Il doppio compleanno dell'Eliseo – di Giulia Presutti
Se tutti i manager teatrali fossero come Barbareschi, ex politico ma nemmeno troppo, i nostri teatri sarebbero tutti in salute.
Perché prendere 13 milioni di euro di fondi pubblici non è da tutti: su quei soldi ora deve esprimersi la corte costituzionale.
I costi dell'Eliseo che, secondo Barbareschi, sono sotto controllo del ministero, non sono stati consegnati a Report.
Stelle cadenti di Danilo Procaccianti
Era il 12 febbraio 2018 e Grillo porta in piazza la battaglia dei marittimi, contro gli armatori italiani: gli argomenti del suo discorso gli erano arrivati da un altro armatore, Vincenzo Onorato, che poi scrive anche un post sul blog di Grillo.
Luigi Di Maio era andato ad una
manifestazioni di marittimi a Torre del Greco, che poi si rivelò un
bacino elettorale per le elezioni: a poche settimane Onorato firmò
un contratto di collaborazione di Onorato con Grillo, per 10mila euro
al mese. Un accordo che è passato anche da articoli pubblicati sul
blog.
Quegli articoli e quell'accordo è ora al vaglio dei
magistrati che stanno indagando Grillo per traffico di influenze,
assieme a Onorato, armatore della Moby (Report si era occupata di lui
già per la vicenda dalla Moby Prince).
L'avvicinamento a Grillo sarebbe legato alle convenzione dell'armatore, che erano in scadenza: Grillo si sarebbe appoggiato ai ministri Patuanelli e Toninelli. Anche con Casaleggio c'è stato un contratto.
Nel 2016 i grillini chiesero la testa
della ministra Guidi, governo Renzi, per l'uscita di intercettazioni
tra lei (non indagata) e il compagno: oggi la stessa storia accade
con Grillo, per il contratto con Onorato (e gli articoli a
pagamento). Come sono cambiati i grillini in pochi anni: gli eletti a
cinque stelle, intervistati dal giornalista, prendono tempo, evitano
di dare giudizi tranchant come nel passato, l'unico che lo difende è
proprio Conte.
Onorato aveva debiti con lo stato, ma nel
frattempo incassa le concessioni dallo stesso Stato: i commissari
della Moby volevano bloccarle, ma nelle chat emerge l'interesse di
Grillo per l'armatore, “questo dobbiamo trattarlo bene”.
Patuanelli rassicura, nessuna pressione
da Grillo per facilitare Onorato. E le concessioni, scadute a luglio
2020, sono state concesse a Moby senza gare pubbliche (sono state
prorogate perché il ministero dei trasporti non aveva fatto in tempo
a fare le gare nel 2019).
L'ipotesi dei pm milanesi è che
Grillo, che si è messo in contatto con Onorato, si sarebbe mosso sul
ministro Toninelli (che smentisce) per la proroga delle
concessioni.
Esiste una mail tra Carla Ruocco e Grillo, su una
legge che riguardava proprio gli armatori: che ci fosse un contratto
in corso, non imbarazza la parlamentare grillina.
Oggi Grillo è garante del m5s: il
nuovo movimento di Conte oggi paga una consulenza a Grillo per
300mila euro l'anno, con un doppio ruolo da consulente e garante.
Tutto questo è in linea coi valori del suo movimento?
Onorato ha finanziato tanti politici e consulenti di politici, da Mercuri alla fondazione Open, il comitato Change di Toti, 90mila euro a singoli deputati PD, 10mila euro a FDI. Tutti finanziamenti pubblici.
Il ruolo di Casaleggio dentro il m5s:
anche la sede della Casaleggio è stata perquisita nel corso
dell'inchiesta su Grillo, nelle carte i magistrati hanno trovato
carte dove si parla di benefici fiscali per gli stakeholder, in
questo caso la Onorato.
I bonifici di Onorato a Casaleggio sono
stati segnalati dalla Banca d'Italia, in quanto quest'ultimo è una
persona politicamente esposta.
Il ruolo di Casaleggio nel
movimento è sempre stato oscuro: non è un semplice attivista, è il
presidente della piattaforma Rousseau da cui passano tutte le
decisioni importanti del movimento.
Il controllo della piattaforma fu
sancito con una firma di fronte al notaio, pochi giorni prima della
morte del fondatore Gianroberto.
Nel 2017 Casaleggio era
fondatore del movimento e anche tesoriere/presidente della
fondazione: partecipava a dei vertici, aveva le mani sui fondi,
indirizzava le politiche e le alleanze.
Metteva becco anche sulle
feste del movimento: lo racconta la senatrice Fattori, riferendosi ad
una festa del 2017, dove Casaleggio chiedeva alla senatrice di
contribuire alla raccolta di fondi a Marino. La senatrice risponde
che i “meetup non possono trasformarci in bancomat”. A questo
punto Casaleggio le risponde di non occuparsi più della festa,
lasciando intendere forse di farsi da parte.
Casaleggio le avrebbe
anche chiesto di incontrare un imprenditore agricolo, nel momento in
cui si stava scrivendo il programma, anche in ambito agricolo.
Il
corto circuito tra Casaleggio e Movimento si ha nel 2018 con la
stipula di due contratti, il primo con la Moby e il secondo con la
Philip Morris: non eravamo mai in una situazione da conflitto di
interessi – risponde oggi Casaleggio a Report.
Ma il server de I
furiosi – un sito di comunicazione per Philip Morris, che
promuoveva l'utilizzo del tabacco riscaldato era in comune a quello
di Casaleggio: anche su questo c'è un'indagine a Milano al momento
senza indagati.
Si ipotizza che per favorire Philip Morris siano
saltati le leggi che volevano alzare le tasse per le multinazionali
del tabacco, per le sigarette elettroniche: come avranno votato i
parlamentari a 5 stelle, sapendo che Philip Morris lavorava con
Casaleggio?
Ci sono alcuni fatti: nel primo anno di
governo il fatturato di Casaleggio è aumentato di 1ml di euro; che
gli accordi con PM e le consulenze per promuovere il tabacco
riscaldato erano contestuali agli sforzi del movimento per alzare le
tasse a quest'ultimo. Vito Crimi racconta che Casaleggio aveva
scritto di sua mano i quesiti su Rousseau, in merito alla alleanze.
Per poi andarsene via quando gli iscritti votarono contro le sue
scelte.
Nel 2018 si votò su Rousseau per la scelta dei
candidati: in quei giorni girava un audio di un candidato che
raccontava della rete segreta che cercava di epurare certi
candidati.
La voce è di un parlamentare a 5 stelle che si lamenta
della piattaforma del voto: quei problemi erano precise scelte
segrete – racconta Enrica Sabatini (socia di Casaleggio): questa
rete non legittimata dalla base avrebbe filtrato chi poi sarebbe
stato eletto.
Della valutazione del capo politico
parla oggi anche Vito Crimi, tirando in ballo Di Maio.
Un
attivista che ha scelto di rimanere anomino ha raccontato la sua
storia: era stato estromesso dal voto pur avendo i requisiti, perché
il partito aveva i suoi protetti da far nominare, per questo erano
state tolte delle candidature.
Tutta colpa di Di Maio o di Vito
Crimi, che hanno tolto la spunta sui nomi?
Nel 2020 il capo politico, dopo le
dimissioni di Di Maio, doveva essere eletto: ci fu una riunione con
Casaleggio in proposito, per cercare di non far vincere Di Battista
come capo politico, dopo la reggenza di Vito Crimi.
LE elezioni
del capo politico furono rimandate, anche per la pandemia, fino ad
ottobre 2020: anziché il capo politico, ci sarà un organo
collegiale.
E poi arriva Draghi: a decidere
sull'appoggio all'ex banchiere fu Grillo che impose la linea al
movimento.
Conte doveva essere il leader del movimento, su scelta
dello stesso fondatore nell'aprile 2021: ma tra i due c'è prima una
rottura e poi un riavvicinamento.
Finché a giugno 2021 Casaleggio
si separa dal movimento portandosi via Rousseau: Conte ottiene una
maggioranza bulgara per il suo statuto, ma anche questa elezione
viene contestata dagli iscritti, perché nella votazione alla fine
c'era un solo nome da scegliere, quello di Conte.
L'uno vale
uno non vale più: come spiega lo stesso ex presidente del Consiglio,
serve la competenza e l'onestà, per un incarico di vertice.
Nemmeno
la rielezione di Conte è andata liscia: anche quest'ultima è stata
contestata, per la non contendibilità della leadership.
Dal movimento oggi si sono sfilati via
via Grillo, oggi consulente, Casaleggio, Di Maio, Di Battista a
Morra.
Il movimento e il suo futuro saranno decisi domani dal
Tribunale di Napoli. Se questa volta dovesse perdere il ricorso, a
Conte rimane solo la strada del partito personale.
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