Questa mattina ad Omnibus, la trasmissione su LA7, parlava dell'elezione del presidente della Repubblica: è stato rimandato in onda il discorso di fine anno in cui parlava delle prerogative presidenziali che vanno mantenute intatte e consegnate al successore.
Un discorso analogo va fatto anche per la nostra terra: le piante, i mari, gli oceani, l'aria, non sono beni di nostra proprietà, sono risorse che abbiamo ricevuto da quelli che abitavano questa terra prima di noi e che dovremo consegnare intatte a chi ci seguirà.
Una trasmissione da genitori a figli che riguarda questo pianeta (non ne abbiamo altri) come anche il nostro patrimonio culturale, i beni artistici.
Ieri sera a La fabbrica del mondo, nella terza e ultima puntata di questo format ideato da Marco Paolini (in studio con lo scienziato Telmo Pievani) si parlava proprio di questo.
Consegneremo ai figli un ambiente che abbiamo modificato noi - ci raccontava Marco Paolini, meno sicuro, meno salubre, più pericoloso: si chiama trappola evolutiva, "una situazione in cui tu cambi il mondo e non riesci a stargli dietro".
Oggi, spiegava l'economista Loretta Napoleoni, non pensiamo più al futuro: ci siamo uniti in gruppo, centinaia di migliaia di anni fa, proprio per garantire meglio la nostra sopravvivenza, nostra e dei cuccioli della specie uomo "perché si sapeva che la vita andava oltre la nostra esistenza.. oggi stiamo distruggendo la terra che è il nostro nido."
Esiste un'agenda, stilata dalle Nazioni Unite, che contiene diversi punti da applicare entro il 2030: ne avete sentito parlare in questi giorni di frenesia presidenziale?
La salute dell'aria, delle falde, dei mari e dei fiumi. La biodiversità a rischio, la pandemia presente e le altre che verranno perché stiamo disboscando le foreste?
No, non l'avete sentito nei TG e nemmeno letto sui giornali.
Il caro bollette? Colpa della transizione ecologica, ah se avessimo le centrali nucleari, ah se iniziassimo ad estrarre maggiormente gas e petrolio italiano.
Balle. Fake news se preferite.
Reminiscenze dell'autarchia italica di mussoliniana memoria? Chissà.
Lo stato, gli stati, devono regolare questa transizione ecologica, mettendo delle regole e coordinandosi con le aziende private: questo spiegava l'economista Marianna Mazzuccato, parlando anche di mercato e degli incentivi che in Italia diamo ancora all'energia fossile, senza aver posto paletti stringenti alle aziende.
La transizione va guidata, anche tenendo conto dei movimento di protesta che, spiega l'economista, non sono necessariamente un male, possono migliorare il sistema (è grazie ai movimenti che si è arrivati alla settimana lavorativa di cinque giorni, alle otto ore).
Abbiamo una sfida davanti, una nuova corsa alla luna, che deve coinvolgere tutti, gli stati e le aziende private e che si deve porre obiettivi concreti, come la plastica che non deve più finire in mare. Come la decarbonizzazione.
Una sfida contro un nemico che esiste ed è il cambiamento climatico, una sfida da prendere sul serio perché presto non avremo più scelte.
Una sfida cheva raccontata, per questo sono importanti gli "story tellers", come Paolini.
O come Telmo Pievani, lo scienziato che in studio ci raccontava del genoma umano ("come un garage di un marito inglese che non butta via niente", secondo la definizione del nobel sudafricano Brenner). Di come l'homo sapiens e le altre specie umane siano sempre state nomadi, ben prima di noi: i nostri 4000 nonni si erano spostati dall'Africa per scoprire il mondo, l'ultima migrazione è di 60000 anni fa: "la migrazione, abbandonare la terra che non dà più risorse, è ciò che ci ha reso umani."
Quella che abbiamo davanti - ha raccontato il linguista Noam Chomsky - è una sfida che lega assieme la crisi climatica e l'ingiustizia sociale nel mondo.
Il mondo ricco che può permettersi la terza dose del vaccino, le cure, l'acqua, le risorse per vivere bene. E un terzo mondo povero depredato dalle risorse e senza vaccini.
Usciremo dalla crisi prendendoci cura dei problemi delle persone, non lasciandole indietro.
E vinceremo la sfida, di cui parlava l'economista Mazzuccato, se la smetteremo con questo greenwashing (come i piani di Eni per abbandonare il fossile), dove si presentano piani per la riduzione della co2 e dall'altra si continua con l'esplorazione dei fondali per cercare di estrarre altro petrolio.
"E' grottesco che siano i giovani a dover prendere delle iniziative siano i giovani e non persone della mia generazione".
Forse perché gli adulti erano troppo impegnati a seguire le "scemenze" di Jeff Bezos (e le sue ambizioni spaziali): "Non c’è un pianeta B. Se distruggiamo questo pianeta e lo stiamo facendo, è la fine."
Contare a cosa serve, è come cantare, ballare, far l'amore con qualcuno e non da soli, perché si fa? Perché da gusto. Quante cose imperfette abbiamo creato solo per sentire quel gusto. E siamo così imperfetti che ne creeremo ancora.
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