Il generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa è uno dei quattro “Uomini soli” di cui
Attilio Bolzoni parla nel suo libro.
Il generale con gli alamari
cuciti addosso, il generale dei nuclei antiterrorismo grazie a cui
riusci a combattere e vincere il terrorismo rosso negli anni
70-80.
Ma anche l'ufficiale che, nel 1949 indagò sull'omicidio
del sindacalista Placido Rizzotto, per arrivare alla mafia dei
Corleonesi. Il dottor Navarra e i suoi soldati Luciano Liggio e anche
Totò Riina e Bernardo Provenzano.
Troppo zelo, troppa voglia
di indagare a fondo, non solo sulle coppole storte.
Il
trasferimento in varie caserme dell'Italia del nord e poi il ritorno
a Palermo, nel 1966, a capo della Legione: sono gli anni successivi
al sacco di Palermo di Ciancimino, Gioia e Vassallo. Sono gli anni in
cui la mafia è già diventata mafia imprenditoriale, nel campo delle
costruzioni. Ma ancora, per intere parti della magistratura, per le
istituzioni, per la politica, la mafia non esiste.
Ma Dalla Chiesa
e i suoi uomini tracciano una mappatura delle famiglie
palermitane.
Nel 1973 a Torino per combattere il terrorismo,
grazie ai metodi imparati nella lotta alla mafia. Schedature, mappa
delle relazioni tra personaggi e famiglie.
La storia del generale
Dalla Chiesa è piena di interruzioni: come a Palermo (e Corleone
prima), anche a Torino il lavoro del suo “nucleo” viene
interrotto, la brigata di cui era capo viene sciolta nel 1976.
Per
essere ricostituita nell'estate 1978, dopo il rapimento e la morte
dell'onorevole Aldo Moro.
Chiese l'iscrizione alla P2 per
ottenere la promozione a generale di divisione. Nuovamente messo da
parte, anche dopo lo scandalo delle liste della loggia P2 scoperte
nel 1981, viene ritirato in ballo dal presidente Spadolini.
Dopo
la morte del deputato comunista Pio La Torre, è mandato come
prefetto a Palermo per combattere la mafia. Pieni poteri, ma solo a
parole.
Qui, il generale, ma anche l'uomo, è lasciato solo.
Solo perché questa volta, non ci si vuole fermare alla mafia che
spara, ma anche alla mafia che si è fatta impresa e finanza. Dalla
Chiesa vuole entrare nelle casse dei cugini Salvo, nelle
banche.
Nell'ultima intervista al giornalista Bocca disse:
«Credo di aver capito la nuova regola del gioco. Si uccide il potente quando avviene questa combinazione fatale, è diventato troppo pericoloso, ma si può uccidere perché isolato».
A
Falcone, Buscetta confessò che Dalla Chiesa fu ucciso non solo per
volere di Cosa Nostra, ma perché il generale era ingombrante per
qualcuno nello stato.
I diari di Moro. Le connessioni tra mafia e
politica. Ancora oggi non sappiamo i perché della sua morte, il 3
settembre 1982 a Palermo.
Ancora oggi, osserviamo l'isolamento di
magistrati e uomini delle forze dell'ordine che cercano di indagare
su mafia e imprese, su mafia e politica.
Uomini soli, lasciati soli perché non si lasciano piegare dal potere.
Uomini soli, lasciati soli perché non si lasciano piegare dal potere.
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