23 luglio 2013

Un autunno caldo

Capita, in questa estate strana, che uno dei ministri della strana maggioranza che sta salvando il paese (dopo cavalieri e professori), si metta a parlare in modo chiaro.
Abbandonando cioè lo stile degli annunci sparati (via Imu, via aumento dell'Iva, via i beni dello stato ..) , dei rinvii delle decisioni divisive (che poi sono tutte le questioni che forse interessani di più gli italiani), delle chiacchiere sulle riforme che non si faranno mai (legge elettorale, temi etici).

Il ministro Delrio ieri, commentando le parole di Casaleggio, ha parlato di "autunno molto difficile".

Ci sono le banche in difficoltà coi crediti inesigibili.
Il Fatto quotidiano oggi in prima pagina parla della banca delle Marche.

Ci sono le inchieste eccellenti: Ligresti e lo svuotamento della Fonsai, Tronchetti Provera e lo spionaggio Telecom.
Ieri è stato condannato l'ex presidente Del Turco in una inchiesta sulla sanità regionale. Altre inchieste sono partite, sulla sanità, non solo in Lombardia.
Uomini in abito talare che avrebbero fatto da spalloni, con l'aiuto di agenti dei servizi e broker. Riciclaggio, evasione, affari sporchi.
Giudici che avrebbero venduto sentenze, in cambio di favori.

L'autunno caldo che ci aspetta è quello in cui le persone si stuferanno di ascoltare le solite parole, di leggere le soilte interviste sui giornali, di sentire parlare delle solite grandi riforme.

Togliere diritti a chi lavora per favorire l'assunzione. Lo sentiamo dai tempi di Pomigliano, del referendum della Fiat. Nel frattempo il piano Italia non si è visto, come i nuovi modelli.

Dare più potere all'esecutivo, ad un esecutivo come questo, ad esempio. Che non interpella più il Parlamento sulle questioni spinose.
Come per l'acquisto dei caccia F35. Come per le riforme istituzionali.

Vogliamo fare l'agenda digitale, ma blocchiamo la liberalizzazione del Wi fi e l'ingresso degli ebook a scuola.
Il debito pubblico in aumento (ad un passo dal sorpasso con la Grecia)

Magari l'autunno caldo si rivelerà soltanto solo un pò più caldo.
Nei primi anni della nostra storia il diritto di voto ai cittadini era concesso in base al censo e al grado di istruzione.
Nel 1875 votava solo il 3% degli italiani.

Di fatto, questa politica, sta parlando solo ad una stretta minoranza di persone.

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