L'ultima inchiesta da fermo di Ascanio Celestini raccontata a Parla con me, sulla mafia.
Io sono un uomo di strada, parlo chiaro, nono ho paura di dire le cose come stanno. Prendo l'autobus, sento la gente.
Ho sentito quel presidente russo che ha detto che in Italia c'è la mafia. Embé?
Che io vado in giro a dire che a Napoli c'è il Vesuvio? Col pennacchio in cima?
Oppure che in Svizzera ci sono le Alpi? Ci sono il cioccolato, gli orologi, le mucche?
Voglio dire ad alta voce che c'è la mafia.
La mafia è come il nazismo: le idee sono giuste, ma è il metodo che è sbagliato. Nel concreto non funzionano.
Facciamo un esempio. Sono un operaio nazista nella Germania nazista: un giorno il mio collega comunista un giorno viene arrestato. È giusto.
Oppure sono a scuola e il mio compagnuccio di banco, mezzo ebreo, mezzo handicappato, sparisce. Giusto. Sono un bambino studioso, capisco come funziona il meccanismo di giustizia nazista.
Ma se io vivo a Dresda, e muoio sotto il bombardamento alleato, non è giusto. Perché io sono un nazista.
Lo vedete che sotto sotto il nazismo è come la mafia. Buone le idee, ma stringi stringi non funzionano.
Io sono rispettoso della mafia. Rispettoso di tutti. Io fumo in balcone per non disturbare la famiglia. Mi sto guardando uno stupro o una sparatoria, e io, che sono rispettoso, che faccio?
Vado dentro casa e alzo il volume della televisione.
E se arrivano i carabinieri e mi chiedono “che hai visto?” Sanremo, rispondo. Han vinto i Jalisse. Perché io non ho paura di parlare: quando c'è da dire qualcosa da dire, la dico. Come Ferrara. Prendo l'autobus e vedo la gente come parla.
Ma metti che io, mafioso, faccio una passeggiata per strada, prendo il gelato c'è una sparatoria, e io ci finisco in mezzo. Non è giusto. Perché io sostengo la mafia. Sono un contribuente. Io pago il pizzo. Lo vede che la mafia è come il nazismo: le idee sono giuste, ma nel concreto non funzionano.
Ora, vorrei dire al presidente russo, che la mafia ora è diversa: prima se eri nella mafia, lo stato ti prendeva e ti arrestava. La mafia, all'uomo dello stato, lo sparava. Oggi puoi essere nello stato e nella mafia, un po' con uno e un po' con l'altro. Come le Pay TV: pago quello che consumo.
Una volta si arrivava a dire che la mafia era illegale. Ma la mafia è quasi ovunque. Come può essere illegale una cosa è dentro di noi? Tanto è vero che oggi la mafia stata legalizzata.
Uno può stare un po' con uno e un po' con l'altro, ed è lo stesso.
La concorrenza tra mafia e stato stimola lo stato. Come la mafia, Come la Rai con le televisioni private. La Rai, come la mafia, non è più quella di una volta, che chiudeva le trasmissioni alle 10 e trenta e andavi a letto con le galline.
L'uomo della mafia non si distingue più. Non ha la lupara e la coppola in testa.
Vorrei dirgli al presidente: la mafia è tra noi ed è come noi. Se vedi in Tv un uomo della mafia ed un uomo dello stato, neanche li riconosci.
Gli stranieri che parlano male dell'Italia sono in realtà invidiosi della mafia italiana.
Come quelli che parlano di figa e non scopano.
Perché io parlo come quelli della strada, sono quasi come Ferrara.
Technorati: Ascanio Celestini, mafia
Nessun commento:
Posta un commento