12 novembre 2013

Report L'insostenibile brevetto, di Piero Riccardi

MILENA GABANELLI IN STUDIOKissinger che la sa lunga su come funziona il potere pare che un giorno abbia detto“Chi controlla il petrolio controlla le nazioni, chi controlla il cibo controlla i popoli” Ora, per controllare il cibo bisogna controllare il primo anello della catena che sono i semi. I semi sono sempre stati di chi coltiva la terra se non gli bastano i suoi se li va a comprare da uno che vende le sementi e la storia finisce lì. Oggi non è più così, chi acquista semi o piante la proprietà non è più la sua: Tutto nasce da un accordo firmato a Marrachesh nel 1994, sollecitato dagli Stati Uniti, che invitava tutti gli stati membri dell’Organizzazione mondiale del Commercio a trovare il modo di mettere un copyright sugli organismi viventi. Chi non era d’accordo rischiava di essere escluso dall’organizzazione, tutti hanno siglato il risultato è che il risultato di quell’accordo è che oggi sono in quattro a controllare la metà di tutto quello che viene coltivato.  
Oggi per produrre le mele devi pagare il copyright. Nella valle dell'Adige, per coltivarle, devi firmare un contratto con una multinazionale del farmaco che ti ha venduto i semi per quella varietà di mela. Le mele le puoi vendere solo ad un distributore autorizzato, non a chi vuoi tu. Non solo, chi ti ha venduto i semi può venire a controllare le tue piante, per verificare se rispetti il contratto (pena, l'abbattimento a spese tue delle piante), che non hai usato altri semi.

Il tutto per avere poi nei supermercati quelle belle mele, tutte uguali, tutte belle.

L'inchiesta di Piero Riccardi ha trattato del monopolio da parte delle multinazionali dell'agroalimentare (Monsanto, Syngenta), che stanno trasformando il contadino in mezzadro, costretto a produrre quello che la grossa azienda ha deciso di produrre.

Ovvero il suo grano OGM che resiste ai suoi pesticidi, le sue mele, il suo riso (il clearfield) della BASF: quale è il risultato di questa situazione?
Ci avevano detto che con gli OGM si sarebbero usati meno pesticidi, che si sarebbe riusciti a produrre cibo per più persone ...

Non diminuisce l'uso dei pesticidi nei campi, perché a furia di usare pesticidi le specie infestanti si rinforzano (e alla fine quei pesticidi finiscono nell'acqua e nel cibo che assimiliamo). Non porta ad una maggiore produzione: la produzione di grano e cereali non aumenta perché i terreni vengono sottratti alla produzione alimentare per il business delle biomasse.
MARIA FONTE – ECONOMISTA UNIVERSITA’ FEDERICO II NAPOLI
Introdurre i diritti proprietari sulle sementi e quindi creare dei blocchi proprietari, che cosa fa? Limita l’utilizzazione della semente, restringe le varietà che si possono produrre e in qualche modo limita l’innovazione. E’ assurdo che all’interno di un’organizzazione mondiale che vuole promuovere il libero commercio, poi si negozia e si firma un accordo per la protezione dei mercati.
PIERO RICCARDI FUORI CAMPO
Brevetti come privilegi monopolistici. Brevetti che cominciano ad andare stretti alle multinazionali delle sementi e dei pesticidi. La soluzione. I semi zombi.
PAT MOONEY – ETC GROUP
I semi zombi sono semi morti, ma che possono essere riportati in vita di nuovo, attraverso un attivante chimico e solo sono allora sono in grado di essere riseminati ancora. E questo è perfetto per le multinazionali chimico sementiere perché così è l’agricoltore che deve andare da loro e non viceversa; non devono fare più nulla, nè ricerche, né innovazione, l’agricoltore è incastrato. Non devono neppure immagazzinare qualcosa o spedire nulla, eccetto la chiave chimica per riattivare i semi. Questa la direzione: la soluzione perfetta.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Però no è vietato continuare a fare l’agricoltura tradizionale, certo che è un terreno che si restringe sempre di più. Le infestanti si adeguano, diventano resistenti e servono più pesticidi, che poi finiscono nell’acqua. E se esiste il rischio di contaminazione genetica, vuol dire che spariranno le varietà locali di alto pregio. Ma no ci avevano sempre detto o che tutto questo serviva a tutelare l’ambiente? Ci sono rischi per la salute? Speriamo di no, però le ricadute sappiamo che si vedono nel tempo e ci sono allergie in aumento di cui nessuno sa spiegare l’origine. I sostenitori di questa nuova tecnologia però dicono, e questo è importante, che servirà a sfamare una popolazione in crescita. Oggi quello che sappiamo è che laddove c’è carenza di cibo il problema non è di natura agro alimentare, ma è per via dei conflitti, e perché le grandi estensioni vengono sottratte alla produzione alimentare per destinarle all’uso delle biomasse. Quindi il tema è complesso e ben venga l’innovazione, ma se la ricerca pubblica abdica completamente a favore del privato, che si è inventato una macchina che non si riesce più a fermare, che modernità è ? E è moderno un pianeta dove sono in 4 controllare l’intera catena alimentare?

Come uscirne allora?
Almeno in Italia si può continuare a coltivare senza OGM (e le mele si possono prendere anche dai GAS senza passare dalla grande distribuzione).

Il genetista Ceccarelli propone il modello della semina per miscugli, ovvero seminare nello stesso campo più qualità di semi, per rendere più difficile la radicazione nel terreno delle piante infestanti.

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