Impressiona la memoria collettiva che Mussolini, il bonaccione, secondo Berlusconi, fu crudelmente esposto a testa in giù in piazzale Loreto. Peccato che si dimentichi di ricordare cosa successe su quella stessa piazza, poco meno di un anno prima, il 10 agosto 1944. Quindici civili, prelevati dal carcere milanese di San Vittore, furono fucilati dai repubblichini, comandati da un ufficiale delle SS. Fu dato l'ordine di lasciare i cadaveri sull'asfalto, fu vietato ai familiari anche solo di poterli raccogliere per dar loro sepoltura.Ora si pubblicizza la triste storia del sangue dei vinti. Nessuno, negli ultimi anni, in cui pure uno squarcio di verità si era fatto strada con la scoperta dell'armadio della vergogna, ha fatto salire alla ribalta, ha dato gran peso, ha ricordato, ricorda il sangue delle vittime.Il 27 gennaio si celebra la giornata della memoria, memoria di tutti e per tutti. Ma pochi lo sanno. E per inveterata abitudine mediatica, si fa riferimento al solo dramma dell'olocausto, che nulla potrà far mai dimenticare. Il 10 febbraio è diventato il giorno delle foibe e dell'esodo degli istriani, costretti a questo, ma nessuno lo dice, dalla guerra fascista.E i bambini e le donne, i vecchi uccisi dai nazisti e dai repubblichini? E i militari trucidati? E quelli imprigionati nei lager? Meritano anch'essi rispetto, ricordo, riconoscenza. Il loro sacrificio, insieme a quello dei partigiani, ha generato la Costituzione, la Repubblica, la nostra democrazia.
Nessuno io mi chiamo; nessuno è il nome che mi danno il padre e la madre e inoltre tutti gli amici
25 aprile 2013
La memoria collettiva in questa Italia senza memoria
Dall'introduzione del libro di Franco Giustolisi "L'armadio della vergogna"
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