Di certo c'è che
è morto, e che è morto da innocente, come dicono ora i legali di
Giovanni Aiello, l'ex poliziotto della Mobile di Palermo. E' morto
l'altro giorno mentre stava lavorando alla sua barca, portandosi
dietro tanti sospetti e tante accuse che sono mai state provato né
tantomeno portate a processo.
Come i sospetti
che fosse lui i killer per gli omicidi politici attribuiti alla mafia
compiuti negli anni 80, fino alla bomba dell'Addaura e alla strage di
via Capaci.
Ma se tutti i
sospetti rimangono tali, altri aspetti su questi cadaveri eccellenti
rimangono fatti accertati.
La mafia non ha
agito da sola quando ha ucciso un prefetto, un presidente di regione,
un procuratore capo, il capo dell'ufficio Istruzione, il capo della
Mobile, fino ad arrivare a Falcone e Borsellino.
Tutti questi
delitti sono avvenuti per una convergenza di interessi tra pezzi
dello stato e la mafia: pezzi dello stato che hanno protetto la
mafia, avendone in cambio voti e servizi.
Ha parlato pococoi giornalisti ma quel poco nasconde molti messaggi: al Viminale, al
tentato golpe preparato dal generale De Lorenzo, al Sisde..
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