La più onesta
delle Organizzazioni non governative, che si preoccupa solo di
salvare vite umane, è all'interno di un processo migratorio, che
passa attraverso organizzazioni criminali.
È corretto
rispondere che, di fronte ad una persona che sta rischiando la vita
in mezzo al mare, non ci sono troppe domande da fare, la persona va
salvata.
Ma non ci si può
sempre concentrare sull'ultimo passaggio di un flusso che parte da
lontano, che dura settimane, migliaia di chilometri.
Perché oggi,
specie in Italia, non si riesce a parlare di immigrazione se non
facendo del tifo. Se non parlando della questione solo per gli
aspetti per cui si parteggia.
Le ONG? Salvano
vite umane.
Gli immigrati sui
barconi? Tutti clandestini, tutti migranti economici (dunque che
stiano a morire a casa loro), tutti ragazzotti che non fanno niente,
che si prendono soldi che potremmo dare agli italiani .. e via
discorrendo.
Oppure, possiamo
iniziare a vedere queste persone nel loro lungo viaggio.
Che parte da paesi
dove la speranza (di un futuro diverso, di un riscatto) è stata
tolta.
Che attraversa
paesi controllati da eserciti europei, come in Niger dove sono
presenti soldati francesi.
O paesi che non
hanno più un governo riconosciuto ma sono controllati da bande, da
criminali, che si arricchiscono sul traffico di esseri umani.
Detto questo, noi
ora possiamo regolamentare l'azione delle ONG che si occupano di
salvare i migranti (al posto dei governi europei).
Possiamo anche
pensare di fare dei pattugliamenti con delle nostre navi, in acque
libiche, assieme a quelle motovedette che fino ad oggi han fatto
finta di non vedere trafficanti e gommoni.
Possiamo anche,
per il piacere di fare quattro chiacchiere da bar, discutere di
blocchi navali.
Ma non stiamo
risolvendo il problema di questo esodo di persone.
Nemmeno possiamo
continuare a far finta di non vedere che l'azione delle ONG, anche
quando è meritevole, è uno stimolo per i trafficanti a proseguire
nel loro squallido lavoro.
Giusto per evitare
di finire anche io nel novero dei populisti, ricordo che in Italia
l'industria fiorente dei sequestri di persona ha arricchito le
organizzazioni criminali, finché non si è legiferato creando lo
strumento del blocco dei beni.
Cos'era l'azione
della consegna del riscatto, da parte di persone di fiducia della
famiglia, di avvocati, azione meritevole perché salvava una vita
umana? Col senno di poi, si poteva considerare un'azione che
finanziava i criminali.
Pronti a rapire
altre persone.
Rapire le persone
e farsi consegnare il riscatto è diventato poco conveniente quando
alle famiglie sono stati bloccati beni e patrimoni.
Dovremmo
ricominciare tutto da capo.
Partire dai paesi
africani.
Dalla lotta ai
trafficanti.
E poi (e non solo)
dalle ONG (l'ultimo elemento delle filiera), per capire se queste non
hanno dietro interessi poco nobili.
Perché, ripeto,
pur salvando vite umane, sono all'interno di un meccanismo criminale,
che non possiamo accettare.
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