Prussia, 1804.
Hanno Stiiffenis è un magistrato, a Lotingen, Prussia: è stato amico del filosofo Immanuel Kant, che lo ha spinto a quella carriera. Ora viene chiamato a Konigsberg ad indagare su delle "strane" morti per le quali viene chiamato in causa il diavolo stesso.
Man mano che affronta l'indagine, che visiona i cadaveri uccisi "dall'artiglio del diavolo" riaffiora il passato di Hanno, con un evento tragico, la morte del fratello, del quale lui si sente in colpa.
Siamo a Konigsberg, in un'inverno incredibilmente gelido: la città è impaurita sia dalle morti, sia per la paura dell'invasione napoleonica, dalla carestia. Una città che diventa anche lei vittima (come le persone uccise) delle sue paure, disegnata a tinte cupe, a rendere ancora più oppressivo il senso di paura e angoscia.Un cielo dal quale scende fredda la pioggia, la neve ...
Cosa c'è dietro quelle morti? Perchè questo precursore dei serial killer uccide le vittime lasciandole in posa (inginocchiate a terra)?
Che legame c'è tra l'assassino e il filosofo Immanuel Kant e con il suo ultimo libro "Critica della ragione criminale"? Un libro maledetto che esplora le ragioni del crimine e del male
"C'è una sola esperienza umana che può paragonarsi al libero potere della natura. La più diabolica di tutte. L'assassinio a sangue freddo."
Un giallo ben ambientato in una città dove l'investigatore è costretto a scendere nei bassifondi più oscuri: tra prostitute, taverne luride, spie napoleoniche, briganti, soldati e galeotti.
Grazie all'aiuto del filosofo apprenderà le basi dello stile di indagine investigativa moderno, basato sull'analisi della scena del crimine, delle prove, del cadavere.
E la scoperta della verità avviene secondo un percorso liberatorio, per il magistrato del re Hanno Stiffeniis: liberatorio delle sue paure, dai suoi sensi di colpa.
E non è un caso che il libro inizia con l'annuncio di un freddo inverno e si chiude con la promessa di una calda e ricca estate.
La prima prova letteraria di M. Gregorio convince a metà: buono lo spunto, l'ambientazione e la ricostruzione dell'epoca. Si perde tuttavia nella narrazione, troppo lenta, almeno fino a metà. Troppo filosofo e poco giallista, almeno per il momento.
Il libro online su ibs
Technorati: Michael Gregorio
3 commenti:
Più filosofico e meno giallista anche del Nome della Rosa di Eco?
Il nome della rosa è almeno di un livello superiore.
La componente filosofica, presente nella Ragione critica .. , non appesantisce la lettura. Il problema è che manca, almeno fin quasi alla fine, la tensione del giallo.
Sono d'accordo riguardo la mancanza di suspance all'interno del libro... a dire il vero basta che Kant apra bocca la prima volta nel libro per capire che è direttamente coinvolto negli assassinii... Lo trovo, comunque, molto interessante nel suo sviluppo e nell'argomento... esistono sempre delle ragioni plausibili alla base delle decisioni compiute dagli uomini? C'è sempre una solida e ragionevole causa alla base dell'effetto?... E' verissimo, magari il libro è più filosofico che non un vero e proprio giallo... Resta comunque il mio consiglio alla lettura di libro decisamente ben scritto, ottimamente ambientato in una konigsberg GOTICISSIMA e che, almeno personalmente, suscita la voglia di tirar fuori i vecchi, rovinati, polverosi libri di filosofia. Grazie Prof.
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