19 aprile 2009

Io gioco pulito di Antonio Padellaro

Cosa si intende per giocare pulito? Significa fare informazione senza riguardo per alcun padrone. Significa rispettare le regole della stampa: il rispetto del lettore, la ricerca dell'informazione, fare da cane da guardia della politica, quale che sia il governo in carica.

Significa anche avere il coraggio di guardarsi dietro alle spalle e riconoscere i propri errori: come nel confronto tra l'autore e il suo io, che apre il libro.
Ammettere l'eccessivo entusiasmo col quale si è raccontata la campagna elettorale del Partito Democratico assieme a Walter Veltroni, alle passate elezioni. Quel distacco che non si è voluto riconoscere.
Così come non si sono volute riconoscere i peccati originali della campagna: il tono soft usato, la scelta dei candidati, la scelta della coalizione.

Il libro manifesto di Padellaro è anche un lungo racconto della storia del giornale: da vicedirettore dell'Unità, ai tempi della direzione di Furio Colombo, poi diventato direttore, fino all'ingresso di Concita De Gregorio: il miracolo con cui hanno fatto rinascere il giornale di Gramsci e della sinistra dall'orlo del fallimento. Per farlo diventare il giornale di riferimento di tutta una opposizione che non riconoscendosi nell'azione (o inazione) del centronistra ai tempi del Berlusconi II, scese in strada con i girotondi, denunciò le leggi vergogna varate, il clima di chiusura per le libertà che si stava instaurando (le censure dei kapò, i direttori dei giornali e dei TG che venivano spostati, l'editto bulgaro).
L'Unità, il giornale su cui scrive Marco Travaglio, Andrea Camilleri, Saverio Lodato, Enrico Fierro, Moni Ovadia.

Il governo Prodi poi, con tutte le aspettative che si portava dietro; i mesi dell'Armata Brancaleone, in ostaggio dell'allora opposizione e delle liti interne. I girotondini messi alla porta, come tutti i movimenti nti dal basso. Fino al ritorno del cavaliere nel 2008.

Come è potuto accadere è la prima domanda che gli autori si pongono. Si, perchè questo è un libro corale: Antonio Padellaro si è confrontato con altri giornalisti e politici che hanno assistito alla fine dell'esperienza del governo Prodi e allo spreco di tutte le energie messe in campo con passione dai militanti delle primarie: da quelle di Prodi nel 2005 a quelle per Veltroni nel 2007.
Furio Colombo e Marco Travaglio, Antonio Tabucchi e Corrado Stajano, Nando Dalla Chiesa e Oliviero Beha, Maurizio Chierici e Sandra Amurri.
Tutti, dal loro punto di vista, raccontano la sconfitta della sinistra, il vuoto della politica, inteso come vuoto di proposte, di leader capaci, vuoto di valori, vuoto di prospettive.
Vuoto che si esprime tramite il non voto nelle elezioni: come è possibile che il centrosinistra che negli anni tra il 2003 e il 2005 aveva vinto tutti i confronti col centrodestra, avesse poi fatto quella fine?
Qualcuno si dovrà pur chiedere che fine han fatto quei voti, chi li ha presi?
La rabbia è tanta, come tanta è la delusione, di chi, come le persone che Padellaro ha interpellato, può oggi dire, noi l'avevamo detto. Che se non si fosse stati capaci di distinguersi dallo stile berlusconiano, gli italiani avrebbero votato la bella copia.

"Ma se i partiti diventano deboli perchè non hanno più il sostegno degli elettori e degli iscritti, diventano invece fortissimi per la loro famelica capacità d'interdizione e di occupazione di ogni anfratto della società, visto che stanno dapertutto . Partiti che nei sondaggi precipitano dal 33 al 23 per cento, come il Pd, oppure spariscono come l'Udeur, ma controllano le stesse Asl di prima, gli stessi posti nel cda Rai e nelle cosidette Authority, le stesse municipalizzate, le stesse fondazioni bancarie, le stesse poltrone nei giornali, gli stessi fondi pubblici per giornali politici clandestini e così via. Il loro potere reale, in questo sistema fuori controllo, prescinde completamente dal loro consenso. Svengono per una battuta, tremano per una vignetta, li vedi sempre più terrorizzati e incattiviti perchè sentono che gli rimane poco da vivere, ma quel poco te lo fanno pagare salatissimo."
Dal colloquio con Marco Travaglio.

"Doveva esserci un'opposizione assoluta e completa, c'è stata un'opposizione mite e generica, giunta in certi casi al voto comune con la maggioranza. Ad esempio, per anni resterà inspiegabile il voto del Pd all'accordo militare con la Libia. Nel giorno in cui alla camera, nonostante l'opposizione di poche voci ha votato questo patto per fare un piacere alla Lega, che vuole l'intercettazione dei clandestini, se è possibile nel deserto, dove muoiono senza che nessuno li veda, qul giorno stesos Gheddafi ha pubblicato sul New York Times una lunga e dettagliata lettera, nella quale sosteneva che non ha più senso dire due popoli e due stati, quello di Israele e di Palestina".
Dal colloquio con Furio Colombo.

"I segni del revanscismo sono molteplici. Il tentativo di porre sullo stesso piano partigiani e fascisti non è mai venuto meno. Non si riesce a far comprendere che i morti di ogni fede meritano tutti un eguale rispetto, ma che non è possibile giudicare allo stesso modo fintamente pacificatorio le ragioni per cui andarono a morire. Iragazzi di Salò si batterono al fianco dei nazisti per resuscitare un regime che aveva tolto la libertà agli italiani; i partigiani per un'Italia nuova che aveva al Sud un governo legittimo".
Dalla lettera di Corrado Stajano.

"Come hanno potuto e come possono milioni di persone affidarsi, e seguitare a farlo, ad un uomo privo di cultura non soltanto politica, un personaggio spregiudicato, un borderline del novecento come Silvio Berlusconi, che è riuscito a farsi luce in un mondo di ombre dove nulla è chiaro e dove nulla è stato chiarito a proposito delle origini della sua ricchezza?"
Dalla lettera di Corrado Stajano.

"Mi sono anche domandato tante volte quale visione sciagurata di partito avesse portato tutte, e di nuovo sottolineo tutte, le componenti del nuovo partito a immaginare un'assemblea costituente di quasi tremila persone. Ossia il nulla, per quanto gradevole e suggestivo sia stato vedere finalmente in un luogo rappresentativo della politica tante donne e tanti giovani. Perchè tremila persone non sono un'assemblea che decide. Sono un platea che ratifica, sono un pubblico da Telegatto, un gioioso sfondo di plaudenti in grado di dare grandiosità estetica ad una ripresa televisiva".
Nando Dalla Chiesa.

Cosa fare ora: questa la seconda e vera domanda. Non rassegnarsi, come qualcuno vorrebbe, ed attendere pazientemente le prossime elezioni.
Primarie vere per i candidati. Un'opposizione vera. Occuparsi dei problemi quotidiani dei cittadini che stanno perdendo lavoro, garanzie sul lavoro, diritti, per causa di quanti han giocato sporco in questi anni.
Staccarsi di dosso privilegi e aspetto da "casta": meno auto blu e più mezzi pubblici. Chi sa mai che si inizi a conoscere la gente comune e riallacciare il rapporto con gli elettori.
E, per l'informazione, continuare a fare un "gioco pulito".

Il blog dell'autore: Io gioco pulito.
La scheda sul sito dell'editore Baldini Castoldi.
Il link per ordinare il libro il libro su internetbookshop.
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