31 agosto 2017

La tenuta democratica del paese





L'unica cosa certa è che ieri sera, nella periferia romana, nel quartiere Tiburtina III (tirato su da Mussolini per accogliere emarginati, baraccati, sfrattati e tenerli lontano dal centro), c'è stato uno scontro tra immigrati del centro di accoglienza e altre persone del posto.
Sulle cause, su chi ha iniziato prima, ci sono al momento le due versioni: la prima, secondo cui a seguito di un diverbio tra un ospite della struttura e un ragazzino raggiunto da una pietra; la madre sarebbe stata sequestrata (e questo ha fatto scattare la risposta di altri residenti).
Versione (quella del sequestro) smentita dalla Croce rossa e dalle forze dell'ordine.

Nella rissa tra immigrati e residenti davanti il centro c'è stato pure un accoltellamento.
Forse da qui nascono i timori del ministro Minniti quando parla di "tenuta democrativa": peccato che le situazioni di tensione nascano da problemi (la casa, il lavoro) che esistevano prima dell'arrivo dei migranti (in questi ultimi anni, la famosa "invasione").
Peccato anche che questa tensione sia accentuata anche da come queste situazioni sono raccontate dai giornali: non posso accettare che, della rissa  in via Frantoio, possano esserci versioni così discordanti senza che nessun giornalista voglia vederci chiaro.
Cosa è successo veramente? Quella donna è stata veramente rapita?
E, andando oltre, c'è veramente un racket per le case occupate?

Stiamo parlando di fatti reali o di impressioni, con cui costruiamo questa tensione nei quartieri delle grandi città?
Mi tornano in mente gli scontri a Tor Sapienza, contro un centro per rifugiati che venne accerchiato da persone che non ne potevano più.
Poi scoppiò mafia capitale e si scoprì tutta la ragnatela del business dei migranti.

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