26 novembre 2023

Report – il ritorno di Cuffaro, l’inchiesta su Gasparri, il ponte sullo Stretto

TOTO CAMBIA di Claudia Di Pasquale

Ci sono domande che i politici non riescono ad accettare: la giornalista di Report ha chiesto all’assessora alla famiglia della regione Sicilia del padre, mafioso, senza fare alcuna insinuazione.

La notizia ha rilievo pubblico, non è una provocazione, nessuno l’ha accusata di nulla, rimane una professionista stimata che, nel corso della sua vita, ha dovuto fare l’autopsia al cadavere di Falcone.

Non rinnega la storia del padre, perché non la si può nascondere. Forse il suo errore è la mancanza di trasparenza.

Chi non pecca di trasparenza è Totò Cuffato che ha rifondato la Democrazia Cristiana in Sicilia, chiamandola nuova DC, l’inno è Todo Cambia, non a caso.
Ma è veramente un cambiamento?

Tra i nuovi volti del partito c’è proprio Nuccia Albano: “la dottoressa è già provata di quello che avete fatto”, rinfaccia a Report Cuffaro. La colpa? Aver fatto quella domanda e aver trasmesso la risposta, “non rinnego la storia del padre”.

In Sicilia non si può essere ambigui sulla mafia, non si deve nascondere nulla, proprio per un discorso di trasparenza, visto che le colpe dei padri non ricadono sui figli.
Alcuni assessori regionali ne hanno chiesto le dimissioni, dopo quell’intervista, mentre la Nuova DC ha difeso l’assessora anche sui social.

Claudia Di Pasquale ha intervistato l’ex testimone di giustizia Aiello, cognata di Rita Atria: nel 1991 ha scelto lo stato, si è affidata a Paolo Borsellino, sa cosa vuol dire vivere con un nome diverso, perché hai rinnegato la mafia.

La giornalista è andata a Borgetto, paese degli Albano, intervistando le persone su Albano, su Salvatore Giuliano: qualcuno se lo ricorda ancora “il bandito”, della strage di Portella il 1 maggio 1947, secondo alcuni storico il primo atto della strategia della tensione, oppure una sua anticipazione.

Dopo le elezioni regionali del 1947, dove vinse il blocco delle sinistre, serviva “spaventare” i comunisti, con una strage che vedeva tra i protagonisti la banda Giuliano, la mafia trapanese e palermitana, esponenti della X Mas.

Secondo una testimonianza raccolta da Report, Domenico Albano ha nascosto Giuliano quando fu ferito in uno scontro: Albano fu chiamato come teste al processo sulla strage, fu molto reticente, nel promesso emerse anche di una cena tra il mafioso Miceli, Giuliano e l’ispettore Messana.

Era la famosa trinità di cui parlò il luogotenente di Giuliano, Gaspare Pisciotta, al processo di Viterbo: alla fine la mafia lasciò Giuliano, lo fece catturare dai carabinieri, per accreditarsi presso i nuovi politici in regione.

Oggi c’è tanta voglia di dimenticare questo passato, sia Cuffaro che l’assessora sono molti nervosi a queste domande. Lo sapevano tutti chi fosse il padre della Albano – risponde Cuffaro, ma in realtà agli elettori non è stato detto nulla, avrebbero potuto farlo come bel gesto, proprio per prendere le distanze da quel mondo. Che non è finito 60 anni fa, anzi.

Totò Cuffaro è rimasto legato alla sanità: il fratello dell’assessore Albano si chiama Giovanni, presidente della fondazione Giglio, come il nome dell’ospedale di Cefalù. La fondazione privata gestisce questo ospedale: Report ha chiesto conto al professore se fosse vero che nell’ospedale stesso fosse fatta campagna elettorale per la dottoressa Albano.

Secondo una dipendente della fondazione, tutti i dipendenti sono stati invogliati per votare la sorella del presidente Albano, perché ci sarebbero stati dei vantaggi. Qualcuno di loro ha anche partecipato alla campagna elettorale: ci sono stati dei messaggi dallo staff amministrativo, dei volantini sono girati nell’ospedale.
Cuffaro ha negato questo fatto, arrivando anche a minacciare la giornalista, state attenti a cosa dice.

Cosa non vera, invece, è la nomina di Lucia Borsellino del professore Albano, cosa negata dalla figlia del giudice ucciso dalla mafia.

La fondazione Giglio sta stringendo convenzioni con alcune ASL in regione: il servizio di Report racconta di ospedali pubblici lasciati morire, senza medici e infermieri, poi arriva il salvatore della patria,ovvero la fondazione Giglio che però non porta dei medici, perché appalta le prestazioni ad un’altra struttura accreditata. La convezione aperta a Messina è stata bloccata ora dai sindacati.

Mancano medici in provincia, così l’ASP di Palermo sposta medici da Termini Imerese al Santa Sofia: anche in quest’ultimo ospedale arriveranno medici dalla fondazione Giglio, non si sa quanti, il commissario straordinario non sa il numero.

I cittadini di Sciacca sono scesi a protestare contro i tagli all’ospedale: anche qui si parla di una convenzione con la fondazione Giglio.

Stessa storia sulle Madonie, cittadini in difesa dell’ospedale di Petralia: come in altri ospedali, arriveranno qui i medici dalla fondazione.

La fondazione fa un lavoro di surroga, sta mandando i medici ad aiutare i medici del pubblico” ha risposto il presidente Cuffaro, secondo cui andrebbe anche ringraziata.

La fondazione Giglio rimane una fondazione privata, sebbene abbia tra i soci anche la regione, ma si nutre delle carenze della sanità pubblica.
E i suoi dipendenti si sono organizzati per fare campagna elettorale per la sorella del suo presidente.

Spy Game – l’anteprima dell’inchiesta su Gasparri

Report ha mandato in onda una anticipazione del servizio sul senatore Gasparri: si parte dalla cessione di Telit, ceduta dallo stato ad una società israeliana, gestita da Ouzi Cats fino al 2017.

In questi anni ha consolidato i rapporti che lo hanno portato oggi a presiedere la Cyberealm – racconta il servizio di Report: dentro questa società c’è l’italoisraeliano Leone Ouazana, già direttore delle relazioni istituzionali di Telit, anch’egli legato agli apparati israeliani.

L’altro personaggio dentro questa società è Ouzi Cats, oggi di nuovo attivo in Italia come rappresentante occulto della Cyberealm.

Come racconta il servizio, lo scorso 12 luglio all’Agenzia delle Dogane si sono presentati due israeliani che volevano vendere un software per catalogare le merci, ma poi l’affare poi non si è concluso perché il software non aveva convinto i funzionari delle Dogane. L’appuntamento era stato procurato da Maurizio Gasparri.

Gasparri sapeva che attorno a Cyberealm c’erano collaboratori di servizi segreti straneri? Oggi il senatore non risponde a questa domanda, stesso atteggiamento da parte del ministro Tajani.
Ma oggi c’è un altro problema: di questa carica l’ex vice presidente del Senato non ne ha parlato dopo la sua elezione, non c’era obbligo si difende Gasparri.

Ma il regolamento del Senato prevede che la mancanza di trasparenza prevede perfino la decadenza: se non si fosse dimesso da vice presidente, sarebbe stato nella commissione che dovrebbe valutarlo.
Questo spiega tutto l’interesse per la trasmissione, che oggi non ha intenzione di dimettersi, nemmeno di lasciare il suo posto in commissione di Vigilanza, dove ha denunciato Report per dei commenti sui social, di aver fatto un servizio per vendetta. Ha fatto pure una interrogazione parlamentare per chiedere al ministro Nordio di verificare l’inerzia delle indagini per diffamazione contro Report..

L’UOMO DEL PONTE di Danilo Procaccianti

Il progetto del Ponte nasce dal lontano 1971, quando diventa opera di interessa nazionale. È il governo Berlusconi che fa partire il progetto, almeno sulla carta.

L’inizio dei lavori è stato sempre annunciato, da Berlusconi, Renzi (quello di governo), poi ancora Berlusconi, Salvini e Meloni.

Semo sicuri che ‘o famo? Siamo sicuri che sia un’opera urgente, che tutti gli italiani chiedono, che si veramente un servizio per gli italiani?

In questo progetto Report ha scoperto vecchi personaggi, come Pietro Ciucci, presidente della società Ponte di Messina (che finora ha speso 432 ml di euro, per fare solo la variante di Cannitello), scelto da Berlusconi nel lontano 2002.

A Villa San Giovanni ancora aspettano le opere compensative e sono abbastanza scettici di fronte a nuovi annunci.

Ad indicare il nome di Ciucci a Salvini sarebbe stato l’ex ministro Lunardi: lo racconta un tecnico del ministero a Report che aggiunge anche che Lunardi avrebbe partecipato anche alle prime riunioni con Salvini, anche prima che il governo Meloni giurasse.

Tutto normale, secondo l’ex ministro, perché doveva fare il passaggio di testimone col nuovo ministro: i suoi solo solo consigli, nessun incontro, nemmeno coi legali di Webuild.

Report ha anche raccontato dei lauti stipendi all’Anas di Ciucci, sia DG che presidente, fino alla legge che vietava il cumulo delle cariche, quando si liquidò una buonuscita per più di 1 ml di euro.

C’è stato poi il passaggio sui viadotti costruiti dall’Anas in Sicilia, crollati e finiti sotto inchieste della procura: il Viadotto Torbido, in Calabria è ancora in piedi ma sta franando. Si sarebbe dovuto ricostruire, ma del progetto non è rimasta ombra.

Oggi Salvini ha richiamato Ciucci, l’unico capace di costruire il ponte secondo l’Ance di Messina.

Tutto archiviato o dimenticato, i crolli dei ponti (l’inchiesta sul crollo subito dopo l’inaugurazione è prossima alla prescrizione), le indagini sulle tangenti (le ciliegie della Dama nera) che forse finiranno nel nulla (e su cui Ciucci non è mai stato nemmeno indagato).

Sul ponte grava il rischio dell’infiltrazione mafiosa anzi, secondo il ministro Salvini, sono proprio una occasione per combattere la mafia, perché si creano posti di lavoro.
Altro che i timori di don Ciotti (il signore in tonaca), secondo cui il ponte unirà due cosche: parole volgari, ignoranti, secondo il ministro.

In sala hanno anche applaudito a questo modo di fare politica, per cui chi si permette di fare domande, di esporre dei dubbi, deve essere spazzato via.
Il magistrato Lombardo di Reggio Calabria ha dedicato gli ultimi anni del suo lavoro sulle infiltrazioni della ndrangheta nel potere economico e politico: anche lui ripete le parole di don Ciotti, il rischio di infiltrazioni è concreto, anche da parte di soggetti che hanno un ruolo strategico per le ndrine, gli “invisibili”.

L’allarme mafia era stato lanciato anche dalla diplomazia americana, come abbiamo letto dai cablo pubblicati tra il 2008 e il 2009 da Wikileaks di Assange: i diplomatici americani scrivono che la mafia potrebbe essere "tra i principali beneficiari" della costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, che comunque "servirà a poco senza massicci investimenti in strade e ferrovie" in Sicilia e Calabria. Ne abbiamo parlato con la giornalista Stefania Maurizi: "Per loro la Sicilia è una regione cruciale, e lo scrivono nei cablo, è la sede di una importantissima base, la base di Sigonella, che poi è diventata il cuore della guerra dei droni. È importantissima anche perché sono stati scoperti importanti giacimenti di gas naturale e perché ci sono strutture di intelligence cruciali, come i cavi sottomarini a fibra ottica che non sono di proprietà diretta americana, ma che sono nei loro programmi di sorveglianza di massa della NSA, come abbiamo scoperto grazie a Snowden. Quindi per loro la Sicilia è una regione cruciale. Dobbiamo capire che queste corrispondenze devono essere lette da Washington, cioè da chi fa la politica estera degli Stati Uniti, che deve avere una rappresentazione fattuale della situazione in un certo paese. Quindi non sono parole in libertà. "

La gara d’appalto si è svolta nel 2005, il progetto è fermo al 2011, è vecchio e non vale niente nelle mani del consorzio: il ministro Salvini ha resuscitato la vecchia operazione per decreto, mentre avrebbe potuto rifare la gara. Significa che ogni modifica al progetto (perché oggi si usano nuovi materiali) potrebbe generare dei contenziosi.
La fonte nel ministero parla di riesumazione del passato, gli uomini di Ciucci non vogliono toccare nulla per non rifare la gara.

Il consorzio vincente della gara del 2005 è quello di Salini (oggi Webuild): avendo fatto causa allo Stato, Salini non dovrebbe lavorare per lo Stato, proprio per il contenzioso, ma Salvini è fiducioso, nel 2024 sarà tutto a posto.

Abbiamo fatto un grande favore al privato Salini, spiega a Report il presidente di Anac Busia: il governo si è orientato per non seguire i suggerimenti dell’autorità anti corruzione.

Non da molta tranquillità sapere che stiamo costruendo il ponte a campata unica più lungo al mondo, con un progetto vecchio di 12 anni, dove troviamo assieme sia la strada che la ferrovia.

Il ponte sospeso è soggetto a spostamenti, inclinazioni trasversali, è questo è molto pericoloso per un treno: non possiamo parlarne con leggerezza, lo stiamo studiando da 50 anni, non è un buon segno, significa che ancora non abbiamo trovato una soluzione ai suoi problemi.

Nel nuovo progetto terranno poi conto dei cambiamenti climatici? Il comitato tecnico scientifico ha a capo il professor Prestininzi, firmatario di un appello col titolo “il cambiamento climatico non esiste”. Non è un negazionista, semplicemente non è l’uomo che causa i cambiamenti climatici..

Il progetto non è stato aggiornato, l’aggiornamento presentato a settembre non è un vero aggiornamento, non c’è nemmeno l’elenco dei nuovi prezzi. Non tiene conto dei cambiamenti climatici, terrà conto almeno del rischio terremoto?
La faglia che ha generato il terremoto del 1908 è stata identificata solo nel 2021, anni dopo il progetto del 2011: in un’area a rischio sismico stiamo progettando l’opera più importante nel pianeta
e quella con maggior esborso di denaro per la nostra Repubblica.

Altro problema è far partire i cantieri nel 2024: a quell’epoca dovrebbe essere pronto il progetto esecutivo, ma secondo Report e i gli esperti intervistati, questo non sarebbe possibile, servirebbero almeno due anni per prepararlo e validarlo.
C’è il rischio che partiremo in fretta, nel 2024, ma per fermarci subito perché bisognerà studiare tutti gli aspetti tecnici rimasti insoluti e le criticità: lo studio dei venti, i cambiamenti climatici, la natura del ponte e della sua elasticità (compatibile col passaggio del treno)…

Il fact checking sul ponte

Ma dobbiamo osare, dice Salvini in Parlamento, altro che analisi costi benefici.

Dobbiamo osare ma anche rispettare le leggi, che richiedono proprio l’analisi costi benefici, oggi fatta solo da un ente indipendente: secondo il professor Ramella, sarebbe un’opera in perdita, perché i flussi di attraversamento dello stretto sono in calo.

I centomila posti di lavoro promessi da Salvini sono numeri non basati su alcuno studio serio.

Le minori emissioni di co2 nell’aria di 140 mila tonnellate – sempre riferita da Salvvini - non sono basate su alcuno studio universitario: il numero non cita la fonte del dato, che arriva da un ex consulente di Eurolink, Mollica.

Nel suo studio precisa che le sue note non hanno pretesa di scientificità: le 140mila tonnellate di minori emissioni si basano sul pretesto che non ci saranno più traghetti..
Salvini avrà fatto il fact checking sugli studi dell’ingegner Mollica (il cui giudizio sul ponte non è proprio super partes)?

Mollica era in contatto con l’ex sottosegretario Siri della Lega, con mail dove si parlava di convegni in cui si voleva nascondere l’aspetto politico.

Nel luglio 2017 Mollica scrive perfino un discorso ad Armando Siri: “ma dopo tutte le querele perché mi vuole fare una domanda? Ma a lei cosa gliene importa? ..”

Siri è un ex rappresentante delle istituzioni, è consulente del ministro Salvini, ha l’obbligo della trasparenza: in studio Ranucci ha precisato che tutte le querele intentate da Siri sono finite in archiviazione, perché lavoro giornalistico.

Chissà cosa è cambiato dal 2016, quando l’altro Salvini era contrario al ponte.

Eppure aveva ragione nel 2016: le linee ferroviarie sono ancora non elettrificate, per unire due capoluoghi come Trapani e Catania servono decine di ore, ci sono frane che da dieci anni bloccano le linee.

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