14 dicembre 2009

Come piante tra i sassi di Mariolina Venezia


Iniziamo col dire che questo non è un giallo, sebbene nel racconto sia presente alcuni elementi da libro noir (il morto, l'investigatrice nei panni di un magistrato): dico questo non per sminuire il valore del libro, ma per mettere in guardia il lettore.
Che magari si aspetta di trovarsi di fronte un libro in cui è presente il mistero e la tensione per la ricerca della soluzione del caso: un ragazzo trovato morto in un paese della provincia di Matera.
C'è anche questo: ma il baricentro del racconto non è la soluzione dell'enigma, ma bensì il punto di vista della protagonista, il procuratore Imma Tataranni, per cui la soluzione del caso di omicidio e la scoperta della collega assenteista hanno la stessa importanza.
Un giallo anomalo, per una investigatrice anomala: alle prese con i colleghi, la famiglia (il marito senza troppo carattere, la figlia adolescente e ribelle). Una donna ostinata, che magari non ha troppa inventiva, troppo talento, ma tanta tenacia, nel cercare di perseguire la giustizia.

"Non si sentiva particolarmente fiera di averlo assicurato alla giustizia. Non era quello il caso che voleva risolvere. Lei voleva far saltare fuori quelle alleanze di cui era certa, anche se non aveva tutti gli elementi per provarle, quelle connivenze politiche, quella corruzione, quel male che si irradiava capillarmente da un'impegnata assenteista a un politico colluso, e faceva sì che poi la gente fosse travolta via e spazzata dalla storia".
Una donna ostinata e dura, come la sua terra, come i Lucani: nel libro, il mistero principale si intreccia con altre storie (vere) a questo legate.
Un traffico di scorie nucleari interrate in campi coltivati da contadini compiacenti.
Per fame e per soldi.
La protesta contro la scelta di Scanzano Ionico come sede di un deposito per le scorie nucleari (novembre 2003).
Ragazzi in cerca di fortuna (anche se non a norma di legge) in una terra che non da possibilità, immigranti che proprio in quella terra cercavano un riscatto:

"intanto erano arrivati a Scanzano. La gente era scesa per strada [..]
Nella strada stavano ammucchiando i falò. Imma li guardò. Non era gente che aveva caratteristiche particolari. Non erano persone molto allegre, né avevano grande talento per il commercio, erano testardi, suscettibili, grugneri, a volte logorroici, però quando si mettevano non mollavano, come certe piante abituate a crescere in terreni impervi. Come lei."
La scheda del libro sul sito di Einaudi.

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