Il mondo delle fiction è magico, perfetto, idilliaco: i buoni fanno i buoni e i cattivi non riescono a farla franca, ma vengono bloccati.
Che soddisfazione vedere il vicequestore Cortese e la squadra Duomo catturare dopo anni Provenzano, zio Binnu ne "L'ultimo padrino".
Oppure vedere l'avvocato Guerrieri combattere in una causa (persa in partenza) che lo vedeva contro un figlio di un giudice, accusato di violenza ("Ad occhi chiusi").
O anche vedere come i piccolo casi di provincia, delitti liti, vengano risolte senza bisogno dei Ris, della scienza, ma con l'illuminazione di un prete capace di ascoltare e comprendere le persone. Capace di redimere le anime dei peccatori.
Ma la realtà è diversa: le indagini per la cattura di Provenzano sono state ostacolate dalla fuga di notizie sulle microspie (le talpe alla Dda).Inchiesta che ha portato all'arresto e alla condanna di esponenti politico, uomini dei Ros e mafiosi, la cosidetta boghesia mafiosa (medici, specialisti, imprenditori).
Cuffaro, Riolo, Guttadauro, Miceli, Campanella: anche queste persone dovrebbero comparire nelle fiction.
Nella realtà, un magistrato che si permette di mettere sotto indagine e, peggio che peggio, iscrivere a giudizio, un esponente dei poteri forti (magari un politico), è un magistrato “qualunquista”, viene insultato in parlamento, dove si parla di clima di barbarie, sbeffeggiato in televisione e sui giornali.
Viene sottoposto alle solite ispezioni ministeriali ad orologeria (De Magistris è sotto indagine dal 2005, da quando iniziò ad indagare sull'inchiesta Poseidone, che vede coinvolti Chiaravalloti e Lorenzo Cesa). Viene sanzionato dal CSM, consurato, traferito ....
La realtà ci porta i casi di Erba, Garlasco, Cogne, Perugia: dopo mesi, se si esclude Cogne, non siamo arrivati a niente.
Se questa è la realtà, molto meglio consolarci col grande fratello, con i reality, con le fiction.
Dove alla fine, il buono vince sempre e la giustizia trionfa.
Nella realtà, invece, ci tocca citare Cetto la Qualunque:“'n to u culo la giustizia!!! libertè egalitè e impunitè!”
Nessun commento:
Posta un commento