Due solitudini si incontrano, per un pappagallino scappato via, in un palazzo di famiglie borghesi, nel giorno in cui Hitler e Mussolini si incontrano a Roma per celebrare il tragico e sventurato “patto d'acciaio”.
Sono una casalinga, Antonietta, madre di sei figli, che non può partecipare alla manifestazione (“nessun romano mancherà allo storico evento”, dice lo speaker della radio) perchè “non ha la serva”. Antonietta la donna fascista per autonomasia: madre premurosa, che passa le sue giornate in casa e che sorvola sulle uscite del marito (che d'altro canto, ricalca il classico maschio italico, borghese, fascista e maschilista).
Gabriele, ex speaker radiofonico, omosessuale e oppositore del fascismo, inviso al regime, che nel film è rappresentato bene tramite la figura della portiera, pettegola e impicciona.
Per le sue idee, Gabriele viene mandato al confino: con Antonietta, lontano da tutti, ma col sottofondo della radio a testimoniare i fasti del regime, vivranno la loro giornata particolare.
Paradossalmente, la casalinga lasciata sola a casa come una sguattera, che non ha studiato, e il radiocronista, che ha letto tanti libri, hanno molto in comune. Sono entrambi vittime, umiliate, senza alcuna considerazione.
Lei, che non parla più col marito che, anzi, le ordina.
Lui, l'inquilino del sesto piano, che è un sovversivo, un antifascista, uno che sputa nel piatto che mangia: ma non è così
“io non credo che l'inquilino del sesto piano sia un antifascista, ma che sia il fascismo ad essere contro l'inquilino del sesto piano”.
Che poi è il tratto comune di tutti i fascismi, di tutte le ideologie dittatoriali.
Wikipedia: Una giornata particolare
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