Si fa presto a parlare di antimafia
come, d'altronde, si fa presto a parlare di evasione, di corruzione,
di taglio delle province e dei costi della politica.
Ma finché si rimane a parole, è solo
un continuo bla bla.
Prendete ad esempio la serie di arresti che c'è
stata a Roma, contro i mafiosi sul lungomare di Ostia (di cui aveva già parlato mesi fa Report con l'inchiesta Romanzo capitale).
Il clan Fasciani, si era preso le
concessioni per gestire i lidi in concessione dallo stato.
Ci sono le spiagge ma anche gli affari
milionari per il porto di Ostia.
Avvocati e periti avevano garantito
invece la liberta per anni a Michele 'o pazzo, a Roma. Da quando il
suo avvocato e i suoi psichiatri sono stati arrestati, nemmeno lui è
pazzo.
Ma nel frattempo aveva messo le mani su
negozi e bar tra via Veneto e piazza di Spagna.
Ostia succursale di Corleone, per la
presenza di Carmine Fasciani, Vincenzo Triassi legato ai Caruana
Contrera e Francesco D'Agati. Tutti in manette.
Via Veneto nelle mani della ndrangheta che si era comprata il gran Hotel Gianicolo, per mano di un prestanome che ha comprato dalla Congregazione dame apostoliche del sacro cuore.
Infine Campo de Fiori suk dei Casalesi, che si sono presi i locali più caratteristici.
Via Veneto nelle mani della ndrangheta che si era comprata il gran Hotel Gianicolo, per mano di un prestanome che ha comprato dalla Congregazione dame apostoliche del sacro cuore.
Infine Campo de Fiori suk dei Casalesi, che si sono presi i locali più caratteristici.
Ma siccome questa è mafia che non
spara e che fa impresa (oltre a pagare in contanti) si può dire che
la mafia non c'è.
Ma nei giorni scorsi c'è stato anche ilblitz della procura di Catanzaro nell'operazione Perseo.
A Lamezia Terme, quello che colpisce, è la vicinanza tra uomini delleistituzioni (consiglieri provinciali e regionali) e uomini delle cosche cui chiedere voti, per concedere in cambio lavori.
Ma nei giorni scorsi c'è stato anche ilblitz della procura di Catanzaro nell'operazione Perseo.
A Lamezia Terme, quello che colpisce, è la vicinanza tra uomini delleistituzioni (consiglieri provinciali e regionali) e uomini delle cosche cui chiedere voti, per concedere in cambio lavori.
Magari appalti per l'aeroporto di
Lamezia.
Ma forse i politici non lo sapevano chi
erano le persone che si trovavano di fronte. Solo in Italia possiamo
accettare risposte di questo genere da politici.
Risposte che non arrivano solo dal sud:
anche in Lombardia, quando si scopre chi erano quelle persone così
generose in campagna elettorale, è tutto un “non sapevo
nulla”.
Ecco, questa è la realtà, dove non si può più parlare di pericolo infiltrazione. Le mafie sono ben radicate sul territorio, dentro l'economia.
Ecco, questa è la realtà, dove non si può più parlare di pericolo infiltrazione. Le mafie sono ben radicate sul territorio, dentro l'economia.
Semplicemente, non sparano quasi più.
Intimidiscono.
E dunque?
Quale è la risposta della politica? Di
questa maggioranza che intende stravolgere Costituzione e assetti
istituzionali per il bene del paese?
C'è un ministro degli interni (che non
sapeva nulla della rendition della moglie di un dissidente Kazako)
che si rammarica per la decisione di un giudice contro un politico
del suo partito.
C'è un partito che presenta un
emendamento sul voto di scambio che è un mezzo pasticcio.
L'altro che ogni tanto ci riprova: con
la legge ammazza blog, con la legge per togliere di mezzo il concorso
esterno in associazione mafiosa, appoggiando i referendum dei
radicali per arrivare alla responsabilità civile dei magistrati.
Per l'Expo firmano un protocollo per
nuovi posti di lavoro precari e senza troppe garanzie per il futuro.
Ma non si chiedono che cosa succede nei cantieri per l'Expo: chi ci
lavora? Chi controlla?
E poi parlano di fare antimafia? Qui
non si può più parlare di ingenuità o ignoranza. Questa è
complicità.
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