per il nostro cibo.
Vuoi andare in vacanza col tuo cane? Oggi anche gli hotel di lusso accolgono il cane, non è più come ai tempi che furono, dove all'ingresso trovavi la scritta “vietato al cane”.
Oggi negli hotel di lusso si trovano servizi di lusso per cani, come per esempio all'hotel Cavalieri Waldorf Astoria a Roma o all'Hilton di Londra.
Stiamo forse esagerando nel nostro rapporto coi cani?
Lisa Iotti ha incontrato Adam Miklòsi – professore di etologia a Budapest: i cani sono un po' come i nostri figli, nel gioco, nelle interazioni coi loro padroni: i ricercatori ungheresi hanno osservato i cani per studiarne il comportamento mentre interagivano coi proprietari e tra di loro. E hanno testato le loro reazioni di fronte ad alcuni gesti tipici umani, come indicare qualcosa con il dito o i segnali dello sguardo.
“Sembra che i cani siano molto simili ai bambini di due o tre anni, seguono il gesto di puntare col dito, capiscono singole parole legate a delle azioni come seduto o in piedi” – è sempre il professore Miklòsi a parlare – “e questo non succede con altri animali, i cani sono speciali. Considerate che i cani hanno una storia evolutiva lunghissima, di venti-trentamila anni. E visto che i cani vivono con noi, i loro stati emotivi sono molto simili ai nostri ..”
I cani possono essere tristi, possono provare dolore fisicamente ed emotivamente, come noi umani, per esempio quando li lasciamo soli: i cani devono vivere una vita felice, come anche noi del resto, non devono annoiarsi, non devono sentirsi abbandonati.
All'università di Glagow hanno inventato una specie di telefonino per chiamare il padrone: l'idea è garantire al cane una vita con maggiore benessere e anche – racconta la dottoressa Douglas – perché la mia casa è anche la sua casa.
Sempre in Ungheria hanno fatto un esperimento su un cane, che dal Messico è arrivato fino in Ungheria: analizzando il loro cervello, hanno scoperto che i cani sanno distinguere le lingue e sanno anche distinguere parole senza senso da un discorso vero.
Ma anche dentro di noi, al contatto coi cani e quando li guardiamo negli occhi, si scatenano dei fenomeni: accarezzare un cane produce l'ossitocina, l'ormone dell'amore che viene rilasciato nel sangue.
Più si osserva, più ci si avvicina, più si rilascia l'ossitocina producendo effetti benefici sull'organismo: stare coi cani e coi gatti ci fa stare bene, ci gratifica. È lo stesso principio che si ha quando si guarda un bambino.
Guido Guerzoni è autore del libro Pets: “tanto più l’affettività si dematerializza, tanto più l’affettività animalesca cresce e diventa appagante”. Il calore, l'affettività che ci arriva da un cane o un gatto ci ripaga, non è un amore malato, non è un amore sprecato, non esiste la concorrenza dell'amore, si può amare un cane e anche delle persone.
Ma sono sempre creature di una specie diversa, non sono bambini: se li trattiamo come bambini gli facciamo male, anzi, li maltrattiamo.
Questo succede quando sovralimentiamo gli animali, che sono obesi come noi: un fenomeno che è scoppiato con la pandemia.
E così, oltre alla sartoria, all'asilo per cani, esiste anche l'ambulatorio per cani obesi, come all’università Ludwig Maximilian di Monaco, dove fanno un check completo ai pazienti cani, dal cuore al giro vita.
I cani più stanno con noi, più ci assomigliano anche nelle patologie: diventano depressi, obesi, stressati, fanno poco movimento.
Siamo destinati a condividere lo stesso destino, racconta il professor Guerzoni, dunque anche loro devono andare dall'osteopata e forse un giorno anche dallo psicologo.
Amiamo così tanto le razze che hanno tratti simili ad un bebè tanto da selezionarli per questo scopo: il muso schiacciato, occhi grandi, un viso tondeggiante.
Come per esempio per il bulldog francese: cani che non riescono a respirare, con un palato piccolo, con arti corti. Animali “brachicefali”, non solo cani ma anche gatti e perfino cavalli: sono animali con lingua enorme e poco spazio nel palato e dunque respirano a fatica.
Lisa Iotti ha intervistato Emma Goodman, una veterinaria inglese che nel 2016 ha lanciato una grande campagna internazionale per abolire gli allevamenti dei cani brachicefali, i carlini, i bulldog francesi, i bulldog inglesi ma anche certe razze di gatti, di conigli e persino di cavalli. Sono selezioni estreme sulla loro salute: gli abbiamo tagliato il muso, accorciato le ossa del cranio, ma tutti i tessuto molli all’interno della bocca come lingua, il palato, sono rimasti uguali, quindi questi animali hanno delle narici strettissime e una lingua enorme che occupa tutto lo spazio, per questo la metà di questi cani non può respirare. Non solo: “la maggior parte di loro non si può riprodurre e molti piccoli devono nascere col cesareo, perché hanno la testa troppo grande per uscire e inoltre le mamme non ce la farebbero a respirare durante il travaglio perché non hanno il fiato.”
L’evoluzione aveva selezionato
altri tratti morfologici più adatti per la sopravvivenza, come
le zampe lunghe, muso affilato, occhi protetti, ma l’uomo li ha via
via eliminati, per far si che questi animali mantengano sempre
quell’aspetto da cuccioli che ci piace tanto.
“La gente non
capisce che ci siamo evoluti per avere queste caratteristiche da bebè
e non da adulti, quando ottieni degli occhi così grandi [come quelli
del carlino] come hanno questi cani è perché hai reso molto meno
profonde le orbite, per cui poi hai delle infezioni” conclude la
dottoressa Goodman.
Abbiamo forzato altre razze, sempre per assecondare i nostri ideali di bellezza: per esempio aver accorciato il cranio dei cani spinge il cervello verso il fondo, è come avere un mal di testa perenne. Sono cani che non possono camminare, che non possono respirare, che non possono partorire senza un cesareo (perché nel parto per lo sforzo, non riuscirebbero a respirare da soli).
Così, racconta Presadiretta, ci sono cliniche che operano al palato i cani brachicefali, come la San Marco a Padova: dobbiamo fermare l'allevamento di queste razze, cani “maltrattati geneticamente” come bulldog francesi e cavalier King, nonostante siano razze molto di moda, che si vendono facilmente in rete.
Megan Rowe è un analista dell'associazione Cat & Dog Alliance che ha analizzato gli annunci di vendita di animali in internet: la rete sta diventando il luogo principale per vendere, legalmente e anche illegalmente cuccioli, è il luogo ideale per venditori senza scrupoli, per traffici illegali.
Lisa Iotti si è finta una acquirente ed è andata a vedere gli allevamenti in Ungheria, uno dei principali paesi dall'est da dove partono questi animali venditi in Italia.
Ci sono gruppi dedicati su Viber dove poter comprare un bulldog a 300 euro, mentre qui da noi si trovano a 2000/3000 euro.
Sono gruppi chiusi dove si entra per invito, perché gli allevatori sono sospettosi: anche Lisa Iotti è riuscita ad entrare in uno di questi gruppi, diventando Lisa Brin, trasformandosi in una imprenditrice che cerca cuccioli da portare in Italia per le feste.
La giornalista si è fatta aiutare da una troupe locale per visitare un mercato locale di animali: qui, dentro i bauli delle macchine ferme al mercato si trovano gli animali, anche sotto le otto settimane, senza che hanno terminato il ciclo vaccinale.
Ma il mercato è solo una vetrina per prendere contatti coi clienti: gli affari si fanno nelle case dei venditori, che sono state trasformate in veri e propri allevamenti intensivi al chiuso, piene di animali riproduttori e di cuccioli rinchiusi nelle gabbie.
Non si potrebbero esportare i cani sotto i tre mesi: ma di fatto si può fare di tutto, anche trasportare cani senza tutti i vaccini, come quello per la rabbia, che in Italia è scomparsa ma nei paesi dell'est è ancora presente.
Non ci si pensa, ma ogni anno nel mondo 55 mila persone muoiono per un morso di un cane.
Eppure bastano dei passaporti falsi fatti da veterinari compiacenti (dove si falsifica l'età del cucciolo), allevatori con pochi scrupoli e venditori che vengono in Ungheria per fare affari e il gioco è fatto, tutto troppo facile per un traffico da milioni di euro ogni anno.
Cani che arrivano da allevamenti che sono peggio di un lager: fabbriche di cuccioli dove gli animali non vedono la luce, non sono trattati per i parassiti.
In queste fabbriche non si allevano cani, si producono.. racconta una volontaria di una associazione che lotta contro il traffico di questi animali.
Comprare questi cani, in modo illegale, pensando di fare un affare perché li paghiamo poco, alimentano questa piaga. Tutta l'Europa è responsabile, ma a mettere in modo questa macchina sono stati gli italiani, commercianti italiani venuti in Ungheria e ad inventare questo business, passando dall'allevamento intensivo di maiali a quello di cani.
“Avete bisogno di un animale di compagnia? Andate in un canile, nell'attesa che in Italia si faccia come in Francia, dove con una legge dello stato si è vietato la vendita online o nei negozi.” - è il commento a fine puntata di Riccardo Iacona.
Perché questi animali ci fanno stare bene, non solo per gli ormoni dell'amore.
All'ospedale Meyer di Firenze si trovano tre supereroi, Galileo, Polpetta e Malì, si muovono nei reparti dove si curano adulti e bambini. La pet therapy è una cura per i pazienti, come una medicina comune, l'interazione con il cane porta ad una diminuzione del dolore, ad una diminuzione dell'ansia, del cortisone, i pazienti si rilassano.
Sono operatori sanitari come medici e infermieri, i cani: comprendono le emozioni e il dolore del bambino, consolano l'operatore sanitario nella fatica quotidiana. Stemperano la tensione nel reparto: i cani hanno la percezione dell'emotività, “percepiscono le emozioni che ci circondano, noi dovremmo andare a lezione da loro.”
La felicità aiuta sempre: ci sono studi scientifici, come quelli della dottoressa Friedman negli anni settanta in America o come quelli della scienziata svedese Tove Falle “uno studio lungo 12 anni dimostra come chi viva con animali domestici abbia una probabilità di morire minore dell’11% rispetto a chi viveva senza e nei single la % saliva al 33%.”
La solitudine è un problema, è un fattore di rischio per una morte prematura e un cane aiuta a rendere una vita significativa, perché ci costringe a prendersi cura di lui e a prendersi cura degli altri. Una lezione che, dopo questa pandemia, dovremmo imparare bene.
Nella prossima puntata Presadiretta si occuperà dei cambiamenti climatici e degli effetti sul pianeta che stanno già avvenendo oggi.
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