08 aprile 2009

Un bell'avvenire: le prime elezioni repubblicane

Un pagina significativa del libro "Un bell'avvenire" di Marco Videtta: quella in cui il protagonista si ritrova in mezzo ad un comizio elettorale per le imminenti elezioni dell'aprile 1948.
In fondo non c'era molta differenza rispetto ai cmoizi cui avevo assistito da bambino. La propaganda cambia contenuti e a volte anche la forma, ma sempre propaganda è.
Questa era più caotica, forse più spontanea, ma si trattava comunque di convincere qualcuno con le buone e con le cattive ad affidarti il potere. In quelle prime elezioni repubblicane avrebbe vinto la paura o la speranza. Personalmente avevo chiuso i conti con entrambe.
Tutta quella gente mi dava l'idea di essere soltanto alla ricerca di qualcuno che ancora una volta indicasse loro cosa fare, come pensare e dove andare.Stalin diceva che il popolo è bove, Mussolini che la folla è femmina. Ora quel prete [padre Riccardo Lombardi] scomodava addirittura Gesù Cristo, indossando i panni di Pietro l'Eremita alle crociate. Lo avevano già fatto i tedeschi usando il motto "Gott mitt uns". A quanto pareva, dio è sempre con qualcuno, possibilmente con il più forte. Io avevo smesso di sentirlo dalla mia parte il giorno in cui mio padre mi aveva detto che Lucio era stato ammazzato come un cane.

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