04 agosto 2016

In vacanza assieme a due grandi

Quest'anno passerò i giorni di vacanza con due grandi della letteratura: Georges Simenon che mi racconterà la storia di Emile e Marguerite che non si parlano più se non attraverso bigliettini ("Il gatto" Adelphi ed).
E Leonardo Sciascia e i suoi scritti lasciati "A futura memoria" Bompiani (se la memoria ha un futuro)”.

Una storia di crudeltà familiari che Simonen ci fa vivere in prima persona.
E le battaglie di un intellettuale come lo è stato Sciascia, contro la mafia negli anni in cui era difficile schierarsi contro, essere anticonformisti.

Due storie per staccarsi dal presente (le banche, l'Isis, le piccole beghe politiche, i rifiuti di Roma ..) che forse permetteranno di vedere e giudicare il presente con la giusta distanza.
Senza farsi prendere dalla frenesia dei titoli dei giornali, col modello usa e getta delle notizie, che spesso ci impediscono di avere un'opinione più completa.

La violenza sulle donne o anche la guerra santa contro le donne, anche da parte di quei “estremisti cattolici” di cui ha parlato papa Francesco la scorsa settimana.
Donne uccide o violentate da uomini e che fanno notizia solo dopo, come un banale dato di cronaca, un numero da aggiungere alla sommatoria del “femminicidio”.
Forse dovremmo cambiare lessico, chiedeva ieri la filosofa Marzano.
E forse dovremmo stanziare più soldiper i centri antiviolenza che oggi, senza risorse sono costretti a chiudere.
Il governo, o meglio Palazzo Chigi quando ancora aveva la delega, aveva stanziato circa 16 ml per le regioni. Soldi che poi, molte regione, non hanno nemmeno speso. Regioni come la Lombardia (ma anche nel Lazio del centro sinistra), che poi apre il call center anti gender o dove poi si scoprono casi di violenza negli asili privati. Perché, grazie ad una legge regionale si può aprire un asilo con una autocertificazione.
Servono fondi per tutelare economicamente le donne e serve un'educazione sentimentale e sessuale dei ragazzi. Non voglio più leggere tweet di cordoglio, ministro Boschi, ma un'azione politica concreta.
E non voglio sentire più nemmeno un Salvini qualunque che insulta in quanto donna il presidente della Camera Boldrini.

L'Italia in guerra: se non ci fossero i servizi, puntuali, del Wall street journal sulle missioni americane in Mediterraneo nemmeno sapremmo (e nemmeno lo direbbe il ministro competente) che già oggi le basi italiane sono usate per missioni militari anti Isis (i famosi droni).
Il governo ha mandato militari lungo il confine turco siriano, ha mandato militari in Iraq e ora la Libia.
Far partire una guerra è facile. Portarla a termine più complicato. Esportare la democrazia con le armi, tirando in piedi governi fantoccio impossibile.

Il rischio Isis. Una notizia che ho sentito questa mattina nella rassegna stampa di Radio popolare: buona parte dei foreign fighters andati in Siria sono partiti dal Kosovo, un paese da nemmeno due milioni di abitanti dove è presente un nostro contingente militare.
Il Kosovo è, come la Libia, qui vicino e il radicalismo islamico si è rafforzato dopo la guerra civile in Bosnia, guerra dove l'Europa è in parte rimasta a guardare.

Le nomine Rai: è così spudorata la storia delle nomine dei direttori dei TG, in agosto, che ho poco da commentare.
Dico solo che cambiano i governi, ma la Rai rimane sempre cosa dei partiti, non servizio pubblico. E il M5S che ha accettato la vigilanza, è pure dentro il sistema.

Staccarsi dai titoli di prima pagina (“pronto il piano del governo”, “ecco il piano contro ...”) dal bombardamento di notizie, iniziare a filtrare cosa è notizia da ciò che solo spot (pro o contro). Iniziare a pensare, riflettere, meditare, ragionare.

E anche a oziare, riposare .. anche questo è importante, no?

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