Non ho una soluzione per fermare questa guerra, per portare i due paesi, Russia e Ucraina, ad un negoziato vero, fino ad una pace stabile.
Vedo che in tanti non la vogliono questa pace: da Putin fino a coloro che parlano di una guerra lunga, per far cadere il presidente russo, il dittatore, responsabile dei genocidi.
Parlare delle guerre fatte dalle democrazie occidentali, dei suoi crimini di guerra, dei suoi errori, non toglie nulla alle colpe di Putin e di questa sua guerra.
Semplicemente serve solo a capire come stanno le cose: in questa guerra c'è un aggressore ed un aggredito, ma non è una guerra tra buoni e cattivi.
Lo ha spiegato bene Report nella scorsa puntata: fino a ieri Putin era un ottimo alleato, le lobby del gas ci hanno legato alla Russia e ancora oggi siamo costretti a comprare da Gazprom (e le alternative non sono meno felici per noi e per l'ambiente).
Non è stata l'Anpi a firmare quei contratti, come non sono stati i pacifisti a vendere armi alla Russia (perfino dopo l'embargo), a considerarlo un politico di riferimento.
Non perdiamoci nelle solite inutili, sterili polemiche interne, magari per regolare vecchi conti con Anpi o parti della sinistra.
Perché queste non renderanno meno dolorosa la guerra, non bloccheranno le bombe in Ucraina, non faciliteranno la fine della dipendenza energetica dal gas russo (e il gas dall'America non è la soluzione, sono le rinnovabili).
La vera domanda da farci è, appena finito il conflitto in Ucraina, cosa dobbiamo fare per far si che non si arrivi ad altre guerre, cosa dobbiamo fare per bloccare la proliferazione delle armi, per denuclearizzare gli arsenali.
Tutta questa eccitazione per la guerra, per le armi, per i fallimenti della diplomazia non aiuterà né noi né gli ucraini.
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