L’ultima volta che ci siamo incontrati è stato otto anni fa, al funerale di Cesare alla Sala Chiamata del Porto; c’erano anche i suoi figli, Mario e Alessandro, due giovani marcantoni che stringevano mani e distribuivano sorrisi di circostanza..
Che cosa rimane di noi dopo che ce ne siamo andati, quando non siamo più nulla su questa terra?
Siamo come meteore, che illuminano il cielo per un attimo, per poi lasciare dietro solo una scia di polvere. No, questo romanzo di Bruno Morchio non è un trattato di filosofia, ma questa volta l'indagine del suo Bacci Pagano, più che rivolta alla ricerca di un assassino, che forse poi nemmeno esiste, è rivolta alla scoperta di sé stessi. Come nel romanzo di Patrick “Via delle botteghe oscure” ed Bompiani, dove il protagonista è un investigatore senza memoria che deve indagare su sé stesso
Gente strana, che al passaggio lascia solo una scia di nebbia che prontamente svanisce. Con Hutte chiacchieravo spesso di questi esseri di cui le orme si perdono. Nascono un bel giorno dal nulla e al nulla ritornano dopo un fugace brillio. Reginette di bellezza, gigolos, farfalle. La maggior parte, anche da vivi, non avevano più consistenza di un vapore destinato a non condensarsi mai.
Lo stesso dovrà
fare Bacci Pagano, l'investigatore dei Carrugi, che un giorno si
trova in studio Katia, la ragazza che al liceo aveva fatto perdere la
testa a tutti i ragazzi per la sua bellezza e che poi aveva scelto
come compagno Cesare Almansi, suo compagno di banco.
Erano stati
grandi amici al liceo con Cesare Almansi, inseparabili, anche
nell'impegno politico giovanile nonostante fossero così distanti,
figlio di operai il primo e figlio di un importante principe del
foro, nonché esponente della Democrazia Cristiana il secondo.
Sentimento che si era cementato anche perché il padre lo aveva difeso al processo subito a vent'anni, quando Bacci Pagano era stato trovato con un'arma in mano ed era stato accusato di terrorismo.
Come è possibile
che le loro vite si siano separate per trent'anni? Certo c'era stato
quel brutto episodio, la morte di Adele, la fidanzata di Cesare. Era
stato proprio quest'ultimo a chiamare il vecchio compagno di banco,
diventato nel frattempo investigatore, per capire chi lo stesse
minacciando nel corso della campagna elettorale dove il famoso
avvocato Almansi si era candidato in Senato. Ma anche questo era
successo tanti anni prima: l'entusiasmo per la sua legge sulla
gestione dei rifiuti si era spento nelle nebbie della palude
romana. E un
martedì di otto anni prima la macchina su cui il senatore Almansi
stava tornando a casa da
Roma, aveva sfondato il guardrail sulla A11 per andare a sfasciarsi.
Il funerale dell’amico Cesare era stata l’ultima volta che
aveva visto Katia, la moglie e anche Lou, l’amante di cui tutti
sapevano, di cui anche Bacci si era innamorato.
Ora Katia è li,
davanti a lui a chiedergli di indagare su quella morte: una morte su
cui sono già state fatte tutte le indagini possibili, sulla
macchina, su eventuali manomissioni.
«.. insieme abbiamo cresciuto due figli e creduto negli stessi ideali. Come posso accettare di averlo perso senza neanche sapere perché?»Ecco, perché? Perché quella mattina il senatore Almansi aveva deciso di lasciare Roma per tornare a Genova dove non aveva alcun appuntamento?
Ma questo è solo uno dei tanti perché a cui Bacci deve dare una risposta.
Perché, dopo al
suo ritorno in Italia, Cesare aveva aspettato trent’anni prima di
farsi vivo con lui?
E perché lui, una volta tornato a casa,
dopo cinque anni in giro per il mondo, non aveva mai pensato di fare
un colpo di telefono al suo compagno di banco, soprattutto dopo che
il padre lo aveva salvato da una condanna per terrorismo?
Sono trascorsi troppi anni e, per quanto mi sforzi, non riesco a ricordare come tutto è cominciato. Ricordo che era il mese di ottobre del 1968
Sono domande
che costringono l’investigatore a scavare nella vita dell’amico,
per far riemergere anche tante vecchie cicatrici che ancora fanno
male. Perché è anche nella sua vita, che deve guardarsi: per avere
delle risposte Bacci Pagano inizia una lungo viaggio (in fondo una
indagine non è anche questo?) andando ad ascoltare i suoi amici, le
persone che sono state accanto a questa icona, questa specie di
divinità che era Cesare Almansi: una persona che, per la sua
condizione sociale poteva permettersi una rettitudine e una integrità
morale “che la sorte non gli ha mai scalfito”.
La moglie
Katia, che ha bisogno di una risposta e forse anche di una
rassicurazione sul suo ritorno viaggio improvviso, forse qualcuno lo
ha voluto uccidere?
Poi Maso, il
professore universitario ideatore della candidatura al Senato, che
gli spiega come nonostante l’affossamento della sua legge, Almansi
non si fosse sentito sconfitto.
L’amico Pertusiello, l’ex
commissario ora in pensione, gli rinfaccia il suo voler fare una
indagine su dei fantasmi, persone che non ci sono più.
Lou, che era stata per anni l’amante segreta di cui tutti sapevano, e che ora si è rifatta una vita, con un nuovo compagno, una nuova villa.
Come è potuto accadere che per trentatré anni hai perso per strada il tuo migliore amico?La risposta a queste domande, a questi perché arriverà da due libri: negli ultimi mesi Cesare Almansi aveva ritrovato una certa serenità, come se la fiamma della passione politica avesse lasciato il passo ad una diversa rassegnazione. Dedicava più tempo a sé stesso e a leggere. Tra le sue ultime lettura il libro di Modiano, “Via delle botteghe oscure”:
Secondo l’autore non siamo altro che ombre e tutto quello che possiamo fare per contrastare questa evanescenza è lasciare un segno, una traccia che affidiamo agli altri, alla loro memoria…
L’altro libro, la
traccia che Cesare Almansi ha voluto lasciare dietro di sé, tanto da
regalarlo ad un suo amico a Roma, è il romanzo scritto anni prima
che aveva al centro un brutto episodio che aveva coinvolto Almansi,
un suo amico e la prima fidanzata Adele. Una storia che aveva segnato
per sempre le loro vite, dove il protagonista era proprio Bacci
Pagano.
L’indagine sui fantasmi diventa l’occasione per
ricordare l’amico perduto, per fare i conti con le occasioni
mancate, per i rimpianti. Di come le nostre vite siano tutte
intrecciate: la nostra forza sta nell’impronta che lasciamo negli
altri, per sopravvivere alla nostra fine quando di tutta la meteora
non rimane che niente.
L’indagine senza capo né coda, senza un assassino da scoprire, fatta per cercare di chiudere i conti in sospeso con un amico che non c’è più, diventa l’occasione per fare i conti con sé stesso, con quello che è stato Bacci Pagano, cercando di immaginarsi nel Bacci Pagano che sarà.
«E allora perché hai accettato l’incarico?»
«Perché ho ceduto alla tentazione di chiudere i conti in sospeso con un amico a cui ho voluto davvero bene, un amico che non c’è più.»
Un’indagine bislacca, una caccia ai fantasmi. Una riflessione sull’amicizia, sui rapporti tra le persone, sulla propria vita quando si avvicinano le “ombre della sera”.
Ma anche una sfida, come spiega l’autore a fine libro, ai tanti scrittori che in questi anni prendono spunto dalla realtà, mentre in questo romanzo tutti i personaggi sono inventati, ma trattati come fossero veri.
La scheda del libro sul sito di Garzanti e il link per leggere il primo capitolo
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