04 marzo 2024

Tu uccidi: Come ci raccontiamo il crimine - il circolo vizioso dell'informazione

C'è la politica che crea leggi che favoriscono l'immigrazione illegale. Che a sua volta costringe gli immigrati che arrivano in Italia a rimanere sospesi in un limbo senza diritti. Facile manovalanza per le mafie, italiane e non, che li usano come formichine per lo spaccio, ad esempio.

E queste formichine, di colore, che si aggirano per le nostre città, sono ottima propaganda raccontata nei talk e negli articoli di giornale, che alimenta il consenso per quei partiti che sulla lotta all'immigrazione (e sulla fantomatica sostituzione etnica) basano la loro propaganda.

E il cerchio si chiude.

Il circolo è straordinariamente vizioso.

La politica – e, per chiarezza, parliamo dell’intero arco parlamentare – specula sull’immigrazione, rendendo sempre più difficile l’inserimento delle persone nella società cosiddetta civile, con leggi specifiche che sono sempre peggiori: non solo crudeli o disumane, ma anche perfettamente inutili per risolvere il problema. In questo modo si crea un bacino di invisibili, illegali per definizione, che andranno a costituire un’ottima manodopera a buon mercato per la malavita; nel contempo si esalta la necessità da parte delle imprese di manovalanza straniera per i famosi mestieri che chi nasce qui non vuole più fare, cosicché le poche persone che riescono a restare legalmente si ritrovano stritolate nella lotta per la sopravvivenza comune, nella giungla del lavoro italiano che a volte si muove sul confine dello schiavismo, in cui le morti bianche sono in crescita da anni - a differenza degli omicidi - e lo sfruttamento è all'ordine del giorno.

L’immigrazione, legale e illegale che sia, diventa insomma una manna un po’ per chiunque, in questo paese: da chi lucra sull’accoglienza a chi costruisce la sua propaganda sulla demonizzazione o la santificazione di chi viene da altri paesi; e ovviamente sì, anche per Confindustria.  

Tu uccidi: Come ci raccontiamo il crimine Antonio Paolacci & Paola Ronco.

Perché si racconta di questo in un libro che parla di come si raccontano gli omicidi in Italia sui media?

Perché questa falsa narrazione, oltre a creare consenso politico a partiti di destra, falsa la nostra percezione del presente. Avvelena il dibattito politico.

E poi, ogni tanto, ci scappa il giustiziere, il vendicatore, come quel Luca Traini.

Leggetelo questo saggio della coppia Paolacci e Ronco, capirete meglio le tossicità della nostra informazione.

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