Sono tutti eredi della DC, così si sentono i partitini di centro. Ma quante Democrazia Cristiana ci sono in Italia? Tutto nasce da un errore tecnico dietro lo scioglimento del partito.
Poi altri servizi, dalla pista sul lago di Garda, una pista della Porsche in Puglia e le politiche abitative a Vienna. Ranucci ha anticipato anche un nuovo servizio sull’ex sottosegretario Sgarbi, sull’uso disinvolto che avrebbe fatto dei suoi autisti.
Gli eredi della DC
Moriremo tutti democristiani – si diceva una volta. La DC, come partito di massa non c’è più, ma tanti sono i politici che se ne sentono gli eredi ma, come racconterà il servizio di Bertazzoni, sono tanti anche i partiti col simbolo della scudo crociato.
A trent’anni dalla fine del partito, siamo passati da De Gasperi, Andreotti, Moro ai partitini di Cirillo, De Simone, Sandri, Rotondi e Cuffaro.
Nel
febbraio del 2023 si è tenuto un congresso della Democrazia
Cristiana che ha nominato segretario Antonio Cirillo: “ci sono
voluti quandi 30 anni, ma si può dire ufficialmente che oggi la DC è
tornata al suo splendore ..”
C’è la DC di Angelo Sandri,
anche qui compare lo scudo crociato, “la DC quella vera è questa
qua..”.
Anche Franco De Simone usa nel suo partito il nome
“Democrazia Cristiana”: come hanno deciso i giudici, hanno
proseguito il cammino della vecchia DC.
E poi c’è la
Democrazia Cristiana “nuova” (che tanto nuova non sembra) di Totò
Cuffaro: “nuova per dare il segnale della novità, ma il partito è
unico”.
Infine la DC di Gianfranco Rotondi: “è un simbolo
che abbiamo presentato 20 anni fa, Democrazia Cristiana, abbiamo
aggiunto con Rotondi per una ragione perché sono censite 120
associazioni che si chiamano Democrazia Cristiana”.
L’oggetto
del contenzioso, tra questi partiti-associazioni è il nome, come
racconta Cuffaro
(l’ex
presidente di regione condannato per favoreggiamento alla mafia e ora
rientrato in politica),
tutti
lo rivendicano e nessuno degli attori politici intende mettersi
assieme.
In Sicilia il simbolo DC vale 150mila voti, i voti
presi alle passate regionali. Sandri il grande centro lo vorrebbe
anche fare, da Renzi a Cuffaro, potrebbe prendere voti da quel 60% di
elettori che non va a votare, l’usato sicuro potrebbe prendere dal
6 all’8% di voti.
Quanto vale la DC? Sono 5 consiglieri comunali a Palermo, 5 consiglieri regionali e due assessori – risponde Cuffaro: in regione la sua nuova DC governa con Schifani ma alle Europee Forza Italia non li vuole in coalizione, “la verità è che non ci vogliono perché noi prendiamo il seggio, non perché ci sia io..”.
La deputata Dalla Chiesa ha spiegato che non vogliono voti inquinati (loro, il partito di Dell’Utri, il partito di Berlusconi): “non accetto il giudizio sui voti inquinati, perché sono voti di tante persone perbene” risponde l’ex presidente, che non manca di sottolineare l’ipocrisia del ragionamento della figlia del generale ucciso dalla mafia, visto che la nuova DC governa assieme a Forza Italia in regione.
Con
la fine
dell’interdizione perpetua Cuffaro potrebbe candidarsi ma a Report
racconta che non lo farà, “una scelta personale per non mettere il
mio nome all’attenzione di chi potrebbe votarmi”. Anche questo un
ragionamento un po’ ipocrita, perché tutti sanno che la nuova DC è
il partito anche di Cuffaro.
Saul Caia sul Fatto Quotidiano da una anticipazione del servizio:
“Tra i primi iscritti di B., ora punto al centro”. Baiardo, ma non solo: ecco le 120 nuove Dc
DI SAUL CAIA
Era la persona più attesa al congresso romano della Democrazia Cristina targata Angelo Sandri. Ma alla fine Salvatore Baiardo non si è presentato. “Guardi, purtroppo sono con 39 e mezzo di febbre ancora qui a Palermo e non potevo essere presente”, dice Baiardo al giornalista Luca Bertazzoni di Report che, nella puntata che andrà in onda stasera su Rai Tre, ricostruisce la frammentazione e la querelle intestina alla balena bianca. Ben “120 associazioni e vari partiti con il nome: Democrazia Cristiana”, si proclamano tutti discendenti originali del partito di don Luigi Sturzo, a partire da Gianfranco Rotondi, passando per Antonio Cirillo, Franco Simoni, Totò Cuffaro e infine Sandri. Proprio in quest’ultima, come aveva raccontato Il Fatto, Baiardo ha annunciando, tra social e TikTok, il suo imminente tesseramento e la sua candidatura alle europee.
Sull’ex gelataio di Omegna però pesa il passato in odor di mafia. Condannato per aver curato la latitanza dei fratelli Filippo Giuseppe Graviano, i boss palermitani delle stragi 1992-1993, tora alla ribalta a novembre 2022 quando in tv “predice” il possibile l’arresto di Matteo Messina Denaro in tv. Fino alla recente inchiesta di Firenze che lo vede indagato per calunnia ai danni di Massimo Giletti, ex conduttore di Non è l’Arena, per la presunta foto che ritrarrebbe Giuseppe Graviano, l’ex generale Francesco Delfino e Silvio Berlusconi. “Eh no. Andrà approfondita e prenderemo buona nota”, glissa Sandri a Report.
La scheda del servizio SCUDI INCROCIATI di Luca Bertazzoni
Collaborazione Marzia Amico
Il 18 gennaio del 1994, nel pieno dello scandalo di Tangentopoli, il segretario della Democrazia Cristiana Mino Martinazzoli cambia il nome al partito, si torna all'originale Partito Popolare Italiano fondato da Don Luigi Sturzo. Molti però interpretano questo atto come uno scioglimento della Democrazia Cristiana, ma in realtà è un cambio di nome fatto però in maniera errata perché è mancato un congresso per sancirlo. Negli anni successivi è nata una guerra infinita a colpi di carte bollate, cause e ricorsi per contendersi il nome del partito ed il suo simbolo, il famoso scudo crociato: ad oggi esistono circa 120 associazioni che si rifanno alla Democrazia Cristiana. Questa l’eredità politica e morale del partito fondato da De Gasperi, ma Report racconta anche il mistero dei 500 immobili della Democrazia Cristiana che sono stati venduti per ripianare i debiti del partito.
La repubblica che non tutela l’ambiente
Prima
o poi dovremo fare i conti con le forme di turismo che non rispettano
l’ambiente, che non sono sostenibili, che spremono il limone fino a
che non ha più succo da dare.
Report
torna sul lago di Garda, a Costermano: non si farà più il ponte
sospeso, con grande dispiacere del sindaco. Ma per i 25 ml di turisti
l’anno che vogliono passeggiare lungo le rive del lago è pronto un
progetto che abbraccia tutte e tre le regioni che si affacciano su di
esso: una ciclovia, “non la ciclovia più bella di Italia” come
viene mostrata nelle brochure o nelle riviste patinate – racconta a
Report la presidente di Italia Nostra di Trento Manuela Baldracchi “è
una sorta di serpente metallico che si aggrappa alla roccia, ha un
parapetto e soprattutto degli elementi di sostegno che si infilano
nella roccia per metri e metri per sostenerla”.
Le
falesie, su cui la pista si appoggia, sono spesso oggetto di crolli:
Report ha cercato di incontrare i referenti politici di questa
ciclovia, con poco successo. Anche perché, oltre al rischio crolli,
i costi dell’opera sono aumentati.
I bikers che battono il
lago di Garda sulla salita di Torri del Benaco da qualche anno oltre
al panorama si “godono” anche tutti i cantieri spuntati, come i
resort a 5 stelle che stanno cementificando la zona e su cui sta
indagando la procura di Verona.
In cima alla collina di Albisano campeggia un enorme costruzione, Cape of Senses, una struttura a 5 stelle con un meraviglioso affaccio sul lago: il servizio di Report mostra come i cantieri arrivano fino a ridosso della strada percorsa dalle bici, “nel momento in cui ci fossero forti precipitazioni come si comporterebbe la montagna, cosa rilascia giù nella zona costiera?” - si chiede una guida intervistata nel servizio.
La scheda del servizio: LAGO IN CANTIERE di Rosamaria Aquino
Collaborazione Marzia Amico
Siamo tornati sul lago di Garda che negli ultimi anni è tutto un fiorire di cantieri edili. Il ponte sospeso di Costermano sul Garda non si farà più, perché le caratteristiche geomorfologiche dell’area non sono ideali, come avevamo documentato già all’inizio della nostra inchiesta. Dove avrebbe dovuto essere costruito, il terreno è fragile, così come è fragile quello che costeggia il resto del lago, dove a cavallo tra la fine e l’inizio dell’anno si sono registrate due grosse frane. Tuttavia, va avanti il progetto di una ciclovia, che dovrebbe abbracciare tutte e tre le regioni intorno al Garda. In alcuni tratti la struttura sarà pensile e arriverà a costare quanto un viadotto autostradale. E con i biker abbiamo percorso la collina di Albisano, a Torri del Benaco (Vr), dove le strade sono cantieri aperti, se ne contano a decine lungo la salita che conduce alla mega struttura di lusso da quasi 13mila metri cubi di volume, il cui iter autorizzativo è stato oggetto di un aspro contenzioso tra il Comune e la Soprintendenza e ora è sotto la lente della magistratura. Le ditte che acquistano i terreni o costruiscono le case su cui aumentare le volumetrie grazie alla legge del Piano casa, sono quasi tutte dell’Alto Adige, perché il lago è diventato la nuova frontiera dell’edilizia. Parleremo di cooperative che, col sogno di una casa sul lago per i soci, acquistarono terreni su aree vincolate e vendettero a società bolzanine per rientrare degli investimenti, e di resort di lusso costruiti persino su terreni agricoli.
La pista della Porsche nel Salento
In Italia la libera iniziativa dell’impresa provata è consentita a patto che non sia in contrasto in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
Spesso a prevalere è l’interesse privato, specie se il privato è potente e può usare l’arma del ricatto del lavoro.
Il servizio di Chiara De Luca racconterà una storia dove l’interesse privato di una grande casa costruttrice sembra andare contro l’interesse comune (che è la tutela dell’ambiente).
La scheda del servizio: I SIGNORI DELL’ANELLO di Chiara De Luca
Collaborazione Eva Georganopoulou
In Puglia, in pieno Salento, tra i comuni di Nardò e Porto Cesareo, perfettamente disegnata e scolpita nel terreno c’è la pista di collaudo a forma di anello lunga quasi 13 km di proprietà del gruppo Porsche. La pista fu costruita negli anni '70 dalla Fiat che nel 1999 decide di cederla. Una struttura importante che crea un indotto di circa 10 milioni di euro.
La convivenza con la popolazione salentina è stata serena fino a quando la Porsche ha deciso di volere attuare un progetto di ampliamento del circuito volto a modernizzare le piste già esistenti e soprattutto a crearne altre.
Per realizzare il progetto però sarà abbattuto un sito di importanza comunitaria in cui sono presenti due habitat prioritari. Ma come si possono coniugare interessi dei singoli privati con interessi della collettività?
Le politiche per la casa a Vienna
Un esempio di politiche abitative che i nostri sindaci, magari a Milano, potrebbero imitare: quello di Vienna, dove l’amministrazione ha come compito quello di aiutare i cittadini a trovare casa per un affitto sostenibile. Sostenibile per tutti, non solo per i privati.
La scheda del servizio: QUANDO LA POLITICA È DI CASA di Antonella Cignarale
Collaborazione Paola Gottardi
L’innalzamento dei costi degli affitti continua a correre, ma a Vienna non alla stessa velocità di altre capitali europee. A contenere i costi del mercato immobiliare c’è una politica abitativa lunga un secolo. Dal 1923 l’obiettivo della Città di Vienna è costruire case, fittarle senza generare profitto, ma coprendo i costi di mantenimento degli edifici. Tutti contribuiscono a finanziare questo sistema con le proprie tasse. Oggi, circa il 60% dei residenti a Vienna vive in una delle 220.000 unità abitative comunali o in uno dei 200.000 appartamenti costruiti, con sovvenzioni comunali, dalle cosiddette Gemeinnützige Bauvereinigungen (GB), le Associazioni edili a scopo di lucro limitato. L’affitto di una casa municipale a Vienna può costare 6,67 euro al mq, escluse le tasse, e un appartamento di 50 mq può costare meno di 600 euro, comprese le spese di manutenzione dell’edificio. Poi il contratto d’affitto non scade mai. La sostenibilità sociale è il principale pilastro della politica abitativa viennese.
Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.
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