Non è il ministro che si deve dimettere (e ci mancherebbe anche, che sarà mai un interessamente per una famiglia sotto indagine ..). Sono gli elettori del PD che si devono dimettere e, per fare un pò di pulizia, anche tutti i cittadini che ancora oggi si indignano per spintarelle e raccomandazioni.
Ma in che paese pensate di vivere? In una democrazia dove tutti hanno gli stessi diritti?
Di spintarelle e aiutini si occupa oggi il Fatto:
L’ambulatorio dei raccomandati di Emiliano Liuzzi
Spintarelle da larghe intese Uno spazio, quello dell’attività di pressione, che viaggia anche ai tempi delle larghe intese. Come per Freccia Alata il viaggio verso Vedrò è ambito. Lì, dentro al think tank voluto da Enrico Letta e l'amico di sempre, Filippo Andreatta, grande addetto allo smistamento, abita mezzo governo e non da marzo, ma da molto prima. É lì che è nato l'amore bipartisan tra Francesco Boccia e Nunzia De Girolamo. Amici influenti di Vedrò sono Angelino Alfano, Anna Maria Bernini, Giovanna Melandri, Maurizio Lupi, Marianna Madia, Laura Ravetto e Flavio Tosi.
Un incrocio che abbraccia tutto l'arco politico istituzionale.
Non propriamente raccomandazioni - anche se di attività di lobbying si parla.
Se parliamo di raccomandazioni, invece, vengono in mente Gaspari e Craxi, vero. Ma anche Fini e una pletora di berlusconisti. Berlusconi, appunto. Lui, in tempi recenti, non disdegnava occhio di riguardo anche per questioni molto meno fondamentali: agli atti del processo Tarantini si parla di molte raccomandazioni riguardo la partecipazione delle ragazze ad alcuni programmi televisivi, e persino di quanto accadeva in quei programmi televisivi. Berlusconi a un certo punto si lamenta del fatto che Barbara Guerra sia andata in nomination nel reality show La fattoria. “Mi sono arrabbiato perché… questi… questi delinquenti di autori hanno… adesso sono intervenuto e se la fanno uscire… poi… fanno uno sgarbo a me insomma". Sempre Berlusconi, in alcune intercettazioni, parla al telefono con Belén Rodriguez e le fa sapere di avere fatto pressioni perché fosse scelta per condurre Scherzi a parte. Più complicato il giro strettamente politico e mediatico che aveva stretto Berlusconi.
Anche perché era diviso tra amici di bagordi e quelli cresciuti con lui. Memorabile la foto scattata alle Bermuda, nella villa del Cavaliere: c'erano il gruppo dei fedelissimi: Fedele Confalonieri. Adriano Galliani, Marcello Dell'Utri, Carlo Bernasconi. Ognuno portava in dote a Berlusconi uno dei suoi amici degli amici. Il secondo anello, era formato da Gianni Letta, Paolo Bonaiuti, Antonio Tajani. E un gradino più i basso Emilio Fede. Lo stesso Fede (ai tempi della Rai lo chiamavano sciupone l’africano per via delle note spese inviate dalle trasferte in Africa appunto) che ritroveremo ad Arcore, nelle feste con le olgettine. Ma a vario titolo ci sono passati tutti. Re Silvio badava a riempire i format televisivi con le amiche che si alternavano nelle sue serate a tema Bunga Bunga. C'era Nicole Minetti, il clan delle
olgettine, l'ape regina, e via via a scendere, fino alle ballerine del Billionaire. Nella prima indagine Vallettopoli finisce anche l'attuale moglie di Briatore, Elisabetta Gregoraci. Durante un'interrogatorio ammette di aver più volte incontrato l'allora portavoce di Gianfranco Fini, Salvatore Sottile, che doveva procurarle ruoli da valletta. Incontri avvenuti alla Farnesina. Restano ammissioni della Gregoraci in fase di interrogatorio, ma nessun reato se non quello di peculato nei confronti di Sottile per l'utilizzo dell'auto blu che serviva a far accompagnare la Gregoraci alla Farnesina.
Belen, Minetti e cognati italici
Parlare di Fini porta alla memoria il caso del cognato più famoso della destra italiana, Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, la signora Fini. Tulliani destinatario di appalti da mamma Rai, oltre che dell'immobile di Montecarlo, aveva un referente a viale Mazzini in Guido Paglia, messo lì, dicevano i maligni, da Fini. Storie che la
raccontano lunga sull'Italia della spintarella.
Spintarella che ha cambiato la ragione sociale, un po' per via del berlusconismo, fatto di lustrini e gambe mozzafiato, un po' per via della crisi. Ma che resiste. Bipartisan. Pd come ex Pdl.
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