Quando un giallista storico (come Leonardo Gori) si incontra con uno storico medioevale (come Franco Cardini) con la passione del giallo, che genere di libro può venire fuori? Che storia possono raccontarci?
Una storia che, ambientata nell'ultimo anno di guerra, nel 1944, intreccia misteri da spy story, morti in catena e pagine dedicate alla descrizione architettonica della villa di D'Annunzio, ai suoi versi. Ambientato tra Gardone e Venezia, tra gli sfarzi decadenti delle stanze del Vittoriale e le calli della città lagunare, pittoresce ma che possono anche trasormarsi in trappola, dove da ogni vicolo può spuntare la pistola di un killer per tenderti un agguato.
Protagonista del libro è il colonnello delle SS Dietrich Von Altemburg. Il Von del cognome indica la discendenza da una famiglia nobile delle Turingia. E' sfuggito al fronte russo, dove ha rischiato di finire davanti alla corte marziale per non aver obbedito ad un ordine di rappresaglia nei confronti di un paese della Crimea (ma queste memoria della guerra verranno fuori man mano nelle pagine del libro, in successivi flash-back).
A Venezia due agenti gli impongono un nuovo compito, che non può rifiutare: seguire la missione tedesca al Gardone per recuperare un enigmatico gioiello, il Fiore d'Oro, appartenuto a Wagner e poi successivamente a D'Annunzio; ma è anche il titolo di un film mai realizzato dal poeta.
Dietrich incontrerà alla villa Elena Contini, una ragazza ebrea che prima della guerra lavorava alla sovrintendenza alle belle arti a Firenze, ma che ora lavora in una troupe cinematografica italiana che intende realizzare il film incompiuto.
Ma altri giochi, altri segreti e altri ambigui personaggi si celano dietro le mura della villa: cosa è veramente il fiore d'oro? Cosa lega tra loro D'Annunzio e Guglielmo Marconi? Forse qualcosa di più importante di un gioiello o di una sceneggiatura (sebbene realizzata dal "Vate"): qualcosa di così terribile che potrebbe influenzare l'esito della guerra in corso.
Forse fin troppo storico che "giallo", almeno nella prima metà: gli autori indugiano troppo nelle descrizioni delle stanze, degli ambienti, della cultura giapponese (gli autori immagina perfino una pagoda all'interno della villa) e di quella tedesca, Jung Wagner e Nietzsche, legati da un segreto carteggio, fino ad arrivare alla cultura himalayana, col culto della “luce azzurra”.
La storia del cinema italiano, dagli anni d'oro di Cabiria e Quo Vadis agli anni bui, con la crisi successiva all'ingresso del sonoro.
Piccoli dettagli di una storia che man mano, diventa più complessa. E pericolosa.
Se ne rende conto anche Dietrich, quando pure lui sfugge alla mano di un misterioso killer, che ha già ucciso altre persone nela villa: non sa chi di può fidarsi, se degli italiani (che non sa se sono antifascisti o solo persone di cinema), ma nemmeno dei suoi connazionali. Che nel frattempo stanno svuotando la villa (che D'Annunzio aveva trasformata in un enorme museo antitedesco).
Capisce di essere al centro di una storia che coinvolge diversi servizi segreti dei paesi in guerra e che l'unica sua salvezza sarà quella di doversi fidare per forza, oltre che del suo istinto (che lo ha salvato dall'orrore della guerra), di una persona del fronte opposto, in nome dei valori (umani) che vanno oltre l'appartenenza ad un fronte o l'altro.
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Technorati: Leonardo Gori, Franco Cardini
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