Questa sera Report parlerà del Lotito imprenditore nel settore calcistico, presidente della Lazio ed ex della Salernitana, poi imprenditore nelle compagnie aeree.
Report tornerà a parlare di Amazon e dei venditori che usano la sua piattaforma per vendere i loro prodotti e della Helbiz, l'azienda di sharing dei monopattini.
Il caso del senatore Lotito
A fine gennaio inizieranno le votazioni per l'elezione del prossimo presidente della Repubblica, quando in seduta congiunta (forse) si uniranno senatori, deputati e i consiglieri regionali scelti dalle regioni. Ma in Senato è ancora aperto il caso del senatore Lotito: candidato nel 2018 con FI, ha fatto ricorso per la sua mancata elezione e in tre anni non si è riusciti a fare chiarezza perché dal 2018 la giunta per le elezioni, presieduta dal senatore Gasparri, non è ancora riuscita a svolgere le verifiche per il riconteggio dei voti in Campania.
Un po' perché cane non mangia cane, un po' per ignavia, - spiega il senatore Pellegrino avvocato del senatore Boccardi (anche lui aveva fatto ricorso dopo le elezioni del 2018) – a seguito di nostre plurime diffide e minacce finalmente la giunta a settembre 2020 ha affrontato il caso e ha accolto il ricorso.
Ci sono voluti due anni per una procedure che poteva essere chiusa in 18 mesi: il senatore Gasparri ha risposto spiegando che ci si è mossi nei tempi accettabili, perché serviva fare l'accertamento sui dati, sui verbali, “un giorno la magistratura ci comunicò che alcune sezioni non avevano conservato le schede..”
A causa di questi ritardi i 18 senatori eletti in Campania devono ancora essere validati, una cosa grave se si pensa che saranno loro ad eleggere il presidente della Repubblica: per la prima volta nella storia della Repubblica italiana abbiamo un senato non convalidato.
Ma se fosse senatore, per chi voterebbe Lotito? Luca Chianca lo ha chiesto al presidente della Lazio, che ha preferito non fare nomi e parlare di una figura che porta alla stabilizzazione del paese.
Report racconterà della storia di Lotito come imprenditore, una storia che si intreccia con quella della Sanbenedettese, squadra di cui fino a poco tempo fa era DG Colantuono, attuale allenatore della Salernitana. Le due squadre sono state molto legate: la scorsa primavera la squadra marchigiana è fallita la scorsa primavera (ed è il quinto fallimento nella sua storia) che oggi è ripartita dalla serie D e così l'ex sindaco Piunti di FI prende in mano la partita.
Alla manifestazione di interesse per rilevare la squadra si presenta una cordata locale e una rappresentata dalla signora Antonella Pennacchi: alle riunioni con quest'ultima cordata si presenta il marito Bucci, imprenditore di Artena molto legato a Claudio Lotito.
A lui il sindaco offre la possibilità di rilevare la Sanbenedettese perché la cordata locale non dava le dovute garanzie.
Roberto Ascani era il rappresentante di quest'ultima: a Report racconta che il sindaco, alle riunioni, parlava di aver ricevuto contatti da Lotito il quale spiegava che avrebbe aiutato Manolo Bucci a fare la squadra.
Il sindaco, avute le garanzie da Lotito, invia tutta la documentazione alla FIGC di Gravina per l'iscrizione al campionato, ma prima devono partite le verifiche interne, per valutare se il progetto finanziario presentato stia in piedi.
Lotito era interessato all'operazione o voleva aiutare Bucci? Intervistato da Report Lotito tira in ballo un motto latino, “dicunt dicitur”, come a dire che quelle sul suo interessamento sono solo chiacchiere. E' stato il sindaco a chiamare Lotito per avere informazioni su Bucci, si è trattato solo di dare consigli a costo zero.
Strano, perché Lotito non era a conoscenza di una pena per corruzione che Bucci ha patteggiato nel 2021, “sono cose personali”.
Ancora una volta non si capisce chi stia raccontando il vero, Bucci e Lotito sono amici, si conoscono? Nell'intervista a Vera TV, Bucci parla della sua stima per Lotito “conosce la mia famiglia, conosce i miei bambini, c'è un'amicizia importante .. quando hai bisogno di un consiglio da chi vai? Da un amico vero.”
La presenza di Lotito e Bucci nella nuova società può essere un problema, racconta poi Michele Natalini, giornalista dell'emittente Vera TV, tanto è vero che non compare lui ma la moglie.
A settembre la FGCI accusa la nuova società di essere priva delle risorse finanziarie.
Sul Fatto Quotidiano Ilaria Proietti ha pubblicato una anticipazione del servizio:
L’ultima di Lotito: lettera falsa di garanzia per il 37% Alitalia
Scoop - “Report” scopre il documento farlocco con cui il patron della Lazio e aspirante senatore di destra offriva 375 milioni di euro
Ha urlato, strepitato, usato tutti i mezzi a sua disposizione pur di agguantare il seggio che ancor gli sfugge, nonostante tutto. La voglia matta di Claudio Lotito di indossare il laticlavio senatoriale è la partita della vita e intende giocarsela anche oltre il 90º minuto: domani ancora una volta Forza Italia tornerà alla carica per mettere la questione della conferma della sua elezione nel calendario dell’aula di Palazzo Madama prima che inizino gli scrutini per il Quirinale che non vorrebbe perdersi.
Ma la vigilia della conferenza dei capigruppo si preannuncia amara per il patron della Lazio ché Report, la trasmissione di inchiesta di Sigrfrido Ranucci su Raitre, ha deciso di tornare a occuparsi di lui, della sua passione per il calcio ma soprattutto della vicenda Alitalia per la quale era sceso in campo nel 2019 con un’offerta sorprendente, 375 milioni di euro per il 37 per cento delle azioni. Con quali garanzie? Quella di Banco Santander che però si è rivelata farlocca, come ha certificato lo stesso Banco Santander in una lettera inviata a Ferrovie Italiane, partner industriale dell’operazione di salvataggio della compagnia di Bandiera avviata nel 2018.
La scheda del servizio: VOLA UN'AQUILA NEL CIELO di Luca Chianca con la collaborazione di Alessia Marzi
Claudio Lotito è diventato proprietario della Lazio nel luglio 2004. La prende dalle ceneri della squadra di Cragnotti, sull'orlo del fallimento. In pochi anni la riporta al centro della scena calcistica vincendo ben sei coppe. Ma Lotito vuol dire anche Salernitana quando decide, con suo cognato Mezzaroma, di comprarla e portarla fino alla Serie A. Un conflitto d'interesse che obbliga la Figc a intervenire costringendolo alla vendita della squadra campana. Ma Claudio Lotito è anche politica, quando nel 2018 si candida al Senato con Forza Italia. Esce sconfitto, fa ricorso e il Senato, dopo quasi quattro anni, non si è ancora espresso, creando una situazione di impasse senza precedenti nella storia della Repubblica. A causa della mancata decisione non sono stati ancora convalidati i senatori eletti in Campania nel plurinominale che a breve dovranno votare il nuovo Presidente della Repubblica. Ma i suoi rapporti con la politica sono sempre stati alla base delle sue iniziative imprenditoriali, come quando nel 2019 cerca di entrare in Alitalia, sorprendendo tutti con un'offerta da ben 375 milioni di euro che però verrà rifiutata. Chi lo ha appoggiato nell'ennesimo salvataggio dell'Alitalia e perché la sua proposta è stata bocciata?
I capitani coraggiosi amici della Helbiz
Lo scorso anno Report aveva raccontato le passate fortune (o sfortune) del giovane imprenditore Palella, fondatore della Helbiz, la compagnia di monopattini che, nel primo lockdown, aveva stretto accordi con diverse città (tra cui Milano) per i suoi monopattini elettrici.
Non era stato ben accolto Daniele Autieri nella splendida sede di Helbiz a New York, non a tutti piace dover rispondere (e dare conto) del proprio passato da imprenditore, delle amicizie giuste o sbagliate.
E nemmeno questa volta il servizio di Report sarà ben gradito, nonostante alla fine la società di monopattini sia riuscita a quotarsi in borsa al Nasdaq l'agosto scorso: si tratta della prima azienda di sharing quotata alla borsa americana.
Alla quotazione la Helbiz ci è arrivata grazie ad una complessa operazione finanziaria che passa attraverso una SPAC, una “special purpuse acquisition company” ovvero un società veicolo già listata al Nasdaq. In questo caso la SPAC è la Green Vision che investe nella Helbiz, la società non quotata, la prende per mano e l'accompagna al gran ballo della borsa di New York.
Ancora una volta l'ausilio del consulente Gian Gaetano Bellavia aiuta a comprendere l'operazione: “in questa maniera i gestori della SPAC decidono di comprare una società che a loro piace o che hanno degli interessi, infilando nel portafoglio degli investitori una società che magari non è innovativa”.
Nel caso di Green Vision, racconta nell'anteprima il giornalista, molti investitori scappano via, più del 90%, “di quelli che investono al buio” specifica Bellavia.
Chi sono i signori di Green Vision allora?
“Dietro a questa Green Vision ci sono dei cinesi accompagnati da un americano, c'è un finanziere con una esperienza sui mercati finanziari [..] c'è un altro signore che forse ci ha messo i soldi che è un oncologo che quindi non c'entra proprio niente e poi un americano che opera nel settore della finanza. Quindi, a parte l'oncologo, è tutta gente che opera nel settore della finanza che ha montato questa operazione per Helbiz.”
La scheda del servizio: O LA BORSA O LA VITA di Daniele Autieri con la collaborazione di Federico Marconi
La Helbiz ce l’ha fatta ed è divenuta la prima compagnia di sharing di monopattini quotata al Nasdaq di New York City. È il sogno fatto realtà di Salvatore Palella, il giovane imprenditore partito da Acireale e finito a Wall Street.
Chi sono però i capitani coraggiosi che hanno reso possibile l’impresa, portando in Borsa un’azienda che nei primi nove mesi del 2021 registra una perdita di oltre 50 milioni di dollari a fronte di ricavi per appena 8 milioni?
Proprio grazie a una serie di rapporti privilegiati, la Helbiz Italia ha ottenuto nel 2020 un prestito bancario di 5,5 milioni di euro garantito dal Fondo centrale di garanzia per le PMI. Nell’anno in cui l’intero gruppo mondiale Helbiz fatturava appena 4,4 milioni di euro, lo Stato italiano ha assicurato un prestito superiore al fatturato globale di una società controllata da una holding nel Delaware, di cui di fatto si sa poco o nulla dell’origine dei capitali e degli azionisti.
Ma questa è solo una delle anomalie che segna la storia della Helbiz e di Salvatore Palella, una storia che interseca personaggi come Lele Mora, Stefano Ricucci, cantanti neomelodici napoletani e personaggi che hanno avuto rapporti con imprenditori vicini ai clan di camorra.
I venditori di Amazon
Due settimane fa Report aveva raccontato del mondo di Amazon, di come il più grande store online avesse ammazzato la vendita nei grandi store (che a loro volta avevano portato alla chiusura dei piccoli negozi nei paesini). E di come Amazon bloccasse o rimandasse i pagamenti agli imprenditori che vendono i loro prodotti, senza alcuna ragione apparente.
Un venditore, che ha scelto di raccontare la sua storia in anonimo, spiegava come a volte la merce che inviava ad Amazon veniva dichiarata come non spedita, il 50% dei capi (prodotti per la casa) e perfino il 100% in un caso: poiché la merce non è mai arrivata ai magazzini, Amazon blocca i pagamenti, nonostante il venditore abbia mostrato i documenti delle spedizioni che dimostrano che la merce è in realtà arrivata (con tanto di timbro Amazon).
Alla fine, arrivati a 70mila euro di merce non pagata, spunta una trattativa, in cui Amazon propone di pagare la metà del dovuto al venditore, in cambio quest'ultimo dovrà rinunciare a qualsiasi rivendicazione. Poi, alla proposta di rinnovo contrattuale, questo venditore si è visto aumentare le trattenute, dal 5 o 6%, fino a tre volte tanto e il pagamento da trenta giorni va a novanta giorni.
Cioè, per ottenere una parte dei suoi soldi, il venditore dovrà accettare queste nuove condizioni: “ci siamo trovati in una condizione dove avevamo anticipato i soldi in banca le fatture stavano scadendo, le banche ci chiedevano di rientrare e quant'altro a quel punto abbiamo detto, vabbè trenta per cento in meno almeno chiudiamo quella situazione e poi andiamo avanti.”
Un cappio insomma, che si stringe nemmeno troppo piano perché, passati sei mesi, la situazione si è ripresentata.
In questo momento il venditore ha un credito verso Amazon di 300mila euro e si sta ritrovando con le banche che chiedono il rientro delle fatture scadute e se non ci pagano non riusciamo a rientrare.
Per sbloccare i pagamenti Amazon pretende dal venditore documenti sensibili sui suoi fornitori, le fatture coi nomi, i prezzi di acquisto.
“Se non ci mandi anche la fattura noi non ti rimborsiamo”: ma questo esporrebbe il venditore ad una concorrenza altissima perché Amazon potrebbe andare direttamente dal fornitore e potrebbe proporre anche solo un euro in più e immettere sul mercato un prodotto identico a quello del venditore tagliandolo fuori.
Questa sera il servizio di Emanuele Bellano riporterà altre storie, di account sospesi e di pagamenti non , effettuati con la scusa di aver venduto merce contraffatta oppure facendo pagare rimborsi per merce che non era stata venduta.
La scheda del servizio: AMAZON: VENDUTO È RESO di Emanuele Bellano con la collaborazione di Greta Orsi
Il gigante dell'e-commerce macina affari non solo sul versante della vendita ma anche su quello della distribuzione e della logistica. Il motto di Amazon e di Jeff Bezos è "Il cliente prima di tutto". Tra il cliente e il colosso Amazon nel mezzo ci sono i venditori costretti ad accettare le regole di Amazon o uscire dal marketplace. Report ha documentato pagamenti sospesi o negati unilateralmente, commissioni calcolate sui costi oltre che sui guadagni dei venditori e meccanismi che strangolano il venditore imponendogli di accettare accordi capestro.
Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.
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