09 agosto 2017

Estate 2017 - Su Ong, immigrati, questione africana.

La più onesta delle Organizzazioni non governative, che si preoccupa solo di salvare vite umane, è all'interno di un processo migratorio, che passa attraverso organizzazioni criminali.
È corretto rispondere che, di fronte ad una persona che sta rischiando la vita in mezzo al mare, non ci sono troppe domande da fare, la persona va salvata.
Ma non ci si può sempre concentrare sull'ultimo passaggio di un flusso che parte da lontano, che dura settimane, migliaia di chilometri.
Perché oggi, specie in Italia, non si riesce a parlare di immigrazione se non facendo del tifo. Se non parlando della questione solo per gli aspetti per cui si parteggia.
Le ONG? Salvano vite umane.
Gli immigrati sui barconi? Tutti clandestini, tutti migranti economici (dunque che stiano a morire a casa loro), tutti ragazzotti che non fanno niente, che si prendono soldi che potremmo dare agli italiani .. e via discorrendo.

Oppure, possiamo iniziare a vedere queste persone nel loro lungo viaggio.
Che parte da paesi dove la speranza (di un futuro diverso, di un riscatto) è stata tolta.
Che attraversa paesi controllati da eserciti europei, come in Niger dove sono presenti soldati francesi.
O paesi che non hanno più un governo riconosciuto ma sono controllati da bande, da criminali, che si arricchiscono sul traffico di esseri umani.
Detto questo, noi ora possiamo regolamentare l'azione delle ONG che si occupano di salvare i migranti (al posto dei governi europei).
Possiamo anche pensare di fare dei pattugliamenti con delle nostre navi, in acque libiche, assieme a quelle motovedette che fino ad oggi han fatto finta di non vedere trafficanti e gommoni.
Possiamo anche, per il piacere di fare quattro chiacchiere da bar, discutere di blocchi navali.
Ma non stiamo risolvendo il problema di questo esodo di persone.

Nemmeno possiamo continuare a far finta di non vedere che l'azione delle ONG, anche quando è meritevole, è uno stimolo per i trafficanti a proseguire nel loro squallido lavoro.
Giusto per evitare di finire anche io nel novero dei populisti, ricordo che in Italia l'industria fiorente dei sequestri di persona ha arricchito le organizzazioni criminali, finché non si è legiferato creando lo strumento del blocco dei beni.
Cos'era l'azione della consegna del riscatto, da parte di persone di fiducia della famiglia, di avvocati, azione meritevole perché salvava una vita umana? Col senno di poi, si poteva considerare un'azione che finanziava i criminali.
Pronti a rapire altre persone.
Rapire le persone e farsi consegnare il riscatto è diventato poco conveniente quando alle famiglie sono stati bloccati beni e patrimoni.

Dovremmo ricominciare tutto da capo.
Partire dai paesi africani.
Dalla lotta ai trafficanti.
E poi (e non solo) dalle ONG (l'ultimo elemento delle filiera), per capire se queste non hanno dietro interessi poco nobili.
Perché, ripeto, pur salvando vite umane, sono all'interno di un meccanismo criminale, che non possiamo accettare.


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