27 marzo 2011

Milano criminale, il romanzo di Paolo Roversi

Il bandito e il criminale: la storia criminale della Milano degli anni 60 raccontata attraverso le storie di questi due personaggi, le cui vicende si intrecciano più volte. A partire da quella mattina del 27 febbraio 1958, in via Osoppo, con la rapina dei 7 uomini d'oro, da cui tutto ebbe inizio.

L’uomo cammina tranquillo sul ciglio della strada. Scarpe ricoperte di polvere e l’aria di chi ha tutto il tempo del mondo a disposizione. Ogni tanto si guarda intorno con naturalezza, passeggia e tiene una mazza ferrata e una calibro 9 infilate nella cintura. A qualche metro da lui, un paio di uomini in tuta da lavoro su un furgone grigio. Stanno in silenzio e nessuno bada a loro, tantomeno ai mitra che tengono sulle ginocchia. Poco distante, un signore, capelli brizzolati e sigaretta appesa a un angolo della bocca, sfoglia un giornale. Lentamente; troppi minuti su ogni pagina per risultare credibile. È seduto dentro una FIAT 1400 nera con un ferro che gli preme contro la coscia destra. Accanto all’auto, un ragazzo. Immobile. Un rigonfi amento nella giacca: un cannone anche per lui.

Indossano tutti il toni, la tuta blu da operaio; abbigliamento perfetto per confondersi fra i passanti di quella zona piena di fabbriche e opifici manifatturieri. Un occhio esperto avrebbe capito tutto. Previsto quello che stava per accadere. Ma non c’erano occhi esperti nei paraggi. Le danze si aprono quando il furgone portavalori fa capolino all’imbocco della strada. La filiale della Banca Popolare è a nemmeno cinquecento metri. La prima del giro. Velocità moderata e occhi aperti per i tre uomini a bordo: un autista, un agente di polizia e un funzionario della banca.

Antonio Santi, figlio di operai, decide di entrare in polizia, diversamente da quello che pensano i genitori: “l'adolescente schivo con gli occhi stretti di cinese, quegli uomini che hanno messo a ferro e fuoco via Osoppo non li vuole imitare, ma sbattere al fresco”.
Pensieri diversi da quelli di Roberto Vandelli “Sorride sornione, nonostante l'età ha deciso da tempo da che parte della barricata stare: dall'altra. Quei banditi diventano all'istante i suoi eroi”.

Inizia da via Osoppo la diversa carriera di Antonio, nella polizia, e di Roberto, dall'altra parte, sulle strade di Milano: assisteranno al cambiamento del paese e di Milano, negli anni del boom, della rinnovata ricchezza, delle fabbriche, delle tute blu. Ma anche delle bandi criminali: come quella del clan dei marsigliesi, la banda di Lutrig, il solista del mitra. La banda di Cavallero, spiecialista in triplette, tre colpi contro le banche nella stessa giornata.
Ma la Milano Criminale non è solo una storia di sbirri e di banditi: alla fine degli anni 60 la città si infiamma per gli scontri tra studenti e polizia, sull'onda del maggio francese. Sono gli anni della contestazione, delle molotov, dell'occupazione delle università, della richiesta di uno stato moderno, dell'abbattimento delle vecchie regole, delle caste, delle baronie. È anche l'anno dell'autunno caldo, le lotte delle tute blu per il rinnovo del contratto.
Tutto questo viene visto e commentato dal giovane agente Santi, che fatica a conciliare il dovere di poliziotto, il dover obbedire agli ordini, con lo scontrarsi con altre ragazzi, giovani come lui, che stanno dall'altra parte. Nel libro c'è spazio per la vita privata dei personaggi: gli scontri in famiglia di Antonio con Carla, la moglie, professoressa che condivide le stesse passioni e gli stessi ideali di quei giovani che chiedono il cambiamento nella scuola, nelle instituzioni e nella società.

Non si fa fatica a ritrovare dietro i protagonisti i nomi dei personaggi reali:

Leandro Lampis, detto il Solista del mitra (Luciano Lutring)
Pietro Cavalieri, il bandito dai denti di lupo: Cavallero
Mario Capanna (che nel romanzo si chiama Giorgio Castelli )
Antonio Santi: Achille Serra
agente Martinez: Annarumma
Roberto Vandelli: Vallanzasca
commissario Catalano: Antonino Allegra, ufficio politico Milano

Da come termina il romanzo, con quella specie di sfida all'ok Corral tra il buono e il cattivo, c'è da credere che altri capitoli seguiranno questo, in cui Roversi ci racconterà la storia criminale di Milano negli anni '70, negli anni '80, magari fino ad oggi.

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