06 novembre 2006

Report: roba nostra

Report: Roba nostra. Ovvero sul come amministrare male i soldi degli italiani ..
Ecco una trasmissione di cui si consiglia la visione ai ministi Mastella e Padoa Schioppa.
Abbiamo quasi una finanziaria di soldi da parte e non lo sapevamo. Allegri italiani, finito il tempo dei sacrifici: basta gestire con maggiore efficienza i beni confiscati, sequestrati, recuperati ai furbetti del quartierino, alla criminalità organizzata, ai tangentisti. Soldi depositati nella banca interna della procura di Milano e dimenticati qui per anni: i 350000 euro del compagno Greganti, 1750000 euro di Sergio Tradati, braccio destro di Craxi.

Ma ci sono anche i 330 milioni di euro recuperati dai movimenti e dalle plusvalenze di Fiorani, Gnutti, Ricucci:
"I 90 milioni delle plusvalenze di Fiorani sono sotto sequestro presso la Banca Popolare Italiana di Lodi. Altri 15 conti correnti sono bloccati nelle varie banche di Brescia dove operava la cordata di Emilio Gnutti. Il resto, più di 200 milioni di euro, sono qui: dentro il palazzo di giustizia, presso la filiale della BNL."

Nell'attesa che la giustizia arrivi al giudizio definitivo chi gestisce questi soldi e chi li fa fruttare? Le banche. Mentre lo stato però avrebbe tutto l'interesse ad incassare presto questi soldi, le banche su quei soldi ci fanno investimenti. Dunque più a lungo rimangono in loro gestione, più soldi ci ricavano. Soldi nostri.

Ielo, magistrato del tribunale di Milano, ha spiegato che è colpa della giustizia che impiega anni per arrivare al terzo grado di giudizio. Ma anche ad una cattiva amministrazione dei soldi pubblici. Cioè nostri.
Così si scopre che solo l'Agenzia delle Entrate, nella Pubblica Amministrazione ha un ufficio di audit: la legge lo imporrebbe a tutti gli uffici della PA di impostare le attività di controllo interno. Ma la legge non viene applicata.

In questo modo i nostri soldi vengono male amministrati.
Altro es.: i contati sequestrati, per mazzette, vengono depositati in libretti postali intestati ai procedimenti guidiziari.
Non sappiamo nemmeno a quanto ammonta il totale dei soldi depositati in posta: qualche miliardo di euro, forse. Che, causa la giacenza del lavoro arretrato, la scarsità di mezzi dell'ufficio depositi giudiziari, rimangono fermi lì da anni.
Se si sommasse tutti i depositi di tutti i tribunali si potrebbe arrivare ad una manovrina finanziaria.
Per usarli basterebbe dotare gli uffici di computer collegati collegati con il computer centrale delle poste.

Eppure con questi soldi, se ben amministrati, si potrebbero coprire i costi della macchina della giustizia (riducendo anche i tempi die processi): mancano soldi per stampanti, per fotocopiatrici, per i codici, mentre si spendono soldi in consulenze per le intercettazioni (circa 100000 euro) ...

Il sostituto procuratore della repubblica di Milano Francesco Greco durante un convegno a Trento ha fatto la seguente proposta:
"Francesco Greco esce dal seminato, ed elenca tutti gi ostacoli che rallentano gli ingranaggi della giustizia. Siccome la musica è sempre quella "non ci sono soldi", si chiede: perché lo stato esita tanto a recuperare il denaro congelato nelle procure e depositato sui conti della Bnl o delle Poste. Sono Milioni, forse miliardi di euro, nessuno sa quanti lo Stato non lo sa, perché le procure non sono collegate ad una banca dati centrale. E si spinge oltre e dice " Perché lasciare che banche e le poste continuino a fare affari quando si potrebbe pensare di istituire un'agenzia o un fondo che gestisca queste ricchezze e le utilizzi sia per far funzionare meglio la macchina della giustizia, sia per recuperare risorse per lo Stato. A chiedere questo sono i magistrati che hanno compiuto il primo sequestro che si ricordi di una banca, e oggi queste stesse persone rischiano di vedersi togliere il computer portatile in dotazione. Forse è ora di cambiare la legge, e anche le teste, perché una giustizia piu’ efficiente serve a tutti."

Speriamo che i ministri Mastella Padoa Schioppa stiano ascoltando: perchè non è giusto che le spese amministrative per la giustizia le devono pagare chi commette i reati. Non gli altri.
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