13 febbraio 2022

Di emergenza in emergenza

“Non si tratta di stabilire se la guerra sia legittima o se, invece, non lo sia. La vittoria non è possibile. La guerra non è fatta per essere vinta, è fatta per non finire mai. Una società gerarchica è possibile solo se si basa su povertà e ignoranza. […] La guerra viene combattuta dalla classe dominante contro le classi subalterne e non ha per oggetto la vittoria sull’Eurasia o sull’Asia orientale, ma la conservazione dell’ordinamento sociale”.

Non vorrei che alla fine avesse ancora una volta ragione Orwell quando, in 1984, spiega che al Grande Fratello c'è bisogno di una guerra continua, di una situazione di perenne emergenza.

Da quella sanitaria, non ancora risolta (e che pure ha fatto emergere altre emergenze, come le disuguaglianze che sono esplose) a quella militare per i nuovi venti di guerra fredda, tra l'occidente, stretto attorno a Biden (che pure lui avrebbe altri problemi) e dall'altra parte Putin, l'orco cattivo e comunista che vuole invadere l'Ucraina.

Come per la guerra in Iraq nel 2003, anche questa si sta preparando sui giornali, raccontando delle truppe dell'esercito russo ammassate alla frontiera dell'Ucraina. Dimenticandosi di come siamo arrivati a questa situazione di tensione.

Non c'è bianco e nero, non ci sono buoni e cattivi: chi sarebbero i buoni, gli estremisti di destra in Ucraina che vogliono isolarsi dall'influenza russa?

I piani dell'invasione russa sono già pronti, scrive Repubblica con Mastrolilli, non possiamo più aspettare.

Sembra un deja vu dei mesi tra il 2002 e la primavera 2003 che hanno anticipato la guerra in Iraq contro Saddam: anche lì le fonti dell'intelligence avevano anticipato tutto, i piani di Saddam, le armi di distruzioni di massa.

Tutte bugie, ma lo abbiamo scoperto poi.

Da veramente fastidio il processo di omologazione del pensiero degli opinionisti, che sui social pullulano: o sei con Biden (e il suo mostrare i muscoli per riprendere il controllo della politica internazionale) o sei con Putin, il cattivo.

Ragionamento che farebbe anche ridere: pochi settimane fa gli industriali italiani sono andati proprio dal cattivo Putin col cappello in mano per il problema del rincaro del gas.

Per non parlare degli splendidi rapporti con Putin del patriota Berlusconi (ma lui aveva fatto finire la guerra fredda, si sa).

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