L'invito di Monti alle parti sociali va inteso come un "quello che potevamo fare l'abbiamo fatto" e ora tocca a noi: potremmo darci da fare senza aspettare che questo Stato faccia qualcosa, per il lavoro, per diminuire il gap di produttività.
Per esempio chi ha ancora un lavoro potrebbe decidere di lavorare anche il sabato. Oppure ogni sera, dedicare un'ora della sua giornata per straordinario non pagato.
Evitare di andare in ferie nelle festività locali, durante i ponti, aiuterebbe molto. Forse.
Come anche l'autodiminuzione delle stipendio (già basso, ma non importa). Prendiamo 100 euro e li mettiamo nelle casse dell'azienda.
Queste inutili precauzioni sul lavor che impicciano le imprese: l'operaio potrebbe firmare (oltre le dimissioni in bianco) una autodichiarazione che scarica l'azienda in caso di infortuni e malattie.
E chi il lavoro non lo ha?
Potrebbe seguire il suggerimento del precedente premier di fare qualche lavoro in nero.
Oppure, per non incappare nei controlli , dovrebbe seguire il consiglio del ministro: visto che il posto di lavoro non è più tutelato, ci dovremmo trasferire tutti in Serbia a Kragujevac. Lì dove le imprese possono continuare a competere grazie agli incentivi di stato che da noi non sono permessi.
Perchè noi non possiamo permetterci l'Alcoa e i soldi pubblici per concedere energia a meno prezzo per produrre alluminio.
Mentre possiamo permetterci di spendere soldi pubblici per le bonifiche ambientali di una azienda privata (ex pubblica) che ha inquinato per anni e che ora non può permettersi di investire in tecnologie più pulite.
Già sento l'invito: suvvia, respirate di meno!
Servono aumenti di produttività per avere aumenti salariali. Più produttività che è difficile da portare avanti vista la situazione (la cassa integrazione, la crisi, il calo dei consumi ..). A meno non di non voler spremere il limone (ovvero chi ancora un lavoro lo ha). E per gli altri? Come creiamo altri posti di lavoro? Con la sola flessibilità in ingresso (già alta)?
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