30 giugno 2022

Una giornata cominciata male di Michele Navarra

 

Un nonno straordinario

Ivano Papa, a settantatré anni compiuti da una settimana e dopo oltre cinquanta di matrimonio, si era ormai abituato alle discussioni con la moglie. In realtà, non avrebbero nemmeno potuto definirsi “discussioni”, perché nei battibecchi con Margherita non c’era alcun scambio di opinioni e men che mai un esame approfondito di una questione di parte di due persone che espongono ciascuna le sue vedute.

Una giornata cominciata male è un giallo ambientato nel mondo forense,tra avvocati e magistrati: un mondo che l’autore Michele Navarra, avvocato penalista, conosce molto bene e le cui dinamiche verranno raccontate molto bene. I meccanismi della giustizia penale, le regole del codice, quelle scritte e quelle non scritte, l’importanza del garantire la migliore assistenza legale ai propri assistiti, cercando di mantenere un rapporto “alla giusta distanza” col proprio assistito. Giudici che applicano le leggi senza considerare troppo le conseguenze delle loro scelte e altri, invece, che rispettano la persona, le sue garanzie, i suoi diritti. Come prevede la Costituzione che, tra le altre cose, garantisce a tutti gli imputati il diritto ad una difesa, compito arduo talvolta quando capita di avere a che fare con persone con cui non vorresti averci niente a che fare, almeno nella vita di tutti i giorni, come il signor Federico Santini. Imprenditore romano di mezza età con qualche peccatuccio fiscale alle spalle, una ex moglie con cui si è lasciato male e una giovane fidanzata che lo aspetta a Capalbio con cui il rapporto sta diventando un po’ difficile.

Una giornata di merda, anzi la regina delle giornate di merda, pensò Federico Santini superando l’incrocio per Montalto di Castro in direzione Capalbio

In un serata di agosto, sotto una pioggia battente, proprio mentre sta raggiungendo Claudia, che negli ultimi tempi gli è sembrata distante, la sua auto investe un vecchio pensionato che gli stava inavvertitamente tagliando la strada. Nessuno lo ha visto e sulla macchina i segni dell’impatto non sono evidenti e così, vigliaccamente, Santini decide quindi di scappare, sperando di farla franca, senza sapere che due occhi nascosti hanno visto tutto.

Sono giorni difficili per lui: non c’è solo il rapporto con Claudia che sembra arenarsi, scatenando in lui pensieri di gelosia, c’è l’infamante accusa da cui deve difendersi in Tribunale. La ex moglie lo ha accusato di molestie nei confronti della figlia di una sua amica. Amica con cui lo stesso Santini aveva pure avuto una breve relazione..

Quella giornata iniziata male però, non è destinata a finire: pochi giorni dopo quell’incidente, dopo essere stato da Claudia, Santini si sveglia in una rimessa di barche con un forte mal di testa, senza alcuna memoria della serata precedente.

Non ricordava quasi nulla di quanto accaduto la sera precedente, aveva soltanto un vago ricordo di aver litigato furiosamente con Claudia e di averla addirittura… colpita.

Ma Claudia è morta: è stata accoltellata a morte nel suo appartamento dove Santini, arrivato per recuperare il suo portafoglio e il suo orologio.

Gordiani è uno di quegli avvocati che quando segue un caso, arriva quasi a farne una malattia, tanto che i suoi colleghi dello studio si mettono sempre a disposizione per aiutarlo, anche se non sono esperti del ramo penale

«Appunto perché so come sei fatto che voglio aiutarti», rispose Paolo condiscendente. «Ogni volta è la stessa storia: entri in paranoia prima ancora di sapere di cosa si tratta, nemmeno fossero affari tuoi».

Per fortuna a Grosseto Gordiani e Santini troveranno un magistrato estremamente garantista (nemmeno si dovrebbe usare questo aggettivo, dovrebbe essere scontato per tutti, per chi sta in Tribunale e per chi lavora nelle forze dell’ordine):

Polara era un magistrato attento e scrupoloso, garantista fino al midollo e per questa sua caratteristica era letteralmente adorato da tutti gli avvocati

Ancora una volta Santini decide di fare la cosa sbagliata: scappa dalla scena del crimine cercando di ripulire alla meglio le sue impronte.

Questa volta non si tratta di reati fiscali (su cui la giustizia italiana non ha mai la mano pesante), o di un omicidio colposo. Qui si tratta di omicidio.
Santini decide, una volta tanto saggiamente di rivolgersi all’unica persona di cui si fida, quell’avvocato Gordiani, di Roma anche lui, che lo sta già difendendo dalle accuse della ex moglie.

Sulla scrivania di questo magistrato, campano d’origine, ma toscano d’adozione, finiscono due fascicoli, quello del delitto del palio, la morte di Claudia Lucarino e la morte in un incidente di quel pensionato, investito da un’auto pirata.

Entrambi, il magistrato da una parte e l’avvocato Gordiani dall’altra, faranno le loro indagini: se non è stato Santini ad uccidere Claudia, chi è stato? C’erano altre persone nella sua vita? Oltre che con Santini si vedeva con qualcun altro?

La memoria di Santini non aiuta di certo: le sue amnesie, i ricordi a macchia di leopardo, fanno sorgere tanti dubbi al magistrato.

Ma Santini deve difendersi anche dalle accuse di corruzione di minore: verrebbe voglia di sbatterlo in carcere e buttare la chiave, ma ancora una volta non si può, si deve stabilire se le accuse sono vere, sostenute da fatti reali. Cosa difficile da dimostrare se le accuse di basano sui racconti di due bambine, che potrebbero anche essere state influenzate.

Come finirà l’indagine sul delitto di ferragosto? E le accuse della ex moglie?

Michele Navarra ci mostrerà le dinamiche dentro un’aula di Tribunale, i rapporti tra giudice e avvocato, che dovrebbero stare su due fronti distinti senza comunicare, sebbene entrambi dovrebbe essere spinti dal medesimo interesse, quello di fare giustizia.

Ma fare giustizia è un percorso complesso: prima di tutto perché il concetto di rispetto della legge e di giustizia non sempre corrispondevano nel mondo reale, per l’impossibilità di sapere se un fatto si fosse svolto in un modo o in un altro.

E poi giudice e avvocato vorrebbero entrambi vincere a discapito dell’altro, come racconta Al Pacino in un vecchio film “.. e giustizia per tutti”, le cui parole spesso gli tornano in mente:

Vogliamo vincere a dispetto della verità, e vogliamo vincere a dispetto della giustizia, a dispetto di chi è innocente o colpevole, vincere a ogni costo, si ripeté con un sorriso amaro, tornando con la memoria alle parole di quel vecchio film.

Arriveremo alla verità alla fine di questa storia? E le due vittime avranno giustizia? Lo scoprirete solo alla fine del racconto.


Mi è piaciuto il racconto dal di dentro del mondo della legge che aiuta anche a comprendere meglio tanti racconti di cronaca giudiziaria dal mondo reale.

C’è spazio anche per le questioni personali dei vari personaggi, anche quelli secondari come la ragazza venuta in Italia da lontano, da Benin city e che alla fine troverà il grande coraggio per fare la cosa giusta.

L’unica cosa che mi ha convinto meno è il racconto delle dinamiche tra magistrati e avvocati, mi chiedo quanto viene raccontato nel romanzo sia rappresentativo della realtà.

Buona lettura!

La scheda del libro sul sito di Fazi editore

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