06 marzo 2011

Non voglio il silenzio - Segui il denaro.

Segui il denaro, diceva Giovanni Falcone, nelle sue indagini sulla mafia. E la storia raccontata da Fogli e Pinotti fa appunto questo: segue la scia di denaro. Dall'inchiesta di Falcone sui rapporti tra mafia e imprenditoria per il ricilaggio di denaro. Il gruppo Ferruzzi, Raul Gardini e l'Ital cementi.
L'attentato all'Addaura, le menti raffinatissime, pezzi dello stato dalla parte della mafia (faccia da mostro) e pezzi dello stato che avrebbero scongiurato le indagini.
L'inchiesta ripresa a Roma, terminata col tritolo di Capaci. Borsellino che voleva riprendere in mano l'inchiesta dell'amico: Borsellino che probabilmente aveva saputo della trattativa tra stato e antistato e che l'avrebbe sicuramente bloccata. L'attentato in via D'Amelio, con tante tracce di pezzi dello stato (dopo il pizzino trovato a Capaci, col riferimento alla Gus). Le telefonate ai vertici del Sisde pochi minuti dopo il botto. Le telefonate a castel Utveggio (trovate dal vicequestore Genchi), la falsa pista di Scarantino, le indagini forse frettolose del gruppo La Barbera. …

Segui il denaro: anche il protagonista del libro, senza nome, per seguire questa pista incontra il figlio di un importante banchiere, Alessandro Di Donna, che per la mafia, il Vaticano e la massoneria aveva riciclato miliardi. Un personaggio un po' inventato e un pò ispirato al banchiere di Dio, Roberto Calvi. Ecco il suo racconto.

- La storia che le sto per raccontare è nota a pochissima gente. Io l'ho scoperta nel tempo, mettendo insieme quello che avevo saputo da mio padre, quello che ho ricostruito tramite le sue carte e quello che ho saputo indagando per conto mio. Diciamo che investito i soldi di Alessandro Di Donna per scoprire chi lo aveva ucciso.
Beve un sorso del cocktail.

- A un certo livello, non c'è differenza fra potere legale e illegale. I due mondi sono così ocmpenetrati che vedere la distanza è difficile, spesso impossibile. Mio padre riciclava i soldi della mafia attraverso alcuni settori della massoneria. E allo stesso tempo intratteneva rapporti privilegiati con il potere politico e il Vaticano. Cosa Nostra a sua volta, possiede interi pacchetti azionari di società quotate in borsa. Soldi che vengono per lo più dal traffico di droga e che una volta immessi nel circolo legale diventano perfettamente puliti e vanno a muovere l'economia emersa in questo paese. Capisce che è difficile orientarsi? Qualche anno prima di morire Giovanni Falcone disse che bisognava stare attenti, perchè la mafia si era quotata in borsa. Lei sa a cosa si riferiva?

Penso a Davide Mirri [Gardini], alla Semprini [Ferruzzi], All'Anonima Cementi e alll'indagine di mio padre . Quando glielo racconto lui annuisce.

- Ha centrato il problema. Cosa Nostra possiede una quota rilenvante della Semprini. La Semprini vende la sua quota allo Stato che paga una cifra enorme. E quella cifra, in proporzione, pulita dalla tangente, finisce alla Semprini e a suoi soci. Quelli lecini e quelli no.
E lo stato finanzia la mafia.
[..]
- Quel mondo viene da lontano. L'economia, la finanza, l'industria e il potere politico hanno sempre avuto bisogno gli uni degli altri. E gli equilibri del potere sono molto più ampi della piccola geografia in cui vivono i suoi connazionali. Pensi al petrolio, per esempio. O alla necessità che in Italia ci fosse un certo tipo di orientamento politico. Equilibri puù grandi, le dicevo. Per mantenerli non si badava troppo al metodo. Quando gli alleati sbarcano in Sicilia, nel '43, lo fanno grazie anche all'aiuto di Cosa Nostra. I rapporti con i servizi nascono lì, è da lì che si comincia a usare la mafia in funzione anticomunista. Se è esistita una cosa che si chiama strategia della tensione, comincia un primo maggio, alla fine della Seconda guerra mondiale, proprio in Sicilia.
[..]
- Il gioco - continua – è quello. Mantenere gli equilibri del potere, recuperare quello che si può. Attraverso il Vaticano , la banca di mio padre ha finanziato l'opposizione al regime comunista in Polonia e alcune dittature sudamericane. L'obiettivo era lo stesso, tenere i comunisti lontani. O, meglio, mantenere le cose come stavano, non perdere zone di influenza e dare un colpetto a quello che sembrava meno solido, per cedere se si riusciva a far cadere un po' di impalcature.
- Questo era il gioco più grande.
Di Donna annuisce.

- Esatto. E in mezzo a questo ce n'erano di più piccoli. Camere di comensazione come certi settori della massoneria a cui apparteneva mio padre. E che non sono svaniti, anche quando le inchieste hanno fatto sperare il contrario.
- E, oltre alla massoneria, Cosa Nostra.
- Certo, come mezzo e come sponda. E i servizi segreti, che rappresentano stati sovrani e che a loro volta si servono di collaborazioni – vogliamo chiamarle esterne? - nel caso in cui sia necessario.Giusto per disegnare uno scenario.
Solleva la schiena dal divano.
- Le faccio un esempio – continua – Provi a vedere Cosa Nostra come una fabbrica di denaro. Non ci interessa come le produce, non a questo livello. Ce l'ha e basta.
- Un investitore.

Il suo sguardo si illumina.
- Diceva di non capire di finanza- susurra – Cosa Nostra è il maggior investitore sul mercato. Ha un sacco di soldi, li deve piazzare, è disposta anche a lasciarne una parte sul campo, per ottenere il resto. Normale che vada a cercare qualcuno dove c'è la possibilità di investire.
- Al nord.
- Al nord, certo. Mi ha raccontato lei la storia della Semprini, no? Quello è un esempio. Il giro è piuttosto semplice. Il denaro del traffico di droga viene riciclato attraverso banche e finanziarie compiacenti, transita per conti correnti cifrati, sui depositi di prestanome, e finisce investito in società più o meno grandi e più o meno consapevoli di quello che sta accadendo. A quel punto i soldi sono puliti e l'economia diventa reale. Potrei citarle molti esempi di società che gestiscono rapporti con i canali del riciclaggio internazionale, con la Banca del Vaticano, con istituti di credito italiani e non. A volte qualcuna di queste centrali di riciclaggio sono gestite in proprio dai servizi segreti, altre volte usate o manovrate per motivi politici. Altre volte ancora, tutto si mescola in maniera più sottile.
Pagina 288.

Il sito del libro, dove trovare documentazione, sentenze, la storia.
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