16 novembre 2023

Un lungo Capodanno in noir – autori vari


 
Cos'hanno in comune questi dieci racconti qui raccolti? C'è l'ambientazione da “capodanno”, ovvero quel periodo in cui si inizia a staccare dal lavoro quotidiano, per prendersi una pausa di riposo o di riflessione. Oppure, della grande sofferenza se si è costretti a lavorare mentre gli altri festeggiano, come può capitare agli investigatori, protagonisti di alcuni racconti, perché il loro lavoro non può fermarsi mai.

Ma, attenzione, anche il male non si ferma mai e può colpire in tutte le sue forme, anche quelle che non ti aspetti.

Perché c'è un'altra cosa che lega assieme tutte queste storie: sono racconti brevi, come brevi lampi in un temporale, storie in cui il lettore viene gettato subito nella storia dove si trova davanti un mistero, un omicidio, un evento fuori dal normale. E il volto del male sarà una illuminazione tristemente tragica come il lampo nel buio della notte. Sapranno sorprendervi tutti e dieci i racconti.

Diego De Silva - Gli accidentali

La facilità con cui è possibile entrare in un albergo (soprattutto un grande albergo), circolarvi e uscirne senza dover superare alcun controllo adeguato, è addirittura disarmante, per chi fa un lavoro come il mio.

In prima persona un professionista (nel suo mestiere) ci racconta del suo lavoro, di come stia attento a prestare attenzione a tutti i dettagli, a selezionare solo poche offerte, ben remunerative.

Ma, anche, di come sia importante rimanere nell'ombra, niente luci della ribalta, il suo lavoro, l'essere un killer di professione, è più come il direttore della fotografia. Chi è che ne ricorda il nome dopo aver visto un film?
Ma ogni lavoro ha anche il suo tallone d'Achille..

Giancarlo De Cataldo - ’O Zuzzuso (Roma, 1971)

Il Direttore sedeva al tavolo d’onore del suo ristorante preferito. Da qualche mese collaborava, con uno pseudonimo vagamente esotico, come esperto gourmet, a un settimanale di sinistra.

Non sarà difficile individuare a chi si sia ispirato lo scrittore romano per questo suo personaggio così sinistri, nonostante il suo aspetto da comune impiegato e la passione per la cucina. Si tratta di un alto dirigente del Viminale che “aggiusta” le cose, raccogliendo notizie private, prepara dossier per ricattare i nemici, fa sparire i corpi del reato (e a volte anche i corpi) per sistemare i processi.
Lui sa come si sistemano le cose per evitare che certi commissari troppo zelanti e troppo giovani si mettano a ficcare il naso.

Benvenuti nella Roma del “Romanzo criminale”, sebbene questo racconto sia ambientato qualche anno prima.

Leonardo Gori - Due Capodanni

1. Firenze, 1974
Era piena notte e i malati russavano, immersi in una tenue luce azzurra. Il 1974 aveva deposto le armi già da diverse ore, ma ancora si udivano lontani scoppi di petardi.

In ospedale, mentre fuori ci si prepara a festeggiare capodanno, il colonnello Arcieri, ex ufficiale dei servizi in pensione, racconta ad un suo collega, che negli anni della guerra stava dall'altra parte del fronte, di un altro capodanno. Di due ragazzi di vent'anni che in quel 1944 tragico fecero scelte diverse (ma si era giovani, purtroppo): in comune lo stesso atteggiamento geloso nei confronti delle fidanzate.

Il vecchio colonnello sorrise. «È una storia di amori malati che finirono male. Ma se c’è un significato, direi che è questo: in tema d’amore, non c’è mai da aspettarsi una reazione in base alle convinzioni politiche.»

Gian Andrea Cerone Il mistero del condominio. La prima indagine di Marisa Bonacina

Era stata una giornata limpida, di lucentezze trasversali, in cui l’inverno si era presentato alla città soffiandole addosso un vento gelido e pungente.

Nei suoi due precedenti gialli abbiano conosciuto il commissario Mario Mandelli dell’Unità di Analisi del Crimine Violento. Qui abbiamo la ventura di conoscere meglio la moglie, la sciura Marisa Bonacina: a furia di stare accanto ad un investigatore (e anche bravo), è capace anche lei di svolgere una sua indagine personale, su strani furti che avvengono dentro un palazzo.

Ma qui non ci sarà un ladro da arrestare: il male qui ha il volto delle violenze subite dai migranti nel loro lungo viaggio verso l'Europa nella speranza di cambiare le proprie vite.

Marco De Franchi Il Dono

La prima volta che ho trovato la testa di un essere umano, tagliata di netto e adagiata sull’uscio della mia casa, è stato circa due anni fa. No, posso essere più preciso.

Un uomo che cerca un momento di quiete nel silenzio di un paesino di montagna, lontani chilometri dalla città, dal lavoro. La neve che circonda la casa attutisce tutti i rumori.
Ma qualcuno gli ha lasciato un dono, uno strano dopo, sull'uscio.

Era la testa di un ragazzo. Non avrà avuto più di vent’anni

E' come se l'assassino gli riconoscesse il fatto di essere il maschio dominante e quella testa rappresenta dunque un dono. Un dopo poco gradito

Perché io. E perché adesso. La risposta è la stessa. E non mi piace per niente. Ecco perché questo Natale starò più attento. Il dominante s’è stancato.

Ma il dominante non vuole avere emuli.

Gianni Biondillo Weekend lungo a Barcellona

Alla fine, Antonio aveva mantenuto la promessa. D’altronde la storia stava andando avanti da troppo tempo e la moglie si dimostrava ogni giorno sempre più insofferente.

Cosa può nascondersi dietro un week end di vacanza a Barcellona? E cosa può nascondersi di misterioso dietro una giovane moglie, remissiva e tranquilla come tante?

Lo scopriremo arrivando alle ultime pagine di questa storia.

Andrea Fazioli Il custode dell’abisso

Sul lago tutto scivola e scompare: la rabbia, i dubbi, i debiti, la noia, perfino le parole «nemici», «pericolo», «morte». Forse la morte indugia un po’ più a lungo, come l’ombra di un nero dirigibile che trattenga i raggi del sole.

Il male può nascondersi dietro lo schermo di un computer? È quello che crede un cliente dell’investigatore Luca Contini, a cui confida le sue paure

«Signor Zocchi, è sicuro che fossero delle minacce di morte?»
«Più che minacce erano consigli. La mia vita è in pericolo.»

Il problema è che chi lo sta minacciando ha il volto, si fa per dire, di un monitor di un computer e il corpo, sempre si fa per dire, dell’algoritmo più famoso di intelligenza artificiale. Si chiama MAX, acronimo di Machine-Assisted eXpert.

Ma forse la spiegazione per certe frasi uscite dal computer, che sembravano volerlo spingere verso un limite irraggiungibile, hanno una spiegazione molto più terrena.

Luca Crovi - Odio il Capodanno

La regina era morta e il bambino era scomparso. Questi erano i due fatti che avevano occupato per alcuni giorni la testa e la coscienza del commissario Carlo De Vincenzi.

Siamo negli ultimo giorni del 1926 quando capitano due eventi: il primo, la morte della regina, che costringe il “poeta del crimine” ovvero il commissario De Vincenzi a dover partecipare a delle stancanti cerimonie. E poi la sparizione del piccolo Michele Adelmi.

«No, no. Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto la cappa del cielo, sento che per me è Capodanno.»

«Quindi ogni nuovo giorno al Due è per lei un nuovo inizio?»

Non è un uomo di cerimonie, il commissario, come si trova a confidare con Antonio Gramsci, l’intellettuale detenuto nel carcere di San Vittore, perché considerato pericoloso dal regime (come tutte le teste pensanti).

«Perciò odio il Capodanno. Voglio che ogni mattino sia per me un Capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno.

Altri due manigoldi faranno presto compagnia a Gramsci, non certo intellettuali, ma i responsabili della morte del piccolo Michele che De Vincenzi farà di tutto per tenere dentro, nonostante le pressioni del regime.

Marcello Fois - Ho qualcosa da dirti

Sgambati alza la voce: «Signora si calmi!» intima.
La donna all’altro capo della linea non pare dargli retta. Carnevali passa a quel punto davanti alla sua scrivania facendogli un cenno per chiedere che succede.

È capodanno e a nessuno piace lavorare l’ultimo giorno dell’anno mentre tutto il mondo si ritrova a festeggiare. Ma quando a sparire è il figlio di una tua amica, non puoi sottrarti al tuo dovere: è quello che succede all’ispettore Carnevali.

Dev’essere capitato così: io sapevo chi eri. Ti conoscevo da sempre, conoscevo ogni singolo millimetro della tua pelle appena esposta alla vita.

Cosa è successo a Riccardo? Qui il male ha le sembianze di un amore malato, tossico, pericoloso..

Marco Vichi Il bosco

«Non allontanatevi troppo» disse la mamma, mentre i bambini stavano uscendo. «No mamma, andiamo qua dietro» disse Camilla. «Siete coperti bene?» «Sì mamma...» «E non tornate tardi...»
Il bosco è il luogo del mistero e della paura per eccellenza. Ma accade che questa paura, oppure il fascino della scoperta attirino ragazzine sveglie come Camilla, che si tira dietro nel suo girare per il bosco il fratellino Filippo.

«Ma che è successo nel bosco? Cos’hai visto?»
«Nulla...» «Bugiarda» bisbigliò Filippo, e accese la luce. «Dai, spegni.»

Nel bosco si rischia di fare brutti incontri, specie se ci si mette a seguire un uomo in mezzo ai rovi.

La scheda del libro sul sito di Guanda

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