24 gennaio 2022

Anteprima inchieste di Report – la strage di Bologna, l'ombra del dragone, l'aroma delle sigarette

Nella settimana dell'elezione del presidente della Repubblica, Report si occuperà della strage di Bologna, il più grave atto criminale della storia repubblicana, degli imprenditori cinesi dietro le radio made in China, degli aromi nelle sigarette.

Presentando la puntata, il conduttore Ranucci ha anticipato anche un servizio sulle ambulanze che gestiscono il servizio per i deputati.

Al centro del labirinto

L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro, mal pagato e anche insicuro. Ma è anche la repubblica dei misteri, misteri italiani, storie di stragi, di delitti eccellenti, rimaste spesso insolute oppure, laddove sono stati individuati i responsabili (come a Milano e a Brescia per le bombe della banca dell'Agricoltura e a Piazza della Loggia) ancora si devono individuare i mandati. Mandanti che portano al cuore segreto dello stato: come a Bologna, dove sin da subito lo scoppio della bomba sono cominciati i depistaggi per portare gli inquirenti verso altre piste, quella palestinese, quella tedesca..

Ma i magistrati, almeno una parte di loro, non si è fermata, ha continuato ad andare avanti andando a scoperchiare, come dice l'anteprima del servizio, un vaso di Pandora.

La manovalanza nera, dei NAR dei fratelli Fioravanti, l'organizzazione della loggia P2 (che all'epoca controllava servizi, banche, diversi giornali, aveva tra i suoi esponenti ministri, imprenditori come il giovane costruttore Silvio Berlusconi). La protezione dei servizi segreti, organizzatori del depistaggio, poi scoperto, delle armi fatte trovare sul treno Milano – Taranto.

Gli stessi neofascisti che poi furono usati dalla mafia per compiere altri omicidi: era un'ipotesi investigativa di Giovanni Falcone, secondo cui l'omicidio del presidente della regione Sicilia Mattarella (fratello dell'attuale presidente della Repubblica) fu eseguito da Valerio Fioravanti (da questa accusa fu poi assolto in via definitiva).

Di tutto questo parlerà, intervistato da Paolo Mondani, l'ex giudice Roberto Scarpinato: il sistema criminale in cui si era imbattuto Falcone che era stato protagonista anche della strategia della tensione negli anni settanta.

Esiste un filmato girato negli istanti successivi all'esplosione della bomba che ritrae, tra i tanti, anche il volto di una persona che è stata identificata in Paolo Bellini. E qui la bomba di Bologna si lega alle bombe della mafia della stagione 1992 – 1993 (la strategia della tensione che porterà alla trattativa, al ricatto allo stato..), una pagina nera della nostra storia che vede, tra i coprotagonisti, lo stesso Bellini, esponente di Avanguardia Nazionale, formazione di estrema destra, coinvolta in diversi episodi della strategia della tensione.

Il filmato (girato da un turista svizzero) è stato mostrato, in Corte d'Assise, alla moglie di Bellini, che lo ha riconosciuto: il filmato era stato recuperato nell'Archivio di Stato a Bologna dall'avvocato delle vittime della strage Andrea Speranzoni, che è anche parte civile al processo.


Bellini è stato killer della ndrangheta, esperto d'arte, per anni sfruttando protezioni istituzionali mantenne la finta identità di Roberto Da Silva. In carcere nel 1981 conobbe Nino Gioè, uno degli autori della strage di Capaci. Dopo quella strage, con la copertura dei carabinieri del ROS, imbastì con cosa nostra una strana trattativa, utilizzando obiettivi artistici come strumento di ricatto contro lo Stato che, dopo le morti dei giudici Falcone e Borsellino era stato costretto ad applicare le misure restrittive del decreto Falcone ferme in Parlamento.

“Se io avessi fatto, o avessi avuto parte e arte nella strage di Bologna avrei chiesto miliardi, non 500 milioni” risponde oggi Bellini, a processo oggi a Bologna, considerato il quinto uomo della strage, in concorso con Fioravanti, Mambro, Ciavardini e Cavallini (al momento è il suo processo è fermo alla condanna in primo grado). Si riferisce ai quei 500 milioni che dal banco Ambrosiano sarebbero finiti nelle disponibilità dei Nar, come era riportato da un appunto ritrovato a Licio Gelli.

I NAR sono stati usati dalla mafia e da un pezzo del mondo politico per compiere questi delitti eccellenti? “Ordine nuovo, Avanguardia nazionale, Europa e civiltà hanno marciato divisi ma colpito uniti” racconta oggi Vincenzo Vinciguerra, uno dei pochi pentiti di Ordine Nuovo, “questi non hanno deciso la strage di Bologna, l'hanno eseguita e basta ..”

Su ordine di chi? Di Gelli? Di quei pezzi dello stato che hanno protetto l'estremismo di destra, come D'Amato, uomo del Viminale? Oppure anche sopra di loro esiste un livello superiore?

Se la strage di Bologna, il più grave evento criminale, così lo aveva definito Pertini, è un grande labirinto, cosa troveremo al suo centro?

La città di Bologna non dimentica, è stato lo spirito combattivo dei bolognesi, dei familiari delle vittime, a curare le ferite della strage, come nella tecnica del Kintsugi, dove si riparano gli oggetti in ceramica con l'oro, creando oggetti dal valore ancora maggiore.

La scheda del servizio: UFFICIO BOMBE di Paolo Mondani con la collaborazione Roberto Persia

Il 24 gennaio iniziano le votazioni per il nuovo Presidente della Repubblica: il supremo garante della Costituzione. Quel giorno andrà in onda una puntata di Report sul nostro passato più oscuro per ricordare chi siamo stati. E quanta verità manca per realizzare un articolo della Costituzione, dove la verità è definita il diritto fondamentale di una società democratica.

A Bologna si sta concludendo il processo sui mandanti della strage. Quarant’anni fa. 2 agosto 1980. 85 morti e 200 feriti. Il processo ancora in corso ricerca l'identità del criminale che ha realizzato la più grande strage della storia repubblicana. Già condannati con sentenza definitiva come esecutori i terroristi neri Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini, e Gilberto Cavallini in primo grado. Oggi alla sbarra, imputato per concorso nella strage con l’accusa di aver procurato l’esplosivo, è l’estremista di destra e killer di ‘ndrangheta Paolo Bellini. Ma la Procura Generale ha individuato quattro nomi, quattro presunti mandanti e finanziatori della strage: al vertice sarebbe stato il capo della loggia P2 Licio Gelli, che attraverso il suo banchiere di fiducia Umberto Ortolani avrebbe veicolato finanziamenti agli esecutori materiali e a una rete incaricata del depistaggio delle indagini, che faceva capo all’ex direttore del «Borghese» Mario Tedeschi, e a Federico Umberto D’Amato, capo dell’Ufficio Affari Riservati del Viminale.

Report ha intervistato testimoni storici, esponenti dell’eversione nera, collaboratori di giustizia, dirigenti dei servizi segreti dell’epoca, magistrati.

Il punto di partenza è la morte di Piersanti Mattarella, l’esponente democristiano siciliano legatissimo ad Aldo Moro che verrà ucciso il 6 gennaio del 1980. Giovanni Falcone indagò sulla morte di Mattarella, e oggi Report è in grado di rivelare particolari importanti su quelle indagini e sull’esistenza di un verbale fino a oggi sconosciuto che riguarda Paolo Borsellino. Il generale Pasquale Notarnicola, capo dell’antiterrorismo del Sismi nel 1980, ha voluto rilasciare all’inviato Paolo Mondani una importante intervista pochi giorni prima di morire. Ha raccontato dall’interno i depistaggi effettuati da uomini del Sismi per allontanare la verità sui responsabili della strage di Bologna, descrivendo i mandanti e da chi ricevevano gli ordini da fuori Italia.

Le radio cinesi

Chi sono i finanziatori, gli imprenditori dietro il network di radio cinesi che oggi si stanno espandendo in Europa? Se lo chiede il servizio di Giulio Valesini.

Uno di questi si chiama Alexandros Rigas, cittadino cipriota e amministratore delegato della IRM, Italian international radio and media, la società che controlla la società Radio FM, che casualmente prende il posto di un imprenditore cinese nato nella stessa data e nello stesso posto, Lai Liang.

La radio lavora in concessione in Italia, accede ai fondi per l'editoria, farsi qualche domanda è il minimo, non è il solito pregiudizio verso la Cina.

Ma il procuratore legale di Radio China FM ha preferito non rispondere a queste domande, ritenute “scomode”: “non puoi chiedere a me, io non lo so”, ammette un certo punto il procuratore.

Vive a Cipro l'editore di Radio China, un'isola che attrae molti imprenditori per la tassazione favorevole e perché da la possibilità di ottenere un passaporto europeo, se investi nell'isola. Si parla di oligarchi russi e cinesi che vogliono trovare una base di accesso per l'Europa - spiega il giornalista Makarios Drousiotis a Report - non si tratta di veri imprenditori, ovvero persone che investono per creare posti di lavoro, comprano solo il passaporto per investire, spesso in immobili sovrastimati, anche con soldi sporchi. 

La scheda del servizio: RADIO PECHINO di Giulio Valesini e Cataldo Ciccolella con la collaborazione Evanthia Georganopolou ed Eleonora Zocca

Da alcuni anni un network di radio in lingua cinese si sta lentamente espandendo in Europa. All’apparenza si tratta di iniziative private, finanziate da imprenditori asiatici. Ma scavando sotto la superficie si scoprono complessi schemi proprietari con società offshore o persino totalmente anonime. E soldi che vengono da gruppi con l’appoggio della diplomazia di Pechino. Report rivelerà scenari inquietanti, in cui il soft power del dragone non esita a sfruttare le debolezze dell’Ue per conseguire i propri obiettivi.

Gli aromi aggiunti nel tabacco

Un'inchiesta sugli aromi aggiunti al tabacco, che vengono controllati dall'agenzia delle dogane tramite degli esami olfattivi che cercano di capire se in quella miscela di tabacco sono preminenti altri profumi (mentolo, cacao, vaniglia). La parola chiave, nella legislazione UE è “caratterizzante”, peccato che nella legge italiana non siano stati stabiliti dei limiti prestabiliti.

La scheda del servizio: TUTTO FUMO di Antonella Cignarale

Gli aromi aggiunti nei prodotti di tabacco possono aumentarne l’attrattività, se la nicotina è irritante per la bocca e l’odore, questi aromi, invece, rischiano di creare una illusione di piacere e non di fastidio, favorendo l’iniziazione al tabagismo soprattutto dei giovani. L’Unione Europea ha cercato di porre un rimedio vietando l’uso di additivi nelle sigarette e nel tabacco da arrotolare, ma solo se assumono quella concentrazione tale che li rende aromi caratterizzanti. Per valutare però, se un aroma è caratterizzante non c’è una quantità prestabilita, una soglia oggettiva. Mentre le società del tabacco e le istituzioni preposte al controllo cercano una quadra per stabilire se le sigarette con il mentolo oggi in commercio abbiano o meno un aroma caratterizzante, le scappatoie per il fumo aromatizzato sono offerte in tutti i prodotti accessori non regolamentati dalla direttiva europea. Un’inchiesta in collaborazione con il consorzio di giornalisti d'inchiesta OCCRP e i suoi media partner.

Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.

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