Noi che ci troviamo in mezzo non ci
sentiamo troppo bene.
Delusi dai partiti tradizionali, specie
quelli che dovrebbero rappresentare il centro sinistra, delusi dal
governo tecnico che ha salvato l'Italia (che però sta messa peggio
di un anno fa) e con tante incognite che si aggiungono sul M5S, il
partito o movimento che dovrebbe rappresentare la novità alle
prossime elezioni.
Il fuorionda di Favia, vecchio di quattro
mesi, ribalta tutte le dichiarazioni fatte dai grillini e da Favia
stesso nei mesi precedenti, sul chi comanda nel movimento. La base,
tramite la democrazia del web, o Casaleggio? Pare che conti di più la
parola del titolare di una impresa che cura la comunicazione del
movimento e di altre imprese private. Siccome questo movimento si
candida ad essere il secondo partito nazionale (e Grillo sogna di
presentarsi addirittura a Napolitano), la richiesta di maggiore
trasparenza e democrazia è obbligatoria. Ora, e non dopo le
elezioni.
Cosa diceva Grillo? Una testa, un voto. Non, un
Casaleggio un voto.
Ma gli altri partiti, quelli definiti
“tradizionali” non sono messi meglio. Nel Partito Democratico si
faranno le primarie? Forse. Viste le polemiche e le tensioni per le parole di Renzi. Il rottamatore vicino a Marchionne
(a sua volta rottamatore della Fiat, potremmo anche definirlo così).
Difficile che
alle prossime elezioni si riesca a rinnovare il gruppo dirigente del
partito, composto da persone con alle spalle molti anni di politica.
E anche nel PD sono molti gli episodi che denotano la cattiva
salute interna, in fatto di rappresentanza e democrazia: la mancata
tessera a Grillo, per esempio. Le primarie a Napoli, coi cinesi. Le
tessere della Margherita (più tessere che voti).
Anche nel
PDL in quanto a tessere non proprio pulite non si scherza. Nel 2011,
il partito è passato da qualche migliaio a 1 milione di tessere.
Molti, come ormai consueto nella politica italiana, si sono trovati
iscritti a loro insaputa.
Potremmo aggiungere che se è poco
democratico Casaleggio che impone candidati (se Favia ha
ragione), lo dovrebbe essere anche il porcellum che lascia nelle mani
dei segretari di partito tutte le scelte. Non tutti presentabili
(almeno nel M5S la fedina è pulita).
Lo stesso vale per le
elezioni regionali, coi loro listini bloccati che permettono elezioni
certe a personagi che non hanno fatto proprio il bene del paese (o
della regione Lombardia).
Infine i tecnici. Al forum
Ambrosetti c'è stato un plebiscito: dopo Monti, un Monti bis. Con
l'avvallo dell'ex premier Prodi (che così forse potrebbe arrivare al
Colle).
Domanda, ma se dopo Monti c'è ancora Monti con la sua agenda (di destra, per essere chiari), se alle prossime elezioni le
alleanze si faranno dopo (come par di capire dalle parole dei leader
dei partiti), se dai discorsi sono spariti i programmi e le scelte
politiche, non è che abbiamo un problema di democrazia ben più
grave di Grillo e Casaleggio?
A che servono i partiti allora? A
che serve il Parlamento (ovvero il luogo dei rappresentanti dei
cittadini)? Se tutto si decide sui mercati, in Europa, negli incontri
di vertice, negli impegni presi da altri governi o dai tecnici.
Dopo Monti serve ancora Monti per continuare il
risanamento: ma lo stato di crisi perenne, di emergenza perenne non
ricorda lo stato di guerra perenne di cui parla Orwell nel suolibro 1984?
In merito al giudizio sul governo tecnico (e delle sue riforme), c'è
una lunga carrellata su Il fatto quotidiano (bloggato qui) a cura di Travaglio (si
proprio lui, il giornale del network anti Monti) sui titoloni dei
giornali, ad amplificare le parole di ministri e sottosegretari.
Ecco, sui giornali la crisi è finita ed è in arrivo una paccata di
miliardi per crescita e sviluppo.
I 20-30 miliardi per le imprese a
maggio; gli 80 miliardi del piano sviluppo a giugno per arrivare al
miliardo, sempre per le imprese, di questo settembre.
Ma anche il dl anti
corruzione è in attesa, come la legge elettorale.
Anche nel libro
di Orwell, veniva inculcato alle persone che 2+2=5
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