04 gennaio 2022

Il commissario Maugeri e il pianista russo, di Fulvio Capezzuoli


 

Domenica

L’ultimo pezzo in programma era la Polonaise n. 11 in Sol minore di Chopin. Dopo quasi un’ora di concerto, mentre le dita scorrevano agili sulla tastiera, Ivan Golubev cercava di estrarre dal pianoforte tutta la musicalità che il grande compositore polacco aveva racchiuso nel suo celeberrimo brano. Sapeva già che il risultato non sarebbe stato all'altezza, che un certo meccanicismo tipico delle sue esecuzioni avrebbe fatto storcere il naso ai veri intenditori della musica. Ma questa sera non se ne preoccupava molto..


In questa nuova inchiesta il commissario Maugeri in pochi giorni, si trova a dover affrontare ancora una volta un caso complicato: c'è prima di tutto una rogna diplomatica con il consolato dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (una volta la Russia si chiamava così) perché un loro pianista, arrivato in Italia per esibirsi alla festa de l'Unità, è stato fermato dalla polizia nelle vicinanze di un cadavere, lungo viale Forlanini, in cui si era imbattuto per caso mentre rientrava in albergo

Si avvicinò incuriosito a quello strano fagotto, ma subito si rese conto che qualcuno giaceva prono, le mani distese lungo i fianchi ..

C'è un altro caso, molto delicato, la figlia adolescente di una famiglia importante che è scappata di casa da qualche giorno e che Maugeri vorrebbe trovare quanto prima per portarla dai genitori (e magari comprendere anche i motivi della fuga).

E, infine, una strana tentata rapina, una tentata effrazione ad una galleria in via Sant'Andrea: strana perché i poliziotti che accorrono sul posto si trovano davanti il gallerista, il signor Cristofori, quasi scocciato della loro presenza. Come se la polizia davanti all'ingresso della galleria dove esponeva quadri di poco valore, gli desse fastidio..

Il caso del pianista russo, il signor Ivan Golubev, sembra risolversi subito, dopo una visita di Maugeri al commissariato di Porta Venezia dove aveva lavorato fino al 1946, prima di passare alla Mobile.

Anche la quindicenne viene ritrovata, grazie alla segnalazione di un barista (e Maugeri scopre ancora una volta che non sono i soldi a fare una famiglia felice).

Ma, a pochi giorni dalle ferie estive, di quel torrido luglio 1949, arriva un nuovo caso: il gallerista, Francesco Cristofori, è stato aggredito e lasciato ferito a terra: ai poliziotti che lo hanno soccorso (e che lo hanno portato in urgenza in ospedale) aveva detto solo poche enigmatiche parole: “Ti guarda fin dentro l’anima, in profondo” e, riferendosi probabilmente all'aggressore, aveva parlato di capelli biondi e di una barba rada.

Per quale motivo questo gallerista, che era una persona onesta e che generalmente non trattava opere importanti (così ne parla il fratello, venuto da Torino) è stato aggredito, per morire poi a seguito del trauma?

Stava forse seguendo una vendita di un'opera particolare, magari rubata?

Il fratello, anche lui nel mondo dei quadri, ricorda di una confidenza che gli aveva fatto, prima dell'aggressione:

“Mi ha detto, più o meno, che probabilmente nel giro di qualche giorno mi avrebbe fatto vedere qualcosa di strabiliante”.

A complicare le cose, oltre alla morte del gallerista, arriva la segnalazione di una scomparsa: questa volta non è più la figlia quindicenne di una famiglia bene, ma si tratta di un fascista, che un giorno non è più tornato a casa. Alla moglie, che viveva con lui in una piccola casa di ringhiera, aveva raccontato che stava per chiudere un affare importante, che quella sera avrebbero festeggiato champagne.

Negli anni della guerra Carlo Francesco Andreasi era uno dei tanti fascisti che si era arricchito facendo soprusi e rubando i beni delle famiglie ebree, costrette a spogliarsi di tutto, specie dopo l'8 settembre.

E' stato vittima della famigerata “volante rossa”, oppure è stato ucciso per vendetta per quanto aveva fatto nel passato?

Questi due casi saranno destinati ad intrecciarsi tra loro, e tornerà sulla scena anche questo strano pianista russo, esperto di pianoforte ma anche di quadri (ancora una volta) in una indagine che, ancora una volta riporta a galla ferite ancora aperte della guerra appena terminata: un'indagine che ha dentro l'avidità personale e il disprezzo della vita e che verrà risolta grazie ad un certosino lavoro di gruppo, di Maugeri assieme ai suoi collaboratori, questa volta alle prese con opere d'arte.

Il commissario Maugeri e il pianista russo è un giallo classico ambientato a Milano negli anni a ridosso della fine della guerra, in una città dove ancora ci si sposta col tram o in bici, una città che porta ancora addosso i ricordi delle bombe ed è ancora vivo nelle persone il ricordo di quel dolore, delle violenze subite.

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