Il ministro della giustizia non si può dimettere, pena la fine delle larghe intese.
Come anche era impossibile chiedere la testa
di Alfano dopo la vicenda del rapimento della moglie del dissidente Kazako (Ablyazov).
Non si può votare la decadenza di Berlusconi, né palese né
segreta (a meno che nell'urna si arrivi al miracolo) perché, come
per Alfano, Cancellieri, il governo sarebbe a rischio (e noi non
possiamo permetterci un'altra fase di instabilità).
Non si è
potuto dire no alla richiesta di Berlusconi sulla cancellazione
dell'IMU, altrimenti Brunetta si arrabbiava e il governo di scopo
finiva lì.
Alla stessa maniera per cui non si è potuto mettere
mano al settore dei giochi online per mettere dei paletti ai bar con
slot machine, per alzare le commissioni, per fare pagare alle società
la giusta multa (quei 2,5 miliardi stabiliti dalla Corte dei Conti).
Tra l'altro, ai tempi di Passera e Monti non si era potuto
mettere mano nemmeno al settore televisivo, con la vendita dellefrequenze liberate dal digitale al mercato (e non a Rai e Mediaset
col beauty contest), altrimenti il PDL bloccava tutto.
Mi
chiedo se il prezzo di queste larghe intese non sia troppo alto. Se
lo scopo di questo governo di servizio, che dovrebbe salvare il paese
non sia altro. Il ministro Mauro da Santoro faceva il paragone con le
formichine. Si muove piano piano, ma nella direzione giusta.
Giusta
per chi?
Oggi ci stiamo chiedendo se il ministro Cancellieri si deve
dimettere si o no. La settimana scorsa la domanda inutile era se il
voto di decadenza dovesse essere palese o segreto.
Domande che
nascondono dietro i veri problemi.
È giusto che un problema
di un singolo carcerato passi per una telefonata al ministro della
giustizia (dove tra l'altro la prima telefonata l'ha fatta la
Cancellieri)?. Possiamo accettare il fatto che un ministro sia così
legato (dal punto di vista anche personale) ad una famiglia sotto
indagine giudiziaria, che si muova per aiutare un suo esponente “che
si senta in colpa verso una delle famiglie più potenti di Italia,
che si senta imbarazzata perché il figlio ha contribuito a
smascherarne le malefatte (per questo incassando una buonuscita da
3,5 milioni di euro), che si spinge a definire ingiusti gli arresti
del gip” (dall'articolo di Gustetti e Griseri uscito ieri suRepubblica)?
Il problema è il sistema Ligresti così come
emerge dalle inchieste che lo coinvolgono. Non solo le dimissioni del
ministro. Un sistema che tocca il mondo della finanza italiana e i
suoi legami con la politica.
Infine, la battaglia su
voto palese o meno: B. è stato già condannato con sentenza passata
in giudicato. Cosa c'è da aggiungere?
Vogliamo riprendere il
discorso sul sistema off shore, sulla frode fiscale, sui fondi neri
con cui pagare mazzette, sulle leggi ad personam ...?
Se è questo il prezzo delle leghe intese, mantenere questo
sistema, allora è meglio lasciar perdere.
1 commento:
Condivido in pieno! Ormai la governabilità è diventato un valore a prescindere dall'azione di governo.
Siamo un Paese ridicolo.
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